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Sicilia: Russo, “Attenzione al razzismo mediatico”


Lo ha affermato l’assessore alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo, nel corso di una conferenza stampa sul “caso Messina”. Annunciata la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti annui e controlli stringenti sull’intramoenia e il personale non strutturato.

03 SET - “Non vorrei che queste vicende gravi, per certi versi sconcertanti, diventino l'occasione per una sorta di razzismo mediatico”. L’assessore alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo, invita gli organi di informazione e l’opinione pubblica a non lasciare che l’ondata emotiva trasformi il “caso Messina” in una condanna tout court della sanità regionale. Così come sottolinea che la Regione metterà in campo una serie di azioni correttive sulla base di “un’equilibrata e rigorosa lettura della documentazione a proposito dei recenti fatti. Non possiamo decidere sull'onda emotiva. Intanto abbiamo adottato gli immediati provvedimenti necessari per il caso e credo che difficilmente si registri in Italia quella tempestività come quella che ha caratterizzato il caso Messina”.
La lite tra ginecologi nella sala parto del Policlinico di Messina ha comunque portato l’amministrazione regionale a compiere una riflessione più ampia sull’evento nascita in Sicilia. Dalle criticità emerse sono conseguite due decisioni, annunciate oggi in conferenza stampa dall’assessore Russo: “Chiuderemo i punti nascita con meno di 500 parti l'anno, che in Sicilia sono circa il 10% su 70 punti nascita” e si avvierà una verifica rigorosa sull’attività intramoenia e “sul deprecabile malcostume dell'indebito utilizzo delle strutture sanitarie pubbliche a fini privati da parte di soggetti non autorizzati”.
Riguardo al primo punto, l’assessore ha precisato che per alcuni piccoli punti nascita potranno essere fatte delle eccezioni nel caso essi rappresentassero gli unici punti di riferimento a breve distanza per alcune aree di residenza. Saranno contestualmente messe in atto azioni per disincentivare il cesareo. “Svilupperemo la rete del servizio d'urgenza per le partorienti e i neonati”,  ha detto Russo sottolineando che, proprio per contrastare il ricorso al cesareo, la Sicilia è stata “tra le prime regioni ad avere adottato un provvedimento che equipara il costo di un parto cesareo a quello naturale”.
Riguardo all'uso delle strutture pubbliche da parte di soggetti non strutturati e all’attività intramoenia, l’assessore ha già inviato una direttiva ai direttori generali per “una puntuale e rigorosa attività di verifica che consenta di appurare l'eventuale esistenza di comportamenti analoghi” a quelli che si sono verificati nel Policlinico di Messina, “con conseguente adozione dei provvedimenti che ne impediscano la prosecuzione, ivi compreso l'immediato allontanamento dalla struttura di coloro che si rendano responsabili di siffatti comportamenti e la segnalazione all'autorità giudiziaria”. L’attività di borsisti e specializzandi dovrà essere svolta esclusivamente “sotto il diretto controllo dei responsabili dei reparti e dei tutor o comunque del personale strutturato”.
E poi, operazione trasparenza per quanto concerne l’intramoenia. Le tipologie di prestazioni espletabili, le relative tariffe, le fasce orarie di disponibilità, gli spazi destinati all'intramoenia, i nominativi dei professionisti e gli emolumenti spettanti dovranno inoltre essere pubblicati sui siti internet di ciascuna azienda. Nel frattempo i direttori generali provvederanno ad una puntuale ricognizione delle autorizzazioni già rilasciate per gli eventuali necessari adeguamenti, relazionando sul punto all'assessorato entro 60 giorni.
 
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