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Proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria entro 4 giorni 


24 MAG - L’intervento di colecistectomia può essere effettuato in laparoscopia o a cielo aperto (laparotomia), ma nei casi non complicati è la colecistectomia per via laparoscopica ad essere considerata il “gold standard”. Non c’è, comunque, una significativa differenza in mortalità o complicanze tra tecnica laparoscopica e laparotomica. La prima è tuttavia associata a una degenza ospedaliera e a una convalescenza significativamente più brevi rispetto al classico intervento a cielo aperto. Secondo la letteratura medica, la degenza post-operatoria dopo colecistectomia laparoscopica è in generale compresa tra 3 e 5 giorni. La “Degenza post-operatoria entro 4 giorni” è dunque un indicatore corretto per verificare la buona performance delle strutture. Essendo calcolati sulla base delle informazioni desunte dalla scheda di dimissione ospedaliera in cui solo raramente viene segnalato il doppio intervento, questi indicatori non possono tener conto dell’eventuale conversione dall’intervento laparoscopico a quello laparotomico. Infine, poiché in letteratura è noto che esiste un’eterogeneità di offerta degli interventi effettuati in laparoscopia tra strutture e popolazioni, dovuta in parte a fattori come l’età, la gravità della colelitiasi o le comorbidità dei pazienti, viene definito l’indicatore “Proporzione di colecistectomie laparoscopiche” che misura la proporzione di interventi effettuati in laparoscopia. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di colecistectomie laparoscopiche >85. (media esiti Italia 57,74%) 
 
Fatta eccezione per il San Salvatore de L’Aquila, tutte le realtà osservate nelle tre regioni del Centro presentano per questo indicatore dati statisticamente certi. Insomma o buoni o cattivi. Senza incertezze.
Più che ottime in Umbria le performance dell’Ao Castiglione del Lago (97,6%), seguita dall’Ospedale Città di Castello ( 88,1%), dal S.M. degli Infermi di Spoleto (87,3%) e dal S.G. Battista di Foligno (85,7%). Chiude il gruppo l’Ao S. Maria di Terni (67,8%). È invece decisamente allarme rosso al Presidio Ospedaliero Alto Chiascio di Gubbio con un 5,1%. L’Ao di Perugia di ferma al 35,3%.
È eccellenza nelle Marche, esattamente all’ospedale di Tolentino che sfodera le migliori performance registrate nelle tre Regioni: il 97,9%. Esiti più che favorevoli anche nella clinica Villa Anna a S. Benedetto del Tronto (87,9%) e all’Umberto I di Ancona (86,4%). Esiti sfavorevoli e più lontane dai parametri medi si registrano all’Ospedale di Senigallia (39%).
In Abruzzo si viaggia dalle soddisfacenti performance dell’Ospedale Civile Spirito Santo di Pescara (86,1%), a quelle decisamente pessime del Presidio Ospedaliero S. Nicola e Filippo di Avezzano (0,6%), della clinica Pierangeli di Pescara (0,8%), del Mazzini di Teramo (9,3%) e dell’Ospedale Civile a Vasto (23,6%). In linea con la media italiana il S. Salvatore a L’Aquila.

24 maggio 2012
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