Equivalenti. Federfarma replica a Farmindustria: “Incomprensibili lamentele"
L'emendamento al Dl Sviluppo approvato al Senato "lascia al cittadino l’ultima parola su quale farmaco assumere”. Federfama definisce quindi "totalmente infondata l’accusa rivolta alle farmacie di voler sostituire i medicinali prescritti dal medico per ottenere maggiori guadagni".
06 DIC - “Alcuni produttori di medicinali di marca lamentano di non poter competere con i produttori di farmaci generici perché non sarebbero in grado di praticare alle farmacie condizioni altrettanto favorevoli. Non si capisce da cosa nasca tale impossibilità, considerando che i margini di spettanza della farmacia per i generici dal 2009 sono inderogabilmente fissati per legge. E’ quindi totalmente infondata l’accusa rivolta alle farmacie di voler sostituire i medicinali prescritti dal medico per ottenere maggiori guadagni: le farmacie non hanno particolare convenienza a consegnare un equivalente rispetto a un altro”. Ad affermarlo, in una nota, è il sindacato dei titolari di farmacia, Federfarma, rispondendo così alle
dichiarazioni rilasciate dai vertici di Federfarma a Quotidiano Sanità.
“Al contrario – precisa Federfarma -, la sostituzione tra medicinali equivalenti, che l’emendamento approvato dal Senato mantiene per favorire il paziente, lascia al cittadino l’ultima parola su quale farmaco assumere”. “Infatti – spiega Federfarma -, il cittadino può ritirare immediatamente il medicinale disponibile in farmacia senza dover tornare dal medico per farsi cambiare la marca del prodotto o dover aspettare che la farmacia si approvvigioni. Inoltre, se il medico ha inavvertitamente prescritto un equivalente di marca diversa da quella indicata in una precedente ricetta il cittadino può chiedere al farmacista il medicinale che già conosce”.
06 dicembre 2012
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