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Fnomceo: “Situazione è critica. Chiediamo incontro urgente al Ministro Grillo”


17 MAG - “Non è possibile, in un paese civile, che medici e infermieri siano costretti ad operare in condizioni prive di ogni sicurezza, finendo addirittura coinvolti in una sparatoria. Tutti i trattati internazionali vietano, in battaglia, di aprire il fuoco contro chi soccorre i feriti, così come, in guerra, di bombardare ospedali o di sparare contro i mezzi di soccorso. Che questo possa accadere in tempo di pace e, soprattutto, che non ci siano le condizioni per prevenirlo, è un fatto inaccettabile. Gli operatori sanitari garantiscono un diritto previsto dalla Costituzione, se la loro sicurezza e la loro stessa vita sono a rischio lo è anche il diritto alla salute di tutti i cittadini”. È profondamente scosso, il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, dai fatti accaduti la notte scorsa a Napoli, quando alcuni spari sono stati rivolti verso il cortile dell’ospedale Pellegrini di Napoli, dove un ventiduenne stava entrando, trasportato in ambulanza, con delle ferite da arma da fuoco alle gambe. 

“Chiediamo al Ministro Grillo un incontro urgente per l’attivazione immediata di un Tavolo con tutte le professioni sanitarie, che metta a punto una strategia d’azione seria, concreta e tempestiva, e su più livelli - continua Anelli -. Nell’immediato, va accelerato l’iter di approvazione del Disegno di Legge sulla sicurezza  degli operatori sanitari. Va inoltre previsto un fondo dedicato, che permetta di mettere in sicurezza le sedi, di assumere personale, di definire azioni di tutela delle persone. Va, infine, previsto un percorso di formazione sia per i professionisti sia per i cittadini, con progetti di comunicazione mirati e di educazione civica nelle scuole”.

“La situazione è critica e mette a rischio l’intero sistema di cure, in quanto sempre più medici, sopraffatti da turni impossibili, da tutele inesistenti, da episodi di violenza per mano di pazienti esasperati da malfunzionamenti organizzativi, si arrendono e abbandonano il servizio sanitario nazionale, per fuggire verso il privato e verso l’estero - prosegue il presidente Fnomceo -. Noi medici oggi siamo qui riuniti a Roma, negli Stati Generali: non si tratta di un dibattito fine a se stesso, siamo qui con la volontà di affrontare una crisi del medico e della Medicina che coinvolge non solo gli Ordini, non solo i medici, ma tutti i cittadini e della quale la violenza è uno dei sintomi più eclatanti”.

“Ma non basta: occorre un’attivazione concreta, e soprattutto congiunta, a tutti i livelli - conclude -. In primis, a quello politico, cui spetta la responsabilità della tutela - e della mancata tutela - dei diritti. Diciamo ‘basta’ alla violenza, garantiamo ai cittadini il diritto alle cure, ai medici il diritto di curare, in sicurezza”. 

17 maggio 2019
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