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Tumori. Forte rallentamento delle prestazioni di radioterapia al Businco. Foddis: “Necessario l’ammodernamento tecnologico del reparto”

di Elisabetta Caredda

I nuovi pazienti da trattare per neoplasie alla prostata o alla mammella per i quali la lista di attesa al Businco è calcolata ad oltre i 120 giorni, dovranno rivolgersi presso i servizi di radioterapia del presidio del San Francesco di Nuoro, del Mater Olbia o dell’AOU di Sassari. Od ancora presso un’altra struttura del territorio nazionale, con la mobilità extraregionale. Scoppia la polemica. Foddis: “Abbiamo redatto un cronoprogramma, continueremmo a garantire le prestazioni ai pazienti presi in carico e anche le urgenze”.

07 GIU -

A raccontarla così potrebbe apparire una vera e propria Odissea quella che anche in queste ore vede l’ospedale A. Businco di Cagliari, sede importante di riferimento dell’isola per le cure oncologiche, al centro di accese reazioni tra critiche e allarmismi sorte in seguito alla comunicazione del direttore della S.C. di Radioterapia Oncologica di non poter più inserire nuovi pazienti da trattare per neoplasie alla prostata o alla mammella, sino al prossimo 30 ottobre. Ciò, nell’esigenza di dover dar corso al rinnovamento dei macchinari radioterapici, datati e oramai obsoleti.

Per questi nuovi pazienti, dove la lista di attesa slitterebbe oltre i 120 giorni, su tutta la provincia di Cagliari e sud Sardegna, fino a fine lavori, non ci sono altre sedi di radioterapia alternative. Il trattamento radioterapico per chi è stato già preso in carico dal reparto potrà invece continuare ad essere eseguito presso una delle quattro macchine radioterapiche presenti al Businco, che verrà sostituita per ultima non appena entreranno in funzione le nuove. Ed i nuovi pazienti potranno rivolgersi presso i servizi di radioterapia del presidio del San Francesco di Nuoro, del Mater Olbia o dell’AOU di Sassari. Ciò dipenderà dal flusso di pazienti che avrà necessità di effettuare la radioterapia considerato che le strutture menzionate già seguono numerosi pazienti dei territori succitati, e dagli specialisti che potranno essere disponibili a prestare la propria collaborazione per coprire i turni. Altra via, alla necessità, è la possibilità di rivolgersi presso un’altra struttura del territorio nazionale, con la mobilità extraregionale.

Ecco dunque sollevarsi, com’è comprensibile, la preoccupazione dei pazienti. Il caso inevitabilmente arriva e fa mobilitare anche i consiglieri regionali. Tra i quali il vice presidente della commissione Sanità Daniele Cocco e il collega di gruppo consiliare Eugenio Lai (Alleanza Europa Verde Sinistra Possibile), che puntano il dito contro lo stallo del servizio di radioterapia del Businco e sottolineano il già eccessivo carico di lavoro dell'ospedale San Francesco di Nuoro, carente anche di tecnici radiologi; così come da Forza Italia, la consigliera Alessandra Zedda, che non ha condiviso la programmazione “della chiusura del reparto per cinque mesi senza aver prima definito valide alternative per i tanti pazienti affetti dal tumore al seno e alla prostata e per i quali la radioterapia, se effettuata tempestivamente e senza interruzioni, rappresenta la via maestra per la guarigione”. Zedda si appella all'Assessore Doria per un intervento tempestivo, “per raggiungere rapidamente una soluzione urgente e soddisfacente per tutti i pazienti”.

L’importanza della delicata problematica ha raccolto l’attenzione anche di Quotidiano Sanità che, per approfondire sulla questione, ha ascoltato direttamente la direttrice generale di Arnas G. Brotzu, Agnese Foddis, azienda alla quale fa capo l’ospedale Businco.

“Abbiamo la responsabilità di garantire un’assistenza sanitaria all’avanguardia con i tempi – ci spiega la manager Arnas -, e di migliorare le prestazioni per ottimizzare l’efficienza dei percorsi di cura. Perché l’auspicio è salvare la vita ai pazienti oncologici e con patologie altrettanto gravi, quanto le malattie acute perché non diventino croniche. Così come, altresì, abbiamo la responsabilità quando le nostre strutture non sono adeguatamente idonee ad assicurare le terapie in ‘sicurezza’ del malato, dettaglio fondamentale che tengo a sottolineare. Ed è qui che si inserisce l’impegno di ammodernamento tecnologico del reparto di radioterapia, che oramai presentava macchinari datati ed obsoleti, arrivati al limite dell’usura, non più garantiti per continuare a curare i pazienti”.

“Il direttore della struttura di radiologia ha quindi comunicato correttamente – evidenzia Foddis -, con onestà etica e morale, per i nuovi pazienti affetti da tumore al seno o alla prostata per i quali la radioterapia può essere procrastinata massimo entro i 120 giorni, la situazione attuale del reparto, dove però la lista di attesa si prolungherebbe ben oltre quei 120 giorni. Ciò per non alimentare speranze nel paziente stesso di riuscire a tagliare invece i suddetti tempi, anche perché se durante l’attesa succede qualcosa al malato, l’azienda rischia di essere citata in giudizio.

