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Lazio. Sindacati e imprese: “Bondi ha superato ogni limite, deve essere fermato”


Per il mondo della sanità,  il Commissario straordinario sta mettendo in atto, senza criteri, azioni che avranno conseguenze gravi e irreversibili sulla tenuta del Ssr.  L’11 dicembre sindacati e imprese manifesteranno quindi  davanti alla regione Lazio. E questo sarà solo l’inizio di una vertenza salute.

28 NOV - Tagli dei posti letto attuati senza criterio. Colpo di scure sul privato accreditato con conseguente crisi del settore. Rischio di chiusura di strutture e nuovo casi di mobilità e di licenziamento. Precariato alle stelle. Cure ridotte per i cittadini. Sono queste le conseguenze della politica messa in atto dal Commissario straordinario Enrico Bondi. Una politica alla quale 36 associazioni sindacali della dirigenza medica e della Stpa, del comparto e della sanità privata convenzionata, insieme alle associazioni imprenditoriali del settore, dicono un “no” deciso. E lanciano quindi il loro aut aut: o Bondi mette fine ai tagli lineari che sta attuando senza criterio con conseguenze serie e irreversibili sulla tenuta del servizio sanitario regionale, o sarà guerra. Si parte l’11 dicembre con un sit in sotto la regione Lazio. Ed è solo l’inizio, perché se non si invertirà il trend, l’alzata di scudi dei lavoratori della sanità e delle imprese del settore proseguirà con azioni di protesta ancora più decise.
 
“Il Ssr è in una situazione drammatica – ha detto Gianni Nigro della Fp Cgil Lazio – stiamo assistendo ad atti radicali che possono diventare irreversibili. Il commissario Bondi sta andando ben oltre la normale attuazione delle leggi nazionale. Qualche esempio: invece di eliminare le consulenze queste crescono; è stato nominato per il riordino della rete ospedaliera, un direttore che arriva dalla Sicilia e poco conosce della realtà laziale; l’Asp si sta riorganizzando in modo profondo, nonostante sia commissariata. E ancora, è stata fatta una convenzione con Agenas per affiancare e vigilare l’assessorato alla sanità. Questo è un fatto gravissimo: la pubblica amministrazione non si fida più di se stessa”.
 
A tutto ciò si aggiunge il preoccupante taglio dei posti letto. “Nel Lazio – ha aggiunto Nigro – ci sono circa 5 milioni 728mila abitanti, i posti letto per acuti attuali sono 18.160, pari al 3,17 per mille abitanti, per arrivare al 3 per mille dobbiamo tagliare 974 posti letto. Ma si parla invece di una taglio di circa 2mila posti letto. Come si è arrivati a questo dato? È stata attuata una media tra il numero dei ricoverati e le giornate di degenza. Questo significa che sono state conteggiate come posti letto reali persino le barelle. Per no parlare della riabilitazione: abbiamo 3.823 pl, pari al 0,67 per mille, il dato standard è dello 0,7, questo significa che siamo in credito di 187 pl. Qui si colpiscono soprattutto i cittadini”.
 
Per non parlare del colpo di scure sul privato. “Applicando la spending review in modo originale – ha sottolineato Nigro – è stato applicato al privato un taglio pari a 1milione e 326.523 euro sulla specialistica, ossia lo 0,42%. Sembra poco ma questo sicuramente provocherà crisi e qualche licenziamento. Ma il dato più drammatico interessa i privati accreditati. Il taglio è del 6,85%, pari a quasi 100mln di euro. Un taglio retroattivo per il 2012, questo significa che gli accordi presi non valgono più nulla. Rischiamo quindi di avere la chiusura di strutture e nuovo casi di mobilità e di licenziamento”.
 
Quadro drammatico anche per i lavoratori precari. Nel 2011 ricordano i sindacati, è stato firmato un accordo che prevedeva una ulteriore proroga di 12 mesi. Si sta invece ventilando un “licenziamento di massa: ”Stiamo parlando di circa 1.400 medici e 2.000 persone del comparto, un dato incerto perché la Regione non è in grado di quantificarlo. Questo solo nel pubblico, perchè il numero di precari nel privato accreditato non è stato neanche conteggiato”.
 
“Abbiamo un disordine amministrativo atavico – ha spiegato Giuseppe Lavra della Cimo Lazio – Bondi che sa leggere i libri contabili, tiri piuttosto fuori i responsabili e non colpisca indiscriminatamente la sanità. Gli sprechi noi li conosciamo. Già 4 anni fa avevamo raccolto una documentazione dettagliata. Siamo pronti a segnalarli nuovamente al commissario, così saprà dove agire. Ma di certo se non ci saranno cambiamenti potremmo anche ipotizzare uno sciopero bianco”.
 
Si stanno mettendo quindi in atto, per i rappresentanti del mondo sanitario, scelte irreversibili che porteranno al collasso il sistema sanitario regionale. "Se si mettono in atto azioni strategiche queste devono essere ragionate", hanno sostenuto le sigle sindacali. “Aspettiamo invece l’insediamento della nuova giunta per riaprire in dibattito con le parti sociali – hanno concluso – nel frattempo porteremo avanti le nostre proteste”.

28 novembre 2012
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