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I commenti dei consiglieri regionali della Toscana. Per alcuni "atto di civiltà", per altri "dubbi sull'effettiva utilità"


02 MAG - La proposta di legge sull’uso dei cannabinoidi è frutto di un lavoro in commissione durato più di un anno: partendo da due testi differenti e operando una riflessione approfondita si è arrivati al testo definitivo. Lo ha ricordato in Consiglio il presidente della commissione Sanità Marco Remaschi  (Pd), il quale ha tenuto a sottolineare come, “vista la delicatezza di un argomento come la terapia del dolore, si sia ritenuto utile prendersi tutto il tempo necessario per arrivare a un testo condiviso”. “Certamente siamo consapevoli che se questo testo verrà approvato non avremo dato una risposta definitiva alla questione – ha aggiunto Remaschi –, ma la Toscana ha sempre dimostrato sensibilità a temi come questo. Per questo abbiamo prodotto anche una proposta di risoluzione, una proposta aperta che richiede il consenso di tutti e la cui approvazione rappresenterebbe un atto politico importante”.

Lucia Matergi (Pd), coordinatrice del lavoro in commissione Sanità, illustrando il testo all’aula ha ricordato che “l’efficacia dei preparati a base di cannabinoidi è verificata da sperimentazioni e pubblicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità” e che “la proposta di legge rende possibile il loro utilizzo nell’ambito delle aziende sanitarie locali nei limiti del budget aziendale”. “Unendo i due testi originari – ha proseguito la consigliera – ci siamo posti l’obiettivo di intercettare una sensibilità nuova nella comunità: l’attenzione non solo alla malattia come danno da curare ma anche al malato come persona alla quale va garantita una qualità di vita”.

Secondo Marco Carraresi (Udc) permangono dubbi sull’effettiva utilità di questo tipo di farmaci, e prova ne è che l’agenzia tedesca per la salute ha recentemente giudicato negativamente l’efficacia di un farmaco a base di cannabinoidi. Inoltre “questo testo è diventato una legge manifesto, andando al di là delle intenzioni di chi ci ha lavorato, poiché nella pratica è inefficace”. Per questo si tratta “di una forzatura su cui nutriamo dubbi. Non è utile che la Toscana faccia da apripista in un percorso così tortuoso e contraddittorio”.

Al contrario per Enzo Brogi (Pd) questo testo di legge “è un appuntamento importante di civiltà e sensibilità, ed è da sottolineare che si tratta di una legge di iniziativa consiliare”. “Lo scopo – ha spiegato Brogi – è quello di agevolare il farraginoso percorso che un centinaio di malati oggi è costretto a compiere per ricorrere a questo tipo di farmaci. Rendendo la procedura per l’utilizzazione più snella anche la comunità scientifica potrà approfondire gli studi sugli effetti dei cannabinoidi, mentre i malati potranno ridurre l’uso di morfine e di analgesici chimici molto più aggressivi di questi farmaci di origine naturale”.
 
      Oltre alla legge, approvata a maggioranza, il Consiglio regionale ha detto sì, all’unanimità, ad una risoluzione in virtù della quale la Giunta toscana chiederà al Governo nazionale e agli organismi scientifici competenti di assumere tutti gli atti e le iniziative necessarie a garantire l’accesso ai farmaci cannabinoidi. Il testo della risoluzione è stato integrato da alcune osservazioni del Pdl, accolte dalla maggioranza di Centrosinistra che aveva presentato la risoluzione, permettendo così il voto unanime.

