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Aaroi Emac: “No agli scaricabarile sugli Anestesisti”


11 OTT - “Sulla scorta delle notizie finora diffuse dai media, pare un'illazione ad oggi del tutto inverosimile che la causa della morte in utero avvenuta a Vibo Valentia prima di un intervento chirurgico per parto cesareo in una gestante a termine possa essere stata la 'assenza di medici anestesisti'. Parrebbe infatti fuori discussione che si sia trattato di un parto cesareo 'di routine', quindi regolarmente programmato e non urgente, i controlli eseguiti a ridosso del quale avrebbero, purtroppo, evidenziato la morte intrauterina del nascituro, mentre tutti i controlli precedenti, sia per il nascituro sia per la gestante, sarebbero stati normali. Infatti, gli anestesisti di Vibo parrebbero essere stati chiamati unicamente per un taglio cesareo finalizzato all'estrazione dal grembo della donna di un feto già morto ancor prima del suo ingresso in sala parto, senza essere mai stati assolutamente coinvolti nel caso prima di quel momento, in cui ormai non restava null’altro da fare”. Lo precisa in una nota l’aarti Emac, l’associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri.

L’Aaroi prosegue ribandendo che “se così si sono svolti i fatti, cioè in assenza di qualsiasi loro coinvolgimento prima di quel momento, nell’esprimere il nostro cordoglio a tutti coloro che affettivamente hanno subito la perdita di una vita umana prima ancora della nascita", è “fuorviante anche solo ipotizzare che la 'assenza di medici anestesisti' possa esserne stata causa o concausa. Starà comunque alle autorità competenti, a latere rispetto alle altre indagini, accertare se corrisponda al vero o meno il fatto che - stando a quanto sarebbe stato dichiarato ai media - qualcuno, in qualche suo ruolo ospedaliero, di tale ‘assenza’ avesse parlato ben prima che gli eventi precipitassero, ed eventualmente procedere di conseguenza”.

“Resta tuttavia il fatto”, prosegue l’associazione nella nota, che “a prescindere dall'infausto evento di Vibo”, “le ben note carenze di personale medico specializzato in anestesia e rianimazione esistenti in tutt’Italia, le cui pesanti responsabilità - resti ben chiaro a chiunque - sono tutte di chi negli ultimi decenni ne ha programmato la formazione con numeri ridicoli rispetto alle necessità, possono costituire un serio rischio per la vita dei cittadini che hanno bisogno di interventi chirurgici o comunque di prestazioni anestesiologiche e rianimatorie urgenti, in primis nelle sale parto. Perciò, senza dimenticare le altrettanto drammatiche carenze dei colleghi nei pronto soccorso, insistiamo sulla necessità che in tutti gli ospedali italiani vengano previsti in servizio tutti gli anestesisti rianimatori che occorrono per metterli in sicurezza”.

“A tal proposito - conclude l’Aaroi Emac - , in particolare, ricordiamo ancora una volta che in troppe realtà, ancor più pericolosamente laddove c’è un punto nascita, il numero degli anestesisti rianimatori presenti in servizio di guardia attiva h24 è largamente insufficiente alla reali necessità in caso di emergenze, nelle quali solo loro possono intervenire efficacemente per salvare vite, mentre invece a tali situazioni si continua a sopperire chiamandoli d’emergenza da casa, nel regime della cosiddetta ‘pronta disponibilità’. Questo continua e continuerà ad essere il nostro appello per la sicurezza dei cittadini finché i decisori politici e gli amministratori da cui dipende la buona organizzazione dei servizi ospedalieri non ci daranno completo e fattivo ascolto, in primis aumentando i posti dei medici in formazione nelle specialità di anestesia e rianimazione e di emergenza-urgenza.

11 ottobre 2019
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