Piano Piemonte. Reschigna (Pd): “Ma quale rivoluzione!”, Cerutti (Sel): “Aumenteranno i costi”
04 APR - “Questo piano non è una rivoluzione, lo ha detto lo stesso capogruppo della maggioranza, della grande rivoluzione rimane solo la gerarchizzazione degli ospedali, la costituzione di più aziende, più società e più posti di natura politica”. Così
Aldo Reschigna, capogruppo del Pd, ha commentato l’approvazione da parte della Giunta del nuovo Piano socio-sanitario.
Dal Pd è venuto un no convinto per due motivi: da una parte la nascita delle federazioni che, secondo Reschigna, “porta paradossalmente all’aumento degli enti che gestiscono la sanità piemontese, nonostante gli annunci di semplificazione e risparmio sui costi”; e dall’altra la “fermezza” con cui è stata mantenuta dalla Giunta regionale la classificazione degli ospedali, con un numero alto di ospedali da riconvertire. “Si tratta di un eufemismo - ha detto il capogruppo Pd - che ne indica la chiusura, e senza alcuna attenzione delle richieste non solo dell’opposizione, ma anche delle comunità locali. Un dato che porterà con sé la chiusura di molti nosocomi e la diminuzione dei servizi”.
Il provvedimento è stato bocciato anche dal Sel. “Con le federazioni riteniamo che i costi anziché diminuire possano aumentare e riteniamo che le economie di scala si potevano ottenere senza l’istituzione di nuovi soggetti”, ha commentato la capogruppo del partito,
Monica Cerutti.
04 aprile 2012
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