Il trattamento radioterapico per i pazienti già presi in carico potrà continuare invece ad essere eseguito presso una delle quattro macchine radioterapiche presenti al Businco, che verrà sostituita per ultima non appena entreranno in funzione le nuove. Ancora, per quanto riguarda i casi oncologici di patologie anche diverse dove la radioterapia è richiesta con intervento urgente, li stiamo prendendo in carico. In concomitanza ai lavori di ammodernamento infatti, le macchine non saranno spente, lavoreranno a due a due secondo un cronoprogramma che è stato pensato a priori per i pazienti, ovvero prima di avviare i lavori di sostituzione dei macchinari. Addirittura stiamo posticipando le prestazioni di radioterapia sino alle 23:00, medici e personale sanitario stanno dando la loro disponibilità con umanità, lavorando con abnegazione. Ci si sta facendo ‘in quattro’ nonostante le apparecchiatture non possano essere attivate contemporaneamente, in questo periodo, proprio per fronteggiare le emergenze”.



“Obiettivo dunque di questa azione di ammodernamento – prosegue la direttrice - è la riduzione e l’auspicio all’azzeramento della mobilità dei pazienti verso altre regioni. Che vantano già tecnologie superiori a quelle che avevamo noi, ma che oggi abbiamo l’opportunità di adeguare grazie all’investimento dei finanziamenti che ci sono pervenuti dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e attraverso i progetti approvati e rientranti nel PNRR, con in aggiunta il cofinanziamento regionale per un totale di quasi 20 milioni di euro. Siamo dunque operativi, non possiamo permetterci di sprecare queste importanti risorse.

Già dal mese di aprile sono iniziati i lavori di montaggio del primo di uno dei due nuovi acceleratori lineari (Linac) acquistati, che consentiranno di eseguire tutte le moderne tecniche radioterapiche complesse, con tempistiche di trattamento per il paziente che oscillano dai 5 ai 15 minuti, contro le attuali di 15/40 minuti a trattamento, sempre per paziente. Programmati dunque, nell’arco di questi cinque mesi, i lavori anche per il montaggio della Tomoterapia compiuterizzata a spirale integrata, unico (LINAC con TC) nel campo delle apparecchiature di radioterapia a fasci esterni perché ha la caratteristica di effettuare la somministrazione della dose terapeutica per “strati” trasversi di specifiche aree anatomiche dei pazienti. Tant’è che questa tipologia di irradiazione del paziente viene anche denominata ‘elicoidale’”.

“La Tomoterapia in questione – sottolinea ancora la manager - è dotata del sistema Synchrony che consente, in maniera mirata, di seguire il movimento della lesione tumorale e il movimento d'organo, ovvero il monitoraggio e la previsione continua dell'escursione della lesione durante l'irradiazione terapeutica, nonchè il conseguente cambiamento di direzione del fascio terapeutico pressoché in tempo reale. Ciò, in modo da adeguare perfettamente la distribuzione di dose alla nuova posizione del volume bersaglio. Tutto questo sarà possibile grazie ad una tecnologia unica, che installeremo appunto, e che permette l'acquisizione di immagini radiografiche planari a determinati intervalli, unita al monitoraggio continuo con una telecamera ad infrarossi. Una tecnologia quindi di ultima generazione che consente di erogare una dose terapeutica al tumore con il massimo risparmio degli Organi sani circostanti, e con la conseguente riduzione della tossicità”.

“I pazienti, con questi nuovi macchinari, potranno eseguire e concludere l’intero trattamento radioterapico con un numero minore di sedute; puntiamo ad azzerare le liste di attesa. Per la nostra azienda la cura e la presa in carico del paziente oncologico è una priorità in primis a livello umano, e poi strategico. Mi rendo conto che questi mesi richiederanno un sacrificio di spostamenti per i nuovi pazienti, che non saranno però lasciati soli! Già dalle scorse settimane abbiamo provveduto ad emanare una manifestazione di interesse per tecnici di radioterapia da inviare in prestazione aggiuntiva presso la ASL 3 di Nuoro per aumentare il numero di prestazioni, così come abbiamo definito di aumentare le ore di attività giornaliere del macchinario che resterà in attività al Businco dalle 8 alle 24 possibilmente sette giorni su sette utilizzando anche l’istituto delle prestazioni aggiuntive.

Proprio questo pomeriggio parteciperò ad un incontro in assessorato alla sanità per discutere delle iniziative in campo per sostenere le cure radioterapiche per i pazienti oncologici. La radioterapia del Businco è un reparto di riferimento di tutte le patologie oncologiche e onco-ematologiche, l’affluenza dei pazienti è riferibile all’intero territorio, e l’azienda che rappresento intende assicurare nel pieno delle responsabilità, la miglior assistenza sanitaria a chi ci chiede di essere curato, e l’indiscussa ottimizzazione delle prestazioni con macchinari che devono poter garantire i trattamenti in piena sicurezza del paziente stesso” – conclude Foddis.

Elisabetta Caredda



07 giugno 2023
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