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Lazio. Domani sit-in di protesta della sanità pubblica e privata davanti alla Regione


Contro i nuovi tagli e le contestuali dismissioni di parti del sistema, “che non risaneranno la Sanità, ma la porteranno al definitivo collasso”. Le rappresentanze di categoria chiedono alla Regione una immediata inversione di marcia, compresa la proroga dei rapporti di lavoro precario.

10 DIC - Le rappresentanze sindacali, le organizzazioni di categoria del personale sia del pubblico che del privato accreditato, le associazioni dell’ambulatorietà e di rappresentanza dei cittadini e del settore industriale, manifesteranno insieme domani davanti al palazzo della Regione contro “la palese violazione del diritto costituzionale alla tutela della salute dei cittadini che si sta per configurare con la predisposizione di nuovi e pesanti tagli lineari sia in area pubblica che privata, e contestuali vere e proprie dismissioni di parti del sistema, invano denunciati da più parti, che non risaneranno la Sanità, ma la porteranno al definitivo collasso”.

Come già ricordato nel corso di una conferenza stampa lo scorso 28 novembre presso la sede dell’Enpam, si è sottolineato “come viene enunciato da numerose sentenze della Corte Costituzionale, le misure previste per l’attuazione di un Piano di Rientro dal disavanzo sanitario non possono prescindere dalla necessità di assicurare a tutti i cittadini, in eguale misura, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla tutela della salute, come sancito dagli art. 3 e 32 della Costituzione.”

Tutte le rappresentanze della sanità pubblica e privata denunciano, inoltre, come al collasso strutturale ed organizzativo rischia di associarsi una altrettanto grave caduta occupazionale per molte migliaia di unità “tra tutti gli operatori delle varie qualifiche, con anzianità professionali consistenti, tali da escluderli potenzialmente in modo definitivo dal mondo del lavoro”. “Se questo trend distruttivo, apparentemente inarrestabile ed affidato alla nuova gestione Commissariale, non sarà fermato – si sottolinea nel comunicato - si determinerà nella Regione Lazio una insopportabile condizione di disagio che partirà dai cittadini e dai lavoratori per terminare in tutto l’indotto che orbita nel settore”.

Per queste ragioni tutte le rappresentanze si sono unite per denunciare l’imminente collasso della sanità regionale, per proporre appello alle Istituzioni ed alle forze politiche, “per aprire una stagione di lotta civile, alta per contenuti sociali, determinata a difendere con ogni mezzo i valori della salute e del lavoro, così come affermato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato”.

“Per questo c’è bisogno di dare presto alla Regione un Governo che si assuma la responsabilità delle scelte di riordino, che sappia dire dei no ma anche dei sì, che compia delle scelte investendo risorse dove c’è carenza di servizi, e riconverta dove c’è eccesso di offerta in modo da garantire ai cittadini pari opportunità – conclude la nota - tutto ciò apparentemente rappresenta il contrario di ciò che pensa di fare il Commissario governativo che, senza nessuna forma di confronto con le parti sociali, né di verifica sulle reali cause della spesa, pensa di far quadrare i conti sopprimendo i servizi e rottamando lavoratori e posti letto ignorando completamente i bisogni dei cittadini, in particolare delle fasce più deboli”.
 

10 dicembre 2012
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