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Lanzarin: “Al centro cronicità e non autosufficienza con più integrazione tra sanita’ e territorio e nuovi modelli di continuità assistenziale”


20 DIC - “Se il precedente piano sociosanitario era focalizzato sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, il nuovo atto di programmazione pone l’accento sulla continuità assistenziale nel territorio e sulla capacità del sistema di farsi carico della cronicità e della non autosufficienza”. Così l’assessore al sociale Manuela Lanzarin, in una nota, inquadra la portata del nuovo piano sociosanitario regionale, approvato ieri dal Consiglio veneto, che contiene le linee guida per la programmazione sanitaria e sociale in Veneto del prossimo quadriennio.

“Il piano – dichiara l’assessore che ha accompagnato l’intero iter di costruzione, esame e approvazione della legge – conferma la rete dei presidi ospedalieri hub e spoke e il suo dimensionamento (3posti letto per acuti ogni 1000 abitanti, 0,5 posti letto/1000 per le riabilitazione, 0,6 posti letto/1000 per le strutture intermedie e 0,2 posti letto/1000 per le cure ai pazienti provenienti da altre regioni), e nel contempo ribadisce la centralità del distretto sociosanitario come fulcro del legame tra ospedale e territorio e cuore della programmazione assistenziale, con la regìa del comitato dei sindaci e lo strumento del piano di zona, che dovrà essere il ‘piano regolatore’ dei servizi sociali e sociosanitari di ogni territorio”.

Lo scenario in cui è stato impostato e definito il nuovo piano è quello del progressivo invecchiamento della popolazione e della necessità di rafforzare le risposte sanitarie e sociali per i pazienti cronici, le cronicità complesse e la non autosufficienza. “Su questo fronte il nuovo Pssr prospetta nuove soluzioni e nuovi modelli – dichiara Lanzarin – Da un lato team multiprofessionali per gestire i casi di cronicità complessa, cioè i pazienti con pluripatologie non reversibili, e dall’altro forme di aggregazione tra medici di base per curare i pazienti cronici meno complessi, valorizzando così la libera scelta e l’autonomia delle persone. Le forme di aggregazione potranno prevedere medici convenzionati, medici dipendenti dal servizio sanitario nazionale oppure l’affidamento del bacino territoriale ad un soggetto privato accreditato”.

“Quanto alle medicine di gruppo – prosegue l’assessore – non è previsto alcun smantellamento. Non si chiameranno più ‘integrate’, per evitare i rilievi mossi dalla Corte dei Conti e dal Ministero del tesoro, ma continueranno ad operare, a garanzia della continuità assistenziale. La Giunta è già al lavoro per confermare quelle esistenti, con nuovi atti deliberativi, e per definire nuovi criteri e parametri per istituirne di nuove. Quindi, il piano, che ora è legge, rafforza la centralità delle medicine di gruppo per la copertura territoriale e la presa in carico della domanda di salute dei cittadini”.

Quanto alle risposte assistenziali alle persone non più autosufficienti, l’assessore Lanzarin ricorda che questo, insieme al reperimento di nuovi medici, è uno dei punti chiave del piano. “Il piano del prossimo quadriennio ribadisce la garanzia a livello universale dei livelli essenziali di assistenza per i non autosufficienti, introducendo anche il passaggio dal sistema tradizionale delle quote a quello del budget per struttura. Si tratta di un nuovo criterio, volto a salvaguardare la libera scelta dei cittadini e a valorizzare le strutture più efficienti, cioè quelle che sanno offrire i servizi migliori. Il nuovo criterio dovrà essere declinato nella futura legge quadro di riforma del sistema di assistenza per le persone anziane e non autosufficienti”.

“Considero, quindi, il nuovo piano un importante passo in avanti nella programmazione regionale e nell’adeguamento della rete dei servizi ai bisogni crescenti di una popolazione che sta invecchiamento rapidamente – conclude l’assessore – Le scelte che abbiamo operato, anche con l’apporto costruttivo delle opposizioni, non determineranno alcun taglio, riduzione o smantellamento di presidi, ma rafforzeranno l’assistenza nel territorio e l’integrazione sociosanitaria”.

20 dicembre 2018
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