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Puglia. Ampliare le funzioni del 118, integrando il personale medico della Continuità Assistenziale e costituendo postazioni di ascolto dedicate. La proposta Snami


Dallo Snami una proposta per ampliare le funzioni del 118, con adeguata integrazione di personale medico della Continuità Assistenziale e postazioni di ascolto dedicate, migliorando così l’efficienza del servizio, mettendo al riparo il medico di guardia da contestazioni dell’utenza e contribuendo a garantire la sua sicurezza nel corso delle visite domiciliari

27 GIU - Lo Snami Puglia ha presentato una proposta di legge per una razionalizzazione del sistema sanitario di emergenza territoriale "Nel nostro paese - si legge nella premessa della proposta - le drastiche misure di contenimento della spesa pubblica, già gravata da condotte illecite mai adeguatamente contrastate, non hanno risparmiato la spesa per i servizi alla persona e l’assistenza sanitaria, inficiando la qualità dei servizi erogati in misura persino superiore all’entità delle risorse sottratte dal governo con tagli lineari, in assenza di credibili progetti alternativi di efficientamento della spesa proposti dalle parti sindacali o ordinistiche, mediche in primo luogo".

"Il servizio di emergenza sanitaria territoriale - fanno notare dallo Snami - , definito a livello nazionale nel 1992, è stato organizzato in Puglia nel 1999 ma ha visto la luce solo nel 2002". Il Servizio di Emergenza-Urgenza Sanitaria Territoriale nella Regione Puglia ha mantenuto sostanzialmente il suo assetto dalla sua attivazione, in via sperimentale, ad oggi, ma nel frattempo sono quasi quadruplicate le missioni di soccorso, si sono ampliate le competenze e gli ambiti d’intervento, si sono modificate le attese dei cittadini, alcune in modo improprio, verso il servizio 118".
"L’accesso  al  servizio  118 - prosegue la proposta -, gratuito  e  tempestivo,  fa  si  che, stante l’elevato  indice di gradimento riscosso dal servizio, percentuali crescenti di cittadini pugliesi si rivolgano al servizio di Emergenza Sanitaria per patologie ed interventi sanitari che in nessun modo possono essere definiti di urgenza o emergenza: in tal modo il 118 va assumendo una funzione vicariante gli altri servizi socio-sanitari territoriali".
" La necessità di contenere il peso crescente dei costi in sanità - fanno notare dallo Snami -, ha indotto a considerare la variabile dei «costi» quale parte integrante del concetto di appropriatezza. L’appropriatezza definisce quindi "i risultati di un processo decisionale che assicura il massimo beneficio netto  per la salute del paziente, nell’ambito delle risorse che la società rende disponibili".

" Le funzioni della centrale operativa 118 - propongono dallo Snami - dovranno essere ampliate, con adeguata integrazione di personale medico della Continuità Assistenziale e postazioni di ascolto dedicate, per ricevere tutte le richieste di intervento sanitario, cui fornire, adottando un adeguato dispatch unico regionale, risposte graduate per complessità clinica, che prevedano l’integrazione funzionale,  in base a protocolli stabiliti e condivisi, del servizio di Continuità Assistenziale, migliorando così l’efficienza del servizio, mettendo al riparo il medico di guardia da contestazioni dell’utenza e contribuendo a garantire la sua sicurezza nel corso delle visite domiciliari. Esempio, tra gli altri già efficacemente in essere da oltre un decennio, può essere valutato il modello operativo attuato nella confinante Calabria. I punti di primo intervento, in accordo con quanto stabilito dalla normativa vigente14 devono essere sostituiti da punti di consultazione medica, ambulatori gestiti da Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta, affiancati da Medici di Continuità assistenziale, per una risposta sanitaria a problematiche non di emergenza-urgenza o per effettuare prestazioni programmate o ad accesso diretto, che necessitano di assistenza medica".

Questi gli obiettivi che si propone lo Snami: conseguimento di risultati di efficacia, efficienza, appropriatezza, equità di accesso, sicurezza ed eticità; integrazione della componente territoriale (SEUS 118) con quella ospedaliera della risposta alla fase di allarme, a partire dall’omogeneizzazione contrattuale delle figure sanitarie; condivisione di procedure omogenee e uniformi di risposta alla fase di allarme, nella organizzazione delle operazioni di soccorso e trasporto sanitario (soccorso primario), nelle fasi di trasferimento in continuità di soccorso per patologie tempo dipendenti (soccorso secondario urgente); organizzazione di un sistema di trasporto sanitario secondario con utilizzo di unità (mezzi e personale) del dipartimento di emergenza urgenza per garantire la continuità delle cure, attraverso sinergie e integrazioni tra i presidi della rete ospedaliera regionale, organizzata secondo il modello hub&spoke; coordinamento del SEUS 118 con le attività degli altri organismi dello Stato, della Regione e del Volontariato per fronteggiare maxi-emergenze o rischi nucleari, batteriologici, chimici e nucleari.
 
Lorenzo Proia

27 giugno 2016
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