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IZS Lazio e Toscana propone la creazione di un “Centro Sperimentale per l’Insetticoltura Sostenibile”


La proposta prevede in particolare la creazione di un partenariato in cui il settore della ricerca pubblica incontra quello della ricerca privata e dell’impresa, delle istituzioni locali e dei consumatori. “L’allevamento di insetti su sottoprodotti di natura organica, come ad esempio gli ‘scarti’ dell’industria agro-alimentare, rappresenta un formidabile strumento per reimmettere nella catena alimentare prezioso materiale”, spiega l'IZS.

22 MAR - Creare un “Centro Sperimentale per l’Insetticoltura Sostenibile” presso la sezione di Viterbo dell’IZS Lazio e Toscana. È la proposta dell’Istituto presentato oggi nel corso di un incontro a cui hanno partecipato, oltre a Ugo Della Marta, direttore generale dello Zooprofilattico, il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli; il Direttore f.f. della Asl Viterbo- Area sanità animale e produzioni animali, Nicola Ferrarini; direttore di Confagricoltura Viterbo, Daniele Ciorba; Fabio Angeli, presidente Tusciavicoli, Alessio Cupidi, della Federazione nazionale di prodotto- Avicoli; Famiano Crucianelli, presidente Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, Giorgio Matteucci, direttore dell’Istituto di BioEconomia del CNR; Nicola Lacetera, professore ordinario DAFNE Università della Tuscia; e AnnaMaria Fausto, èrofessore ordinario DIBAF - Università della Tuscia.  

La proposta dell’IZS Lazio e Toscana, prevede in particolare la creazione di un partenariato sulla base del modello del “living lab”, dove il settore della ricerca pubblica incontra quello della ricerca privata e dell’impresa, delle istituzioni locali e dei consumatori, co-progettando lo sviluppo e la validazione delle innovazioni nell’ambito dell’insetticoltura sostenibile e facilitandone il trasferimento dei risultati sul territorio.

“L’allevamento di insetti su sottoprodotti di natura organica, come ad esempio gli “scarti” dell’industria agro-alimentare, rappresenta oggi un formidabile strumento per reimmettere nella catena alimentare prezioso materiale spesso destinato alla distruzione”, spiega l’Istituto in una nota. “Le proteine ottenute dagli insetti - aggiunge - possono infatti essere impiegate per la produzione di mangimi da utilizzare nell’allevamento avicolo, in quello suinicolo e nell’acquacoltura, nel pieno rispetto dell'etologia degli animali. Gli insetti allevati su scarti organici costituiscono inoltre un’interessante fonte per la produzione di “molecole tecniche” (biocarburante, lubrificanti, chitosano, etc) da impiegare nell’industria chimica, meccanica e farmaceutica”.

L’insetticoltura sostenibile è, in sintesi, “un’interessante opzione per il perseguimento di alcuni importanti obiettivi individuati nelle agende di istituzioni come le Nazioni Unite (Agenda 2030) e la Commissione Europea (“Farm to Fork”; “Climate Neutrality by 2050”)”.

“Insieme - dichiara nella nota Ugo Della Marta-  è possibile studiare modelli di “piccole economie circolari” locali per l’allevamento di insetti da sottoprodotti/scarti organici. La biomassa d’insetto prodotta attraverso la bioconversione degli scarti organici potrà essere avviata alla trasformazione in mangimi (già autorizzati per alcune specie allevate), alimenti e molecole tecniche, con l’obiettivo di creare nuove opportunità di crescita economica per il territorio e, al contempo, di migliorare la sostenibilità ambientale delle filiere produttive che su questo insistono.

Alla discussione, fa sapere l’Istituto, “hanno partecipato tutti gli interlocutori, che nelle loro specificità hanno manifestato  grande interesse per il progetto condividendo la proposta di stipulare di un accordo quadro che metta insieme  gli interessi dei vari enti ed organismi per realizzare congiuntamente attività scientifiche attraverso proposte progettuali, progetti di ricerca, corsi di formazione,  attivazione e promozione di nuove iniziative basate sulla compartecipazione in relazione ad aree tematiche di interesse comune”. La realizzazione di un progetto con tali caratteristiche, per l’IZS di Lazio e Toscana , “rappresenta una esperienza unica nel panorama nazionale, in un settore in forte espansione e dal sicuro impatto ai fini della sostenibilità ambientale”.

22 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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