Mortalità a 30 giorni dall’intervento di bypass aorto-coronarico (Bpac)
21 GIU -
L’intervento by-pass aorto-coronarico è indicato per alleviare i sintomi anginosi, quando questi resistono alla terapia medica, e dà risultati migliori delle cure mediche nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con malattia coronarica avanzata. È peraltro una procedura molto diffusa e poco rischiosa: i rischi potenziali sono essenzialmente condizionati da fattori legati allo stato generale di salute del paziente (che riguardano un 5% dei pazienti trattati), ma si stima che in un paziente in buone condizioni generali e senza gravi malattie il rischio di decesso sia intorno al 2%. È l’intervento cardochirurgico più eseguito al mondo e la mortalità a breve termine può rappresentare quindi un ottimo indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia. La valutazione si riferisce all’intero processo assistenziale ospedaliero e post-ospedaliero (a 30 giorni dall’intervento) ed è relativa al Bpac isolato, cioè non associato ad interventi sulle valvole o endoarteriectomia. La scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati. Sono stati presi in considerazione i risultati delle strutture con un volume annuo di Bpac > 85. In Italia la mortalità media è pari a 2.78%. (media esiti Italia 2.78%)
In
Calabria le migliori performance le ottiene una clinica: la S. Anna Hospital di Catanzaro con un tasso di mortalità dell’1,8%.
In
Sicilia brilla un’altra clinica, la Villa Maria Eleonora a Palermo con il migliore esito tra tutte le strutture sotto la lente in questa sesta puntata (1%). Mentre sempre in Sicilia è allarme all’Ospedale Papardo di Messina (7,3%); ma anche l’Iscas Morgagni Nord srl a Pedara e l’Ao Universitaria di Palermo, presentano esiti sfavorevoli pari a 4,9% e 4,5%, entrambe però in fascia grigia.
Due le strutture della
Sardegna analizzate (entrambe in fascia grigia): l’Ao G. Brotzu di Cagliari sotto la media italiana (2,1%), e l’Ospedale Civile di Sassari che invece la supera (3,1%).
21 giugno 2012
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