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Presentato il 'Report salute e ambiente in provincia di Lecce'. Perfette le acque di balneazione


Il testo è stato predisposto dalla Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese. Mentre tutte le 139 acquee di balneazione sono risultate in classe di qualità “eccellente” e batteriologicamente “incontaminate”, le caratteristiche territoriali rendono concreto il rischio di infiltrazione nella falda superficiale e nella falda profonda di inquinanti provenienti da molteplici fonti e dall’uso di prodotti fitosanitari in agricoltura. 

15 FEB - Presentato ufficialmente il ‘Report ambiente e salute in provincia di Lecce’, predisposto da RePOL (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese), oggi CSA Lecce (Centro Salute Ambiente provincia di Lecce). Il percorso che ha portato alla pubblicazione di questo Report parte dal 2013, anno in cui è nata RePOL, come tavolo inter-istituzionale per una azione coordinata e integrata in tema di salute e ambiente tra Asl Lecce, Arpa Puglia, Provincia e Comune di Lecce, Inail, Regione Puglia, Università del Salento e Cnr.

“La presentazione di questo Rapporto nasce dalla consapevolezza che comunicare è un dovere e conoscere è un diritto. Questo documento è per noi un fondamentale punto di partenza e insieme uno strumento prezioso di analisi per intervenire nei settori e nei casi che necessitano di maggiore tutela – ha detto Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento della Salute della Regione Puglia – i dati hanno bisogno di un aggiornamento costante, vanno confrontati e utilizzati come strumento di individuazione delle aree critiche. Oggi testimoniamo l’attenzione che la Regione ha riposto sul tema Ambiente e Salute. Contestualmente ci assumiamo anche l’impegno di sostenere con forza le iniziative di monitoraggio e intervento in collaborazione con tutte le atre istituzioni ed enti impegnati nei diversi ambiti di approfondimento”.

L’iniziativa di redigere un report trae spunto dalle evidenze segnalate dal Registro Tumori di Lecce che per gli anni 2003-2007 ha mostrato una elevata incidenza nei maschi dei tumori polmonari, della vescica e della prostata mentre per le donne sono stati registrati valori superiori all’atteso per le leucemie e i tumori dello stomaco, dell’utero e del colon-retto. Tassi di mortalità superiori ai valori attesi si registrano anche per malattie non oncologiche quali le malattie dell’apparato respiratorio, il diabete, la patologia influenzale e del sistema nervoso, oltre che per le patologie a carico dell’apparato genito-urinario in particolare nel sesso femminile.

L’obiettivo strategico di RePOL è quello di programmare ed eseguire adeguati studi epidemiologici per creare una mappa del rischio del territorio, integrando i contributi e le esperienze maturate dagli enti partecipanti all’iniziativa, attraverso uno sistematico scambio di informazioni. Nel 2013 sono stati costituiti 6 tavoli di lavoro: studi epidemiologici, oncologia professionale, rischio oncologico ambientale, esposizione ambientali a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, rischio oncologico (stili di vita e alimentazione), comunicazione conoscenza e trasparenza della rete RePOL. I lavori avviati dai gruppi di lavoro sono la base per la redazione del primo “Rapporto Salute e Ambiente in provincia di Lecce” che rappresenta anche il punto di partenza del CSA Lecce.

Il Rapporto riporta i risultati dei principali studi di monitoraggio eseguiti sulle diverse matrici ambientali, integrandoli con le informazioni epidemiologiche e sugli stili di vita della popolazione residente con l’obiettivo di comprendere se le attuali conoscenze sono adeguate a fornire informazioni utili a valutare le potenziali influenze dei fattori ambientali sullo stato di salute della popolazione, nonché per identificare possibili ambiti di approfondimento in settori d’indagine o territorio specifici, alla luce delle evidenze scientifiche.

Mentre tutte le 139 acque di balneazione sono risultate in classe di qualità “eccellente” e batteriologicamente “incontaminate”, le caratteristiche territoriali rendono concreto il rischio di infiltrazione nella falda superficiale e nella falda profonda di inquinanti provenienti da molteplici fonti e dall’uso di prodotti fitosanitari in agricoltura. Dalla valutazione del Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico dell’Appenino Meridionale è emerso, infatti, che la gran parte dei corpi idrici del Salento sono considerati a rischio, hanno cioè un rischio potenziale che deve essere confermato solo a seguito di monitoraggi mirati e regolari nel tempo. La Regione Puglia ha progettato una nuova rete regionale di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, denominata “Rete Maggiore” che tiene conto delle più recenti normative e di documenti elaborati da Cnr/Irsa.

In Puglia le superfici agricole utilizzate occupano oltre l’80 per cento del territorio regionale mentre le cave autorizzate al 2013 sono 399, di cui 98 in Provincia di Lecce. La Regione Puglia ha predisposto una “Anagrafe regionale dei siti da bonificare” e ha inserito 416 siti a reale potenziale contaminazione: di questi 79 si trovano in Salento e nella maggior parte dei casi di tratta di discariche di rifiuti solidi urbani. Per garantire un puntuale controllo del territorio la Regione Puglia ha siglato un accordo quadro siglato con enti e forze dell’Ordine al fine di sostenere le attività di monitoraggio e individuazione delle principali fonti di inquinamento.

Il Salento leccese, oltre ad avere insediamenti produttivi non privi di impatto ambientale, è collocato a Sud delle grani aree industriali di Brindisi e Taranto: la direzione dei venti dominanti e studi scientifici segnalano un possibile impatto sulla salute della popolazione. La centrale Enel di Cerano e l’Ilva di Taranto, infatti, bruciano enormi quantità di carbone: lo stesso carbone e i combustibili fossili sono i principali responsabili dell’emissione di PM10, PM 2.5 e CO2 in atmosfera. Lo studio ESPACE e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostrano una relazione tra l’aumento di PM10 e 2.5 e incidenza di tumori polmonare, riscontrando effetti patologici (specie per le malattie cardio-respiratorie) già a concentrazioni inferiori rispetto alle medie annuali accertate dalla normativa in vigore.

Radon. L’attuale stato della conoscenza mostra per il Salento livelli di radioattività naturale superiori a quelli regionali. Sono in corso diversi progetti di interventi e di studio. Per quanto concerne i campi elettromagnetici a bassa frequenza, gli studi effettuati non mostrano livelli superiori a quelli consentiti.
 

15 febbraio 2016
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