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Lombardia. Scandali sanità. Cambiano regole per accreditamento privati


Approvata delibera dell’assessore alla Sanità Bresciani. Dal 2013 i privati accreditati dovranno presentare certificazione antimafia del gestore e di tutti i proprietari, relazione annuale dell'organismo di vigilanza e bilancio consolidato approvato e certificato da una società di revisione. 

26 LUG - Dopo gli scandali della sanità, che hanno visto coinvolte strutture private accreditate come la Fondazione Maugeri e l'ospedale San Raffaele, la Lombardia ha deciso di cambiare le regole per l'accreditamento con una delibera votata dalla Giunta mercoledì 25 luglio, su proposta dell'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, e su cui si è iniziato a lavorare da maggio. 

Dal 2013, per stipulare la convenzione con la regione, i privati accreditati dovranno presentare certificazione antimafia del gestore e di tutti i proprietari, una relazione annuale dell'organismo di vigilanza dell'ente stesso (previsto dalla d.lgs. 231/2001), e il bilancio consolidato approvato e certificato da una società di revisione.

"In assenza di un intervento delle norme nazionali che ci dia competenze più ampie come chiediamo da tempo per poter controllare anche le Fondazioni e gli Irccs - ha spiegato il presidente della regione, Roberto Formigoni - ci siamo auto-attribuiti poteri di verifica e controllo. Speriamo che il Governo non impugni questo nostro provvedimento che è al limite delle nostre competenze". Andando più nel dettaglio, la delibera stabilisce che per i soggetti non iscritti alla Camera di Commercio (fondazioni ed enti no profit) dovrà essere acquisita dichiarazione sostitutiva di atto notorio, che attesti l'insussistenza di cause di divieto previste dalla normativa antimafia.

Gli Irccs (compresi fondazioni ed enti no profit), che sono nelle condizioni di accedere a contratti o finanziamenti per prestazioni rese al Ssn di valore pari o superiore a 800mila euro l'anno, dovranno trasmettere ogni anno alle asl competenti ''l'ultimo bilancio consolidato approvato, con relazione di società di revisione contabile, che riporti in modo esplicito l'assenza o presenza di criticità (come stati patrimoniali, debiti) e deve riguardare tutte le attività sanitarie e socio sanitarie in capo alla proprietà''.

Dovrà inoltre essere attestata la regolarità con gli obblighi previdenziali del legale rappresentante e la regolarità della continuità gestionale e finanziaria a garanzia dell'affidabilità della struttura e dell'eventuale gruppo di appartenenza. Se questi documenti non vengono trasmessi alle asl, queste potranno prima emettere un atto di diffida ad adempiere entro 15 giorni. In mancanza, il contratto viene sospeso per 6 mesi, scaduti i quali scatta la revoca della convenzione.

In via di approvazione in Giunta invece è saltata l'idea di della sanzioni 'pecuniarie', di cui Bresciani aveva parlato nei giorni scorsi. Nel caso la struttura non fosse riuscita ad erogare le prestazioni sanitarie, si pensava di farle svolgere ad un'altra scelta della regione, addebitando i costi delle prestazioni all'ospedale inadempiente. Le sanzioni che rimangono sono quindi la sospensione e la perdita della convenzione.
 
A.L.

 

26 luglio 2012
© Riproduzione riservata

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