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Centro Studi Microcitemia di Roma. Come nasce, come lavora


25 GIU - Il Centro di Studi della Microcitemia di Roma è stato istituito nel 1952 dal Prof. Ezio Silvestroni, scopritore, nel 1942, insieme alla moglie Ida Bianco, di un’anomalia a carico degli eritrociti a cui diede il nome di microcitemia. È per assicurare l’assistenza sanitaria ai malati di anemia mediterranea, promuovere studi e ricerche su questa grave malattia e realizzarne la prevenzione che nacque il Centro, gestito dall’Associazione Nazionale per la lotta contro le Microcitemie in Italia e diretto dal 1952 al 1990 dal Prof. Ezio Silvestroni, poi, dal 1990, dopo la sua scomparsa, dalla Prof.ssa Ida Bianco, e a partire dal 2004 dal Dott. Antonio Amato.

Presso il Centro Studi Microcitemie di Roma (CSMR) di routine si eseguono le analisi necessarie per diagnosticare le diverse alterazioni emoglobiniche ed ematologiche riguardanti le patologie emoglobiniche. Quando necessario, a discrezione dei nostri specialisti, alle analisi diagnostiche routinarie possono essere associate altre indagini di chimica clinica, quali: GOT, GPT, fosfatasi alcalina, Znpp, UIBC, sTfR, azotemia, glicemia, gammaGT, ecc.

Dal 1975 il Centro svolge anche il lavoro di screening per microcitemia in ambito scolastico che ha come scopo primario l’identificazione e l’informazione precoce dei microcitemici e ha come target gli studenti delle classi terze delle oltre 400 scuole medie del Lazio. “Lo screening scolastico, se pur basato essenzialmente sull’aspetto diagnostico, è diventato anche un mezzo di informazione sia per l’utenza (famiglie e personale scolastico) sia per i medici ai quali i genitori si rivolgono per acquisire notizie. Infatti il depliant con le informazioni più significative sulla talassemia viene consegnato a circa 45.000 famiglie/anno e ciò permette ad un elevato numero di soggetti di venire a conoscenza dei vari aspetti che riguardano il problema”, spiega l’ANMI.

Inoltre lo screening scolastico:
•    sollecita l’interesse dell’utenza direttamente coinvolta in modo incisivo e mantiene viva la memoria della propria condizione;
•    assicura una gestione omogenea delle informazioni a livello regionale, gestione non facile se si considera che il CSMR ha un'unica sede;
•    permette l’ interazione fra il CSMR e i medici scolastici, gli assistenti sanitari ed il personale docente e scolastico in generale;
•    coinvolge i medici del SSN soprattutto nelle consulenze richieste dalle famiglie degli studenti all’atto della consegna delle risposte;
•    aggiorna costantemente i dati epidemiologici scientifici in merito alle microcitemie. Infatti negli anni '70-'80 l’importanza diagnostica veniva data esclusivamente alle beta microcitemie evidenti, mentre oggi rivestono rilevanza anche altre forme un tempo sconosciute o sottovalutate;
•    consente anche di modulare l’approccio diagnostico in base ai cambiamenti della popolazione target: infatti nel corso degli ultimi 10 anni la tipologia di iscritti alla nostra scuola dell’obbligo ha vissuto un notevole cambiamento in relazione all’alta percentuale di ragazzi di origine estera.
 
“Una larga fascia di studenti con genitori stranieri – spiega il Direttore Centro Studi Microcitemie di Roma - ANMI Onlus, Antonio Amato - provengono da territori ad alta incidenza di emoglobinopatie, dove l’informazione preventiva è spesso totalmente assente. Questo cambiamento sociale ha stimolato gli specialisti del Centro a modificare le analisi diagnostiche per offrire un servizio il più efficace ed efficiente. Così operando lo screening scolastico riesce a coinvolgere, senza nessuna stigmatizzazione, anche i ragazzi di origine straniera, quasi sempre totalmente ignari delle problematiche preventive”. Il coinvolgimento delle famiglie degli studenti, sottolinea Amato, permettono di ampliare l’attività di diagnosi alla popolazione adulta.

Ogni anno, attraverso l’attività di screening, vengono esaminati circa 33.000 ragazzi a cui venivano segnalate, oltre alla presenza di beta microcitemia, eventuali forme anemiche, sospetti di altri tipi di microcitemie (alfa, delta, ecc.), ed emoglobinopatie (HbS, HbC, HbD, ecc.). Le nuove diagnosi di beta microcitemie, costanti nel tempo, sono circa 700 all’anno. Nel dettaglio, nel 2014 sono stati individuati 681 nuovi portatori di microcitemie del gruppo beta (Scarica il Report Screening Scolastico 2013-2014).

“E’ grazie a questo lavoro – evidenzia Amato – che possiamo affermare di avere, nel Lazio, per quanto riguarda le microcitemie, i livelli di prevenzioni più elevati in Italia e tra i più elevati in Europa”.

25 giugno 2015
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