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Scaramuzza (Tdm-Lazio): “Regione intervenga per migliorare sistema Rsa"


07 FEB - "Sono cose che non vorremmo mai sentire”. Così il segretario per il Lazio di Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato, Giuseppe Scaramuzza, commenta l’evasione fiscale della Rsa romana scoperta dalla Guardia di Finanza. “Rette e Isee, determinazione quota sanitarie e quota alberghiera;  rispetto dei requisiti minimi Rsa, sono queste la maggior parte delle segnalazioni che giungono al Tribunale per i diritti del malato da parte dei familiari che hanno ricoverati degli anziani in una Rsa della nostra Regione”, spiega Scaramuzza, che rivolgendo “un particolare ringraziamento alla Guardia di finanza che ha recuperato questi soldi”, chiede “l'intervento urgente della Regione per definire contribuiti più equi ai pazienti”.

“Qualche mese fa - continua Scaramuzza - in un'audizione presso la commissione sanità del Consiglio regionale abbiamo consegnato tutte le criticità che secondo noi andrebbero rimossi al più presto per consentire alle famiglie un vita più equa e serena”.

Attualmente, ad esempio, per gli utenti che hanno un reddito Isee entro i 13.000 euro annui, il Comune di residenza concorre all’integrazione della retta; invece, per quanto riguarda gli assistiti con un valore Isee superiore ad 13.000 euro, si prevede il totale contributo a carico degli utenti. “Riteniamo che tale ripartizione sia altamente iniqua e punitiva per quegli ospiti che posseggono un Isee di poco superiore alla soglia fissata”, sostiene Cittadinanzattiva-Tdm Lazio. “Infatti, mentre chi possiede un valore Isee pari a 12.999 euro ha diritto all’integrazione della retta e rimane a suo carico l’importo di 1.218,18 euro al mese, chi ha il reddito pari a 13.001 euro deve pagare una retta giornaliera pari ad  58,95 euro (III° livello di assistenza in RSA con 60 posti letto) per un totale mensile di 1.768,50 euro (periodo di 30 giorni). Due centesimi di differenza Isee corrispondono ad un maggiore retta mensile di euro 550,32”.

Inoltre, aggiunge Cittadinanzattiva-Tdm Lazio, “con questa distinzione si equipara il ‘povero’ pensionato con 13.001 euro a quello anche con 100.000 euro e oltre. Pertanto riteniamo, anche interpretando la Costituzione Italiana ed in particolare dell’Art. 53 che recita ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività’, che le rette mensili dovrebbe essere calcolate in base ad una rimodulazione che tenga conto di diversi scaglioni di reddito Isee dell’assistito, salvaguardando l’attuale limite minimo di 13.000 euro”.

Ancora. Cittadinanzattiva-Tdm Lazio ricorda che il Decreto del Presidente della Regione, in qualità di Commissario ad acta del 5 settembre 2008 n. 17, prevede al comma 1 del punto 2 “Definizione e descrizione Fabbisogno Residenze Sanitarie Assistenziali” che “Le Rsa sono strutture sanitarie residenziali di diversa tipologia, che garantiscono un livello alto di assistenza tutelare ed alberghiera e livelli di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa  modulati in base alla normativa regionale vigente”. “Pertanto – aggiunge la nota dell’associazione dei cittadini - in considerazione che le prestazioni erogate dalle Rsa consistono sia in assistenza alberghiera che sanitaria,Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato ritiene ai sensi dell’art. 10 comma 1 lett. b) del D.P.R. n. 917 del 1986 che prevede una deduzione dal reddito complessivo (delle persone fisiche) in relazione alle spese mediche e a quelle di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione, sostenute dai soggetti riconosciuti portatori di handicap ai sensi dell’3  della L. 104/92, tale deduzione spetta anche nell’ipotesi in cui la prestazione sia resa ad un soggetto portatore di handicap ricoverato presso un istituto di assistenza e ricovero, purché i corrispettivi per l’assistenza specifica siano certificati distintamente rispetto a quelli riferibili alle altre prestazioni fornite dall’istituto ospitante (es. vitto e alloggio)”.

“Si chiede che la Regione Lazio – continua l’associazione -, in relazione alla retta giornaliera a carico dell’utente, distingua con chiarezza la quota relativa alla prestazione alberghiera da quelle di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa in genere (anche attività di animazione e/o di terapia occupazionale), in modo da poter permettere agli ospiti delle Rsa di poter dedurre o detrarre tali importi nelle dichiarazioni dei redditi personali”.

Un capitolo a parte riguarda, infine, i controlli e rispetto dei requisiti minimi, che “rimane cruciale per la tutela dei diritti dei pazienti”. Ma per Cittadinanzattiva-Tdm Lazio “sono ancora poche le strutture che ricevono controlli e ispezioni da parte delle Asl. Auspichiamo che dopo il protocollo d'intesa della Regione Lazio con i Nas anche su questo possano intervenire tutte le Istituzioni preposte”.

07 febbraio 2012
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