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Aggressione a guardia medica nel foggiano, Placentino (Smi): “Solidarietà, si mettano in sicurezza gli ambulatori”


Ennesimo episodio di violenza ai danni di un medico del Servizio Continuità Assistenziale, nella sede di Ascoli Satriano (Foggia). Lo Smi denuncia come i medici continuino a pagare un caro prezzo per poter affrontare il proprio lavoro, segnalando numerose aggressioni in questia anni, come nel recente caso del PS di Catania

03 FEB - Il Sindacato Medici Italiani, sezione di Foggia, apprende con amarezza l’ennesimo episodio di violenza ai danni di un nedico del Servizio di Continuità Assistenziale, nella sede di Ascoli Satriano (FG).

Forte la reazione di Nunzia Pia Placentino, segretaria provinciale dello Smi, area continuità assistenziale a Foggia: "Continuiamo a pagare un caro prezzo per poter fare il nostro lavoro, sono numerose le aggressioni in questi anni, tanto nelle sedi di continuità assistenziale di tutta Italia o, come recentemente avvenuto nel Pronto Soccorso di Catania".

"In tal senso - aggiunge Placentino - vogliamo anche ricordare la morte della collega a Gagliano del Capo (Lecco) anche per la mancata messa in sicurezza delle sedi di Guardia Medica, ma nulla è cambiato da allora. L’assordante silenzio delle Istituzioni nei confronti di quella che è ormai una vera e propria emergenza non ci fermerà nel nostro grido a rivendicare condizioni idonee e sicure in cui poter svolgere la nostra professione a garanzia del diritto alla salute dei cittadini di Capitanata. Il Servizio di Continuità Assistenziale è stato lasciato nel tempo a sé stesso, affidato alla coscienza e al coraggio dei professionisti che prestano la loro opera in condizioni di solitudine e pericolosità per la propria incolumità".

"Cosa dobbiamo ancora attendere - conclude la segretaria provinciale dello Smi-? Che tipo di assistenza potrà mai ricevere il cittadino se lo scenario dell’assistenza sanitaria territoriale è composto da sedi troppo spesso fatiscenti in cui i Medici operano da soli e senza forma di tutela alcuna? Non continueremo a subire quella che è una vera e propria offesa alla dignità professionale da parte delle Istituzioni.Esprimiamo dunque la nostra vicinanza e solidarietà al collega, e adotteremo tutti i provvedimenti necessari a far sì che la nostra rabbia non diventi sterile rassegnazione ad una realtà di abbandono".
 
Lorenzo Proia

03 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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