Sulla proposta di legge, il consigliere Stefano Mugnai, Pdl, dopo aver affermato che è previsto un iter “estremamente farraginoso” per l’eventuale utilizzo di questa tipologia di farmaci, ha proposto al Consiglio un atto di indirizzo per impegnare la Giunta a chiedere al Governo e agli organismi scientifici di assumere tutti gli atti volti a garantire l’accesso ai farmaci cannabinoidi in sicurezza e con tempistiche idonee per non disperderne l’efficacia terapeutica. Ha sottolineato Mugnai: “L’approvazione di questa legge non cambierà sostanzialmente nulla rispetto alle procedure di accessibilità a questi farmaci, che oggi prevedono un iter molto complesso con tanti passaggi intermedi, quindi occorre ridisegnare il quadro complessivo”.

Monica Sgherri, capogruppo Fds-Verdi, ha affermato che “questa legge è un traguardo di civiltà, un esempio di buona politica raggiunto con la discussione e l’approvazione di un testo unificato e condiviso, ad oltre un anno dalla presentazione di due proposte in tema, una di cui sono stata prima firmataria, e l’altra di consiglieri del Pd”. La Sgherri ha affermato che “si tratta di una legge che, non travalicando i limiti imposti alle competenze regionali, dà certezze sull’accesso a questi farmaci uscendo dal labirinto che di fatto lo limitava pur permettendolo, perché fino ad oggi tale possibilità era lasciata alla conoscenza dei pazienti o del medico, alla buona volontà di quest’ultimo o al fatto che l’Asl di competenza fosse o meno attrezzata”.

Marco Taradash, Pdl, ha espresso voto favorevole. “La questione”, ha affermato il consigliere, “ha ripercorso le tappe del dibattito nazionale in materia di impiego dei farmaci derivati da canapa ed è certamente di competenza scientifica, non politica”. E poi: “Tuttavia mi sembra buona cosa che la Regione Toscana voglia semplificare le procedure di accesso a questo tipo di farmacopea sulla base delle prescrizioni mediche”.

Dario Locci, gruppo Misto, ha annunciato il suo voto contrario. “Non si può legiferare senza la certezza assoluta della bontà di questi farmaci da parte della comunità scientifica”, ha detto Locci. Che ha aggiunto: “Non solo tale certezza non esiste, ma esiste semmai la certezza dei molti effetti collaterali e dei sicuri danni che i farmaci cannabinoidi possono provocare”.

Paolo Ammirati, Pdl, ha precisato che il suo gruppo avrebbe votato contro, ma che “trattandosi di una materia complessa che coinvolge anche questioni di carattere personale” il gruppo si è posto con liberalità davanti a questo testo prendendo atto anche di posizioni differenti al suo interno. “L’avversità nei confronti di una legge-manifesto”, ha precisato Ammirati, “nasce dal fatto che essa non risolve i problemi dei malati” anche se “la politica non può sostituirsi alla scienza”.

Vittorio Bugli, capogruppo Pd, ha ricordato che “se a livello nazionale il dibattito è vecchio di dieci anni, in Consiglio toscano è un anno che si lavora concretamente a questa proposta di legge”. Secondo Bugli, inoltre, “la validità dei contenuti della legge è certificata in ambito medico-scientifico”. Ha quindi chiosato il capogruppo Pd: “Oggi ci apprestiamo ad approvare una legge che può migliorare le condizioni di vita di nostri cittadini. Se in ogni seduta riuscissimo a centrare un obiettivo del genere, potremmo essere molto soddisfatti del nostro lavoro”.

Maria Luisa Chincarini, Idv, dopo essersi detta “d’accordo con Bugli e con Taradash” si è rivolta a Locci ricordando che “tutti i farmaci hanno effetti collaterali, non solo quelli cannabinoidi” e che “se si dovesse valutare un farmaco solo dagli effetti collaterali, pochissimi farmaci della nostra farmacopea, o addirittura nessuno, sarebbe utilizzabile”.

Gianluca Lazzeri, Lega Nord, ha dichiarato “l’astensione della Lega” in quanto “la legge, anche se non condivisibile, presenta alcuni aspetti importanti” specie per quel che riguarda “la terapia del dolore e le cure ad essa connesse”.

02 maggio 2012
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