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Sanità pubblica senza medici entro 10 anni. La nuova campagna dell’Ordine dei Medici di Bari


Una campagna di forte impatto, con immagini di due medici, un uomo e una donna, molto anziani, quasi dei “nonni” in camice bianco, quella che sarà presentata ufficialmente domani dalla Fnmoceo a Bari. Questo al fine di protestare contro la mancanza di ricambio generazionale in medicina, chiedendo con forza alle Istituzioni un intervento in materia

13 SET - Un camice bianco indossato da due medici, un uomo e una donna: ma, quando li si guarda in volto, le rughe, i sorrisi stanchi, i capelli ingrigiti ricordano più una coppia di nonni pronti per accompagnare i nipotini ai giardinetti che due professionisti in piena attività. Sono queste le immagini, come sempre d’impatto, scelte per la nuova campagna dell’Ordine dei Medici di Bari, che, già partita e rilanciata anche sulle pagine Facebook e Twitter della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, sarà presentata ufficialmente domani, 14 settembre, alle 12, presso la Sede dello stesso Ordine (via Capruzzi 184, Bari) in una Conferenza Stampa che aprirà la tre giorni congiunta con la Federazione e tutta dedicata alla formazione del medico.

Sempre domani e sempre in Via Capruzzi si riunirà infatti il Comitato Centrale, l’Organo di governo della Fnomceo; venerdì mattina, il Consiglio Nazionale, l’assemblea dei 106 presidenti degli Ordini provinciali; nel pomeriggio, prenderà il via il Convegno sull’Educazione Continua in Medicina (Ecm), che si concluderà sabato mattina.

“Le Giornate di approfondimento sulla formazione del medico, ormai appuntamento fisso per Bari, cadono quest’anno in un momento drammatico per il futuro della nostra professione – afferma il presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli -: il bando per il Concorso per le Scuole di Specializzazione sta subendo ritardi inaccettabili; il Regolamento per l’accreditamento delle scuole è contestato da più parti; il numero delle borse per le scuole e degli accessi al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale è insufficiente. Focus sull’Ecm, quindi, ma senza chiudere gli occhi su questa situazione insostenibile”.
 

“Se continuiamo di questo passo, per la prossima campagna i nostri Ordini si troveranno a fotografare camici vuoti, senza medici – osserva Roberta Chersevani, presidente della Fnomceo -. Sono anni che chiediamo ai Governi di intervenire, lanciando allarmi, sempre inascoltati, sul futuro della nostra professione. Lo abbiamo detto pacatamente nelle sedi opportune, dati e proiezioni alla mano; lo abbiamo ripetuto con mozioni, appelli, comunicati; lo abbiamo gridato nelle piazze: nel prossimo futuro, ma questo futuro è già il presente, la gran parte dei medici di medicina generale e degli specialisti, quelli dei tempi della “pletora medica”, andranno in pensione e noi non abbiamo abbastanza colleghi opportunamente formati per sostituirli”.

“La politica, le istituzioni, i decisori sono sordi alle nostre denunce, o forse fanno orecchie da mercante – continua Chersevani -. E non scelgo a caso la parola mercante, perché alle nostre ragioni, alle ragioni dei nostri giovani, che perdono ogni giorno la scommessa contro il futuro, della nostra professione, che si ritrova depauperata e svuotata del ruolo sociale, dei nostri servizi sanitari, sempre più sguarniti delle necessarie risorse e competenze professionali, dei nostri pazienti, bersaglio ultimo delle inefficienze di sistema, contrappongono quelle della quadratura di bilancio”.
 


“Ora basta: abbiamo chiesto più borse per le specializzazioni, più accessi al corso di Formazione in Medicina Generale, e i numeri sono rimasti invariati – conclude la presidente della Fnomceo -. Abbiamo tentato una mediazione per sbloccare il bando di Concorso per le Scuole di Specialità, ed è ancora incagliato nella burocrazia. La nostra pazienza è finita e non vogliamo pensare che ci siano altre ragioni occulte dietro queste scelte: perché è innegabile che meno medici in formazione significhino meno esborsi per gli assegni, così come è innegabile che professionisti meno formati costeranno un domani meno in termini di stipendi. Ma quale sarà il prezzo da pagare sulla qualità delle cure? Se questo è il disegno, noi non staremo a guardare mentre ci rubano il nostro Servizio Sanitario Nazionale: ora è il momento di chiamare a raccolta i pazienti per far sentire tutti insieme la nostra voce”.

Lorenzo Proia

13 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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