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Piemonte. Balduzzi: “Su deficit sanità aprirò subito confronto”


Il ministro della Salute, in un messaggio inviato ad un convegno della Cisl Fp, ha fatto sapere che non si può “aspettare le verifiche tecniche di marzo 2013”, poiché il caso Piemonte richiede decisioni “pronte e tempestive” per evitare possibili pesanti ricadute sui servizi.

15 GEN - “Nel caso del Piemonte, siamo in un'emergenza finanziaria che richiede decisioni pronte e tempestive, capaci sia di dare ossigeno immediato, sia di definire le forme della copertura del deficit storico emerso nel 2012 a carico del bilancio sanitario regionale. Per parte mia, promuoverò nei prossimi giorni il necessario confronto tra Regione e ministeri interessati. Non possiamo aspettare l'esito delle cosiddette verifiche tecniche di marzo 2013”. È quanto scrive il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, in un messaggio inviato alla Cisl Funzione Pubblica del Piemonte in occasione del convegno “Sanità piemontese, ultima fermata” che si è tenuto questa mattina all’Ospedale Molinette di Torino.

Nel testo il ministro ha sottolineato che il sistema sanitario piemontese “eredita dal passato un complessivo livello di servizi di buona qualità” ma che “oggi si confronta con un preoccupante deficit di bilancio che, se non affrontato tempestivamente, rischia di avere ricadute pesanti sui servizi”. Balduzzi ha poi dichiarato di aver “apprezzato in questi mesi l'impegno dell'assessore Monferino, al quale mi sentirei però di chiedere uno sforzo maggiore su almeno due fronti. Anzitutto quello del sociosanitario, che significa attenzione forte alle fragilità e alle non autosufficienze”. Per il ministro “dobbiamo evitare disagi ai più deboli e al tempo stesso evitare che sulle strutture sanitarie si scarichino richieste improprie”. “In secondo luogo - ha continuato Balduzzi nel messaggio - bisogna avere un confronto continuo e costante con i territori, con le categorie professionali e con il mondo vasto dell'associazionismo sindacale e civico: senza questo confronto e questo ascolto, anche le migliori e, nelle intenzioni, lodevoli riorganizzazioni rischiano di essere viste come un'imposizione, per di più spesso ingiustificata. Ai territori e al personale del Servizio sanitario è chiesto molto, in questi anni, essi vanno ascoltati e compresi”.

Infine, il ministro ha chiesto alla Regione “una disponibilità ulteriore, quella di essere aiutata. Il Servizio sanitario nazionale italiano ha gli strumenti per supportare le Regioni, primo fra tutti l'Agenas. I miei uffici mi rappresentano spesso le difficoltà che l'assessorato regionale, pur lodevolmente impegnato, ha nel presentare progetti e nel dare risposte alle richieste, talvolta molto esigenti, dei tavoli romani - ha concluso - perché non chiedere ad Agenas un aiuto?”.

15 gennaio 2013
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