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Ilva. Emiliano: “Decarbonizzazione è possibile, lo ha detto anche Mittal. È solo questione di costi”


Il presidente della Regione Puglia oggi al vertice convocato da Di Maio al Mise. Se si decide di far sopravvivere la fabbrica, e questa scelta spetta solo al ministro, bisogna cambiare la tecnologia, non c’è alternativa. Se si decide invece di chiuderla, io ho bisogno di ragionare col Ministro sugli investimenti per reindustrializzare l’area”.

30 LUG - “Oggi abbiamo aperto un dialogo con la città di Taranto e abbiamo restituito ai tarantini la possibilità di sentire con le loro orecchie e di vedere con i loro occhi ciò che prima era vietato persino al loro Presidente di Regione. A me il precedente Governo non consentiva neanche di sedere a questo tavolo, oggi il fatto di essere presenti, aver potuto seguire il discorso e fare delle domande, è stato molto importante”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al termine dell’incontro sull’Ilva convocato oggi al ministero dello Sviluppo economico.

Il presidente pugliese, riferisce una nota della Regione che fa il punto sull’incontro, ha ricordato che nel corso di un incontro avuto con il precedente ministro degli Esteri, il ministro degli Esteri dell'Azerbaijan e il vicepresidente della Socar, si era discusso dell'ipotesi di ottenere sul gasdotto TAP uno slot di 700 milioni di metri cubi per alimentare l'Ilva a un prezzo coerente con il valore energetico del carbone.

“L’azienda – spiega Emiliano - ha chiaramente detto che è disponibile a cambiare le tecnologie. Ad una mia domanda specifica: ‘se il prezzo del gas fosse pari a quello del carbone, si può decarbonizzare?’ finalmente Mittal ha confessato: si può decarbonizzare. È una confessione molto importante, se il gas arrivasse allo stesso prezzo di quello americano, si potrebbero alimentare i forni col gas e addirittura stiamo lavorando sull’ipotesi di alimentarli ad idrogeno”.

“Nel frattempo - prosegue il governatore - l'Unione europea ha cambiato le sue politiche: ritiene che tutti gli interventi che abbassino le emissioni di CO2 sono legittimi e non determinano infrazioni della concorrenza. Quindi decarbonizzare si può”.

Emiliano spiega di avere fatto a Mittal una seconda domanda:  “Lei rinuncerebbe all'immunità visto che è così sicuro del suo piano?” ma “Mittal ha detto che non rinuncerebbe all'immunità. Vuol dire che la fabbrica, per sua chiarissima ammissione, essendo troppo vicina all'abitato, non ha tecnologie sufficienti per funzionare a carbone, senza ammazzare la gente. Questo per me è stato chiaro nel linguaggio che è stato utilizzato. Se si decide di far sopravvivere la fabbrica, e questa scelta spetta solo al ministro, bisogna cambiare la tecnologia, non c’e alternativa.  Se si decide invece di chiuderla, io ho bisogno di ragionare col Ministro sugli investimenti per reindustrializzare l’area”.

“Sono soddisfatto - aggiunge Emiliano - perché oggi il principale dirigente di Mittal ha detto che si può decarbonizzare, si può fare acciaio col gas purché si abbia a disposizione il gas ad un prezzo compatibile con quello del carbone, come avviene negli Stati Uniti. È quindi solo un problema di costi. Ovviamente mi permetterete di dire che è un problema di costi perché quelli che utilizzano il carbone non pagano i bambini alle famiglie a cui i bambini muoiono e non pagano le spese sanitarie delle cure di tutta la gente che si ammala, perché se dovessero pagare la ripulitura della città, tutte le spese sanitarie e tutti i morti che fanno quelli che vogliono alimentare l'Ilva a carbone, credo che non sarebbe poi così conveniente”.

“Il ministro – conclude il governatore della Puglia - deve decidere se vuole chiudere o se vuole tenere aperto. Noi in ogni caso collaboreremo. Se decide di chiudere ovviamente deve presentare un piano di reindustrializzazione, da 15-20 miliardi circa, per reindustrializzare in maniera diversa e noi siamo pronti anche in quella direzione. Se decide di tenere aperto abbiamo una proposta della Regione Puglia, che abbiamo presentato alla Cop21 di Parigi e di recente anche al Parlamento europeo, sulla decarbonizzazione della fabbrica. La decisione strategica non spetta a noi, però qualunque essa sia la Puglia ha un piano da proporre al governo. Non dice semplicemente no, propone soluzioni assolutamente razionali e realizzabili”.

30 luglio 2018
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