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Puglia. Crisi economica e liste d’attesa. Così 69 mila persone rinunciano alla salute. L’allarme della Cisl Pensionati


Il problema, secondo il sindacato, riguarda soprattutto gli anziani, che "sacrificano la loro salute per sostenere gli altri componenti del nucleo famigliare”. Chiesto “un forte potenziamento dell’assistenza territoriale e l’individuazione di soluzioni volte allo snellimento delle procedure per l’accesso ai servizi sanitari per gli anziani”.

02 FEB - “In Puglia 69mila persone rinunciano a curarsi perché le liste d’attesa sono troppo lunghe e ben 22 mila famiglie sono finite sotto la soglia della povertà perché costrette ad impegnare le poche risorse a disposizione per le spese sanitarie non coperte. Purtroppo sono solo una ulteriore conferma di un disastro già ampiamente denunciato, ma che ha spesso trovato e trova tuttora l’assordante silenzio delle istituzioni.” Ad affermarlo è stato Vitantonio Taddeo Segretario Generale FNP CISL Puglia Basilicata, in una nota che fa il punto su una conferenza stampa svolto a pochi giorni di distanza dalla riunione del Comitato Esecutivo della Federazione Interregionale dei Pensionati CISL. Hanno partecipato all’incontro anche, il Segretario Generale Aggiunto Vincenzo Zuardi e gli altri componenti della segreteria Grazia Palumbo, Francesco Russo, e Pietro Stefanizzi.

Indebitarsi per curarsi… Secondo il rapporto Censis, hanno ricordato i vertici del sindacato, nel nostro paese sono 7,7 milioni le persone che in un anno si sono indebitate o hanno chiesto un aiuto economico per pagare le cure. La spesa sanitaria pubblica, cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi. La spesa sanitaria privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale. In Puglia, la percentuale di pensionati a basso reddito che nell’ultimo anno ha dovuto rinunciare o rimandare prestazioni sanitarie si attesta, secondo i dati forniti dal sindacato, sul 45,7%. Anche l’andamento del Fondo nazionale per le politiche sociali testimonia il progressivo ridimensionamento dell’impegno pubblico, nonostante il parziale recupero degli ultimi tre anni: 1.565 milioni di euro nel 2007, 43,7 milioni nel 2012, 400 milioni nel 2015 (-74,4% nell’intero periodo). Un andamento simile riguarda anche il Fondo per la non autosufficienza.

“L’esercito dei nonni – spiega Taddeo - è in aumento e il sistema sanitario pubblico non è pronto. Nel nostro paese una persona su cinque è anziana, fra 35 anni il 21% della popolazione sarà over 65. L’invecchiamento globale pone problemi di ordine sociale e sanitario. Se generalmente gli anziani sono attivi nell’offrire aiuto prezioso a figli e nipoti, i sistemi sanitari nazionali non sono in grado di fronteggiare i molti malati cronici, occorre potenziare soprattutto la rete della medicina di famiglia e della continuità di cura”.

“I nostri sistemi sanitari –spiegano gli altri componenti della segreteria – non sono pronti a sostenere popolazioni sempre più anziane. Purtroppo, e lo dice l’OCSE che ha fatto la fotografia sull’invecchiamento della popolazione, oggi i diversi modelli di assistenza sanitaria non tengono conto delle reali necessità assistenziarie dei cittadini anziani. L’obiettivo principale resta, per il Servizio sanitario Pubblico, la presa in carico dell’assistito in fase acuta. Per riportare il sistema sanitario pugliese, sinora tenuto in piedi dalla professionalità e dalla responsabilità degli operatori, sulla strada della riorganizzazione credibile, occorre innanzitutto una operazione-verità politica imprescindibile”.

“È di questi giorni – ricorda ancora il sindacato - la notizia dell’abolizione del ticket per 203 prestazioni mediche ed esami, che dovranno essere interamente pagati dai cittadini. Ottenere la prescrizione da parte del medico, non sarà semplice poiché sono previste sanzioni salate per i medici, qualora prescrivano prestazioni non strettamente necessarie. È ovvio che questo decreto potrà mettere a repentaglio la salute di tanti cittadini ai quali viene negato l’accesso ad esami fondamentali e terapie”.

Il Segretario generale in conclusione, ha ribadito i valori fondanti della CISL, “che conferma il suo sostegno ad un modello di sanità pugliese su cui sta già lavorando il sindacato cislino”, e le priorità che riguarderanno il volontariato, la famiglia e le strutture di accoglienza per gli anziani. “La diretta relazione con i pensionati – conclude il Segretario Generale - ci porta ad affermare senza dubbio che il sacrificio dei pensionati volto al sostegno di altri componenti del nucleo famigliare, troppo spesso comporta loro malgrado la rinuncia alle cure sanitarie, per questo ribadiamo la necessità di un forte potenziamento dell’assistenza territoriale e l’individuazione di soluzioni volte allo snellimento delle procedure per l’accesso ai servizi sanitari per gli anziani e snellimento delle liste di attesa. Per la FNP Cisl occorre lavorare su un modello di sanità nuovo, capace di integrarsi al welfare sociale, con particolare attenzione alle non autosufficienze, e alle esigenze di una grossa fetta di pugliesi anziani/pensionati che hanno dato e danno tanto al territorio ed hanno il diritto di curarsi.

02 febbraio 2016
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