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La replica del Dg Serpieri: “Presunto taglio dei posti letto da ricondursi esclusivamente alla applicazione delle norme di riorganizzazione della rete ospedaliera”


17 DIC - “Tutte le aziende, non solo la nostra, si trovano a dover fronteggiare difficoltà legate al rispetto alla lettera la nuova normativa europea sull’orario di lavoro”, ma “la questione del presunto taglio dei posti letto (peraltro tutta ancora da declinare ed attuare) è da ricondursi, come del resto già più volte ribadito, esclusivamente alla applicazione delle norme di riorganizzazione della rete ospedaliera derivanti dai provvedimenti regionali di attuazione del Programma Operativo di attuazione del Piano di Rientro, prima, e successivamente dal nuovo Decreto Ministeriale del 2015 sugli standard ospedalieri”. Ad affermarlo, in una nota, è Chiara Serpieri, direttore generale della Asl di Vercelli, che risponde così all’allarme lanciato da alcuni sindacati.

Serpieri sottolinea, inoltre, come le assunzioni, nella Asl, siano “ripartite da maggio, con un sostanziale mantenimento del turn over, e con totale utilizzo del tetto di spesa sul persole vigente” e ribadisce l’impegno della Asl a “proteggere quanto di più prezioso per noi, ovvero la fiducia dei cittadini. Faremo tutto quanto in nostro potere per impedire che vengano a mancare servizi, ma più ancora stiamo facendo tutto quanto in nostra competenza per migliorare la nostra offerta sanitaria”.

Ecco il testo integrale della nota di Serpieri in risposta all’allarme lanciato dai sindacati.

In merito al comunicato delle Organizzazioni sindacali del Comparto inviato a tutte le testate, vogliamo rilevare che vi sono contenute alcune informazioni erronee, che offrono una vista sul problema decisamente fuorviante. Vorremmo chiarire a beneficio di chi ci legge, che poi è anche chi usufruisce dei nostri servizi, quanto segue.

Tutta la questione parte dalle oggettive difficoltà che tutte le aziende, non solo la nostra, si trovano a dover fronteggiare per rispettare alla lettera la nuova normativa europea sull’orario di lavoro (nuova peraltro solo per i medici, in quanto già in vigore per il personale del comparto da anni), di cui stiamo parlando da settimane e di cui ci si sta occupando anche in sede di legge di stabilità.

Si tratta di un problema serio, che contrappone in modo paradossale interessi di tutela della salute dei lavoratori a esigenze di flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro, sia dal punto di vista del datore che da quello del lavoratore stesso, ormai abituato a margini di libertà organizzativa e di comodità nella gestione dell’orario di lavoro, da sentire perfino come troppo stringenti le nuove norme di tutela.

Tuttavia, ferme le difficoltà interpretative per cui tutte le Aziende di Italia si sono confrontate, la Legge deve essere applicata a tutela dei lavoratori e, se si può dire così, “nonostante essi stessi”.

Nella ns. Azienda, la questione verte in particolare sul desiderio comprensibile dei lavoratori di fare turni di reperibilità lunghi, per impegnare il minor numero possibile di notti e week end a disposizione “teorica” dell’azienda, a fronte del rischio, mediamente valutabile tramite il numero delle chiamate, di essere effettivamente chiamati in servizio interrompendo il riposo. Evidentemente la valutazione del rischio (oggi rafforzato in presenza delle nuove norme) è a carico esclusivamente del datore di lavoro, che se ne assume la responsabilità conseguente, come la giurisprudenza sempre ha confermato in modo lineare e costante.

Le assunzioni, poi, sono ripartite da maggio, con un sostanziale mantenimento del turn over, e con totale utilizzo del tetto di spesa sul persole vigente.

Secondariamente, la questione del presunto taglio dei posti letto (peraltro tutta ancora da declinare ed attuare) è da ricondursi come del resto già più volte ribadito, esclusivamente alla applicazione delle norme di riorganizzazione della rete ospedaliera derivanti dai provvedimenti regionali di attuazione del Programma Operativo di attuazione del Piano di Rientro, prima, e successivamente dal nuovo Decreto Ministeriale del 2015 sugli standard ospedalieri. Entrambe queste fonti normative convergono sulla necessità, che per noi è obbligo, di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera, su cui non ci dilunghiamo per averne già diffusamente parlato.

Per il riordino della rete ospedaliera, sono in corso impegnativi percorsi progettuali, che coinvolgono tutti i settori dell’Azienda. Le norme prevedono anche che il riordino venga attuato a parità di risorse disponibili, anzi che vengano liberate risorse da collocare su nuovi servizi ai cittadini.

Le nuove norme sull’orario di lavoro in qualche modo “inceppano“ questo percorso di razionalizzazione per liberare risorse. E’ di questi giorni la notizia che sarebbero stimate in alcune migliaia in tutta Italia le nuove assunzioni che dovrebbero consentire alle aziende sanitarie di far fronte alle nuove norme, risorse che invece e certamente non potrebbero (come parrebbe essere intenzione dell’Azienda, secondo le Organizzazioni Sindacali) essere liberate dalla attività di razionalizzazione.
Si tratta quindi di problemi che hanno tempistiche di soluzione differenti. Per completare la riorganizzazione, infatti, ci vorranno mesi o addirittura anni, mentre le nuove norme sono già vigenti.

Inoltre, come Azienda siamo impegnati a proteggere quanto di più prezioso per noi, ovvero la fiducia dei cittadini. Faremo tutto quanto in nostro potere per impedire che vengano a mancare servizi, ma più ancora stiamo facendo tutto quanto in nostra competenza per migliorare la nostra offerta sanitaria. Il lavoro di questi mesi con i nostri interlocutori sociali si è rivelato molto utile e costruttivo, in un clima di collaborazione e di rispetto ampio, e di ciò siamo orgogliosi.

Da ultimo dobbiamo ricordarci che, nella nostra Asl, il personale turnista gode tuttora di un privilegio in quanto, a differenza del restante personale, ha un obbligo contrattuale ancora basato sulle 35 ore settimanali (anziché, come tutti, sulle 36 ore). E’ chiaro che, perdurando queste difficoltà oggettive, questa situazione dovrà essere rivisitata, rendendo disponibili nuovamente per i servizi molte migliaia di ore di lavoro che oggi non vengono lavorate.

Confido che quanto sopra per quanto “tecnico” possa risultare comprensibile dai più, nella speranza di aver chiarito gli aspetti sollevati nel comunicato, ringrazio per la disponibilità a volerne dare diffusione per dovere di chiarezza in primo luogo nei confronti dei nostri cittadini.

Chiara Serpieri
 Direttore Generale ASL VC


17 dicembre 2015
© Riproduzione riservata
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