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Vaccini. Problemi in Puglia, le Asl: “Organici e strutture non adeguate a nuovo carico di lavoro”


I referenti delle 6 Asl pugliesi hanno detto che se non ci sono stati “eclatanti” disagi o disservizi lo si deve “all’impegno delle direzioni aziendali e degli operatori”, nonché all’accordo che ha permesso alle farmacie di certificare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale dei bambini fino a 6 anni di età, sgravando le Asl dell’adempimento. “Il sistema informativo con farmacie e scuole, però, va raccordato meglio. E serve più personale, anche amministrativo”.

06 OTT - Qual è in Puglia lo stato di applicazione della legge n. 119/2017 in materia di prevenzione vaccinale? Se ne è parlato ieri nel corso dei lavori della III commissione, in cui sono stati ascoltati i referenti della 6 Asl pugliesi e l’Anci Puglia.

La legge 119, com’è noto, ha allargato il numero delle vaccinazioni obbligatorie per la fascia 0-16 anni, ponendo questa condizione come requisito di accesso per l’iscrizione alle scuole dell’infanzia, mentre per quelle primarie e secondarie di I e II grado è prevista la sanzione pecuniaria. A seguito di ciò, è emerso nel corso della seduta, “gli ambulatori vaccinali delle aziende sanitarie si sono trovate negli ultimi mesi a dover fare fronte a carichi di lavoro maggiori rispetto ai quali spesso non sono attrezzati, sia da punto di vista degli organici che della vetustà e inadeguatezza strutturale”.

Nonostante ciò “non sono emerse situazioni eclatanti di disagio o di disservizi, in virtù dell’impegno delle direzioni aziendali e degli operatori. Un grosso contributo è derivato anche dell’accordo, siglato nel settembre scorso, tra Regione, Ufficio scolastico regionale e Anci che ha consentito di codificare una procedura semplificata per la verifica da parte delle scuole dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale delle famiglie e dall’intesa raggiunta sempre dalla Regione con Federfarma Puglia, in base al quale le farmacie provvedono a certificare l’assolvimento dell’obbligo vaccinale dei bambini fino a 6 anni di età, sgravando le Asl di un adempimento oneroso e dando la possibilità di dedicarsi alle altre attività previste, in particolare quelle vaccinali”.

A fare il punto su quanto emerso nel corso della seduta è una nota riassuntiva diffusa dal Consiglio Regionale. Che spiega come le Asl abbiano evidenziato “la necessità di raccordare meglio il sistema informativo dedicato Giava con le scuole e le farmacie, mentre la carenza di personale non fa riferimento solo al personale medico e paramedico, ma anche a quello amministrativo formato, soprattutto in funzione della gestione del sistema sanzionatorio e del conseguente contenzioso che si andrà a instaurare con gli inadempienti”.

Le Asl, inoltre, “con riferimento ai nuovi Livelli essenziali di assistenza che prevedono vaccinazioni gratuite per anziani”, hanno evidenziato il problema di “fare i conti con le risorse a disposizione. Per la prevenzione la Regione dovrebbe dedicare il 5% del FSR, ma le risorse dedicate di fatto sono notevolmente inferiori”.

06 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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