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Turni di lavoro. Zeni: “Valutiamo soluzioni. Ma nessuna chiusura di Punti nascita”

L’assessore ha chiarito che si è trattato “solo di un'ipotesi tecnica” che Assessorato e Azienda sanitaria “hanno già giudicato non percorribile". Ma le nuove disposizioni per sui turni di lavoro impongono qualche cambiamento: “Al vaglio soluzioni per garantire i servizi attraverso una reperibilità provinciale".

22 NOV - "Nessuna chiusura di punti nascita, si tratta solo di un'ipotesi tecnica della struttura che Assessorato e Azienda sanitaria hanno già giudicato non percorribile". Così l'assessore alla salute della Provincia autonoma di Trento Luca Zeni ha fatto chiarezza sulle notizie pubblicate ieri da un quotidiano locale circa la possibilità che vengano chiusi i punti nascita di Tione, Arco e Cavalese.

La questione discende dalle previsioni di una legge nazionale che impone, a partire dal 25 novembre, l'osservanza obbligatoria di 11 ore di riposo per i medici tra un turno e l'altro, “una condizione che – evidenzia però la nota provinciale - comporta una conseguente riorganizzazione aziendale”. "Molte Regioni - spiega Zeni - hanno chiesto com'è noto una proroga e siamo in attesa di una scelta definitiva da Roma. Tuttavia non è possibile non farsi trovare pronti: di qui l'elaborazione di una serie di ipotesi che riguardano l'organizzazione dei turni, una delle quali per l'appunto prendeva in considerazione alcuni punti nascita dei centri periferici. Questo scenario - ribadisce Zeni - non è stato ritenuto percorribile tant'è che si stanno vagliando altre soluzioni che garantiscano il mantenimento dei servizi alla popolazione attraverso una reperibilità provinciale che eviterebbe le conseguenze prospettate oggi sulla stampa".

Diverso è il tema del mantenimento dei punti nascita in futuro, che prescinde dalla questione delle 11 ore. "A questo proposito – ha spiegato Zeni - è stato emanato un decreto nazionale che ci consente di richiedere e motivare delle deroghe rispetto agli standard previsti rispetto al numero di parti all'anno, ed è quello che la Provincia autonoma di Trento farà".
 

22 novembre 2015
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