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Il 'turismo sanitario': nel 2010 un mercato da 100 mld di dollari destinato a crescere


04 DIC - Negli ultimi decenni la mobilità sanitaria ha conosciuto una evoluzione straordinaria, prevalentemente per questi fattori: la condivisione delle conoscenze del mondo globale grazie ad internet (che ha incrementato i movimenti di beni, servizi, persone e capitali tra i Paesi), l’evoluzione continua del settore dell’ICT e, infine, la facilità di viaggiare a basso costo e per destinazioni prima difficilmente raggiungibili.
Per “Turismo Sanitario” (in inglese Health Travel o Medical Tourism) si intende l’insieme delle attività di organizzazione di viaggio e di permanenza in un paese estero per ottenere delle specifiche prestazioni sanitarie, preventivamente definite, da parte di un centro medico o di un professionista sanitario di propria scelta.

È bene precisare che, sia la domanda che l’offerta di servizi sanitari rientranti nella sfera del Turismo Sanitario, riguardano prestazioni cliniche e chirurgiche cosiddette di elezione e dunque programmabili nel tempo, non riguardano quasi mai prestazioni sanitarie d’urgenza.

In letteratura viene comunemente riportata la schematizzazione di J.C. Henderson (2004) che, per prima, ha tentato di definire nel dettaglio i vari ambiti del Turismo Sanitario, suddividendo la ricerca di cure in quattro categorie:
a) l’area delle condizioni di Malattia (ogni forma di interventistica chirurgica, approfondimenti diagnostici, second opinion etc.);
b) l’area del benessere che può ricomprendere le cosiddette medicine alternative così come le terapie termali e il fitness;
c) L’area del miglioramento estetico attraverso la chirurgia plastica e cosmetica
d) L’area della riproduzione per i trattamenti per la fertilità e la procreazione assistita.

Il Turismo Sanitario è la risposta alla tendenza, in forte crescita, di recarsi in un altro paese per ricevere le cure di cui si ha bisogno. Anziché far riferimento a strutture interne al proprio Paese o, come in passato, alle eccellenze di Europa e Stati Uniti, flussi di turisti tendono a spostarsi verso Paesi spesso remoti, determinando la crescita di un mercato internazionale della sanità (OASI 2104).
I paesi storicamente precursori di questa attrattività organizzata di prestazioni sanitarie sono stati gli Usa, il Canada, Israele e Brasile e, nel continente europeo, la Svizzera.

Con la caduta del muro di Berlino e il dissolvimento delle repubbliche sovietiche, anche altri paesi europei si sono aperti a questa prospettiva di favorire la mobilità di pazienti esteri. In effetti, negli ultimi anni molti stati membri dell’Unione Europea (tra cui la Germania, alcune regioni della Spagna, l’Austria e il Belgio) si sono particolarmente impegnati e organizzati per favorire questo flusso di pazienti paganti, in particolare provenienti dalla Russia, dai paesi Baltici, da quelli Balcanici ed anche dalla Cina.

La direttiva europea 2011/24 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera (che sarà operativa in tutti gli stati membri dal 4 dicembre 2014) vuole essere uno strumento più attento a garantire la possibilità di accesso alle cure sanitarie ai cittadini europei in ogni paese dell’Unione ed è innegabile che essa rappresenti anche uno straordinario veicolo per rafforzare i legami fra le imprese commerciali e il mondo sanitario tra i paesi dell’Unione Europea. Inoltre, pur garantendo la libera iniziativa privata e avendo a disposizione percorsi di cura pubblici e privati, bisogna sottolineare che l’accesso alle cure nei paesi UE viene comunque garantito a tutti i cittadini senza danneggiare i cittadini residenti del paese coinvolto.
La crescente domanda e offerta di salute in una prospettiva globale è una realtà consolidata e non più trascurabile. Per molti analisti il futuro della sanità sarà contrassegnato dalla mobilità internazionale alla ricerca di qualità e/o alla ricerca di costi ridotti a parità di servizi. D’altra parte, va considerato il fatto che il fenomeno non è ancora ben conosciuto in quanto sono assai scarse le ricerche nel settore e queste investono in particolare i pazienti americani, i quali si recano all’estero per cure al fine di conseguire dei risparmi nei costi e non in ragione di ricevere cure di eccellenza, come invece avviene per pazienti provenienti dai paesi del Golfo, dalla Russia e dai paesi baltici.

I valori economici in gioco nel mercato mondiale del Turismo Sanitario sono comunque impressionanti. Si stima che nel 2010 il mercato del Medical Tourism associato a quello del Welness abbia mosso 100 miliardi di dollari nel mondo (Deloitte) ed è destinato a crescere.

Per questo motivo l’Italia (l’OMS considera il SSN italiano come uno dei migliori al mondo per la qualità delle prestazioni mediche garantite, per la varietà di strutture pubbliche e private con reparti clinici di altissima specializzazione e per le numerose eccellenze riconosciute a livello mondiale) può diventare una meta di eccellenza per il turismo sanitario internazionale, perché offre la doppia possibilità di trascorrere un periodo di relax in rinomate località di attrazione turistica e quella di risolvere una patologia.

04 dicembre 2014
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