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Mangiacavalli (Ipasvi): “Preoccupati e delusi dalle richieste delle Regioni”


25 MAG - “Abbiamo lavorato due anni col ministero della Salute e, credevamo, con le Regioni – commenta la richiesta di fabbisogno formativo delle Regioni Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale Ipasvi - per mettere a punto un meccanismo di fabbisogno di nuovi professionisti in linea con quanto chiesto dall’Europa. Abbiamo calcolato tutto, grazie al lavoro intensissimo della direzione delle professioni del ministero e alla fine il lavoro è stato formalizzato con richieste precise per il prossimo anno accademico, ma anche con proiezioni altrettanto precise per quanto riguarda gli anni fino al 2035.
La Federazione Ipasvi ha guardato un po’ oltre i semplici dati, dando fiducia alle promesse di reintegro di organici ormai ridotti ai minimi termini (di infermieri ne mancano almeno 20mila per rispettare gli obblighi di orario di lavoro europei e altri 30mila per realizzare veri servizi a livello di territorio), ma ci è stato detto che per ora è meglio basarsi solo sulla normativa vigente".

"Bene. Fin qui il ragionamento è filato senza troppi ostacoli. Senonché ora le Regioni hanno gettato tutto il lavoro alle ortiche e basandosi su uno storico che si sarebbe dovuto abbandonare, tornano ai vecchi numeri di fabbisogno. Anzi, nell’ottica di una spesa sempre più da ridurre e di un numero sempre maggiore di disoccupati, precari e sottoccupati da sanare, puntano perfino al ribasso. Siamo preoccupati. E anche delusi. Preoccupati perché la richiesta di infermieri è sempre più forte, come dimostrano i recenti studi Censis e del nostro Centro studi basati sul rapporto sulla forza lavoro dell’Istat: gli italiani in un anno hanno chiesto oltre 12 milioni di prestazioni infermieristiche per le nuove cronicità, la non autosufficienza e i bisogni sul territorio e le hanno pagate più di 6 miliardi di tasca propria, mentre a erogarle avrebbero dovuto essere proprio le Regioni. Delusi perché due anni di lavoro e di ragionamenti sembra non siano serviti a nulla. Nemmeno a far capire a chi ne dovrebbe fare tesoro che il modello di assistenza sta cambiando”, ha concluso Mangiacavalli.
 

25 maggio 2017
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