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Verso le elezioni. Berlusconi e Storace firmano il “Patto per la sanità nel Lazio”


Il sigillo durante una conferenza stampa all’Ifo di Roma. La “sanità deve essere diritto, non un debito” ha detto Storace. Berlusconi: “Affideremo Regione a persona esperta. Non farà tagli ma migliorerà servizi”. E poi annuncia: “Assolutamente nessun taglio sulla sanità. È un mio impegno preciso”.

20 FEB - Garantire la piena sovranità alle Regione superano l’attuale commissariamento. Specifica regolamentazione per il turnover. Rivedere il riparto del Fsn in modo da tenere conto delle specificità di Roma e del Lazio. Sbloccare i crediti alle imprese fornitrici. E sviluppare un modello virtuoso con il pieno recupero di tutte le sinergie tra enti erogatori, siano essi pubblici, privati accreditati e privati premiando meritocrazia ed efficienza.
Questi i principali impegni contenuti nel “Patto per la sanità nel Lazio” (VERSIONE FIRMATA - VERSIONE NON FIRMATA) sottoscritto quest’oggi a Roma in una conferenza stampa presso l’Ifo, dal candidato alla presidenza della Regione, Francesco Storace (La Destra) e dal leader del Pdl Silvio Berslusconi.
 
La “sanità deve essere diritto, non debito” ha detto Storace che ha spiegato che questo “contratto per la salute” contiene gli impegni per la sanità nel Lazio in caso di vittoria elettorale.
 
“L'ultimo commissariamento è stato devastante – ha spiegato il leader de La Destra - perché per Monti e Bondi le persone sono un numero”. Nel programma infatti figura la proposta di “un voto-referendum per liberare la regione dal commissariamento”, un modo anche per “rinegoziare il rientro dal debito in tempi più civili: si può razionalizzare la spesa ma non razionare".
 
Tra i punti del “Contratto” ha ricordato c’è “l’impegno del governo nazionale di identificare specifici strumenti economici per dare piena autonomia alla regione”. 
 
Sempre sul tema del debito della Regione e Storace ha richiesto “la possibilità di rifare i conti. Così si scoprirà che il debito è artefatto. La salute è un diritto e non un debito. Nel 2005 io ho governato quattro mesi mentre Marrazzo otto”.
 
”Sono molto contento di questo documento che abbiamo approvato – ha poi specificato - anche perché‚ c'è un riconoscimento delle ragioni della spesa sanitaria del Lazio. Ci sono strutture che stanno nel Lazio ma non le ha decise la Regione. Penso agli ospedali classificati, i policlinici universitari cioè c'è una realtà che prescinde dalla programmazione sanitaria regionale”
 
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex premier Silvio Berlusconi, che nel suo intervento  ha parlato dell'inadeguatezza mostrata dallo Stato nel gestire la sanità. “In questo momento la generalità dei cittadini italiani è scontenta del suo Stato e sente che lo Stato non è adeguato ai compiti e alle garanzie che dovrebbe dare a tutti i cittadini e che il rapporto tra imposte e servizi è deficitario”. E in questo senso ha specificato come “la scontentezza del cittadino nei confronti del sistema sanitario impone un intervento. L'ultimo anno poi, con un governo non eletto, ha peggiorato il rapporto con i cittadini e questo vale anche per l'assistenza sanitaria. Ora sentiamo il bisogno di una profonda revisione di tutto, collaborando con le Regioni. Per questo ci siamo impegnati in questo accordo con Storace”.
 
Poi il leader del Pdl ha ricordato che con Storace ministro della Sanità “noi decidemmo un affidamento di risorse agli ospedali di ricerca e cura e 20 milioni su 100 andarono a due ospedali di Roma, ed era stato considerato un toccasana, poi arrivò un altro governo e negò quanto era stato fatto, dissipando tutto in una miriade di interventi con conseguenze negative sul piano della ricerca”.  
 
Infine, Berlusconi ha annunciato che “assolutamente non ci sarà nessun taglio sulla sanità. È un mio impegno preciso. È un settore molto importante e bisogna tutelare la salute dei cittadini. Se c'è un settore dove non è logico tagliare questo è proprio quello della sanità”.
 
 
Ma ad aprire l’evento è stato il Direttore dell’Ifo Lucio Capurso che ha evidenziato come l’Istituto svolga sia la funzione di ricerca che di assistenza e ha sollecitato poi la politica a risolvere i problemi riguardanti il personale precario. “Non si può soffocare la ricerca e l’assistenza”. A seguire coordinati dal senatore del Pdl Domenico Gramazio ha preso la parola il vice presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Roma e provincia, Giuseppe Lavra che ha ricordato come la sanità laziale viva ormai una crisi economica ma anche di servizi. Non ultimi i provvedimenti dell’ex commissario Enrico Bondi: “Uno sfacelo”.
“Siamo esausti – ha detto – e in noi sta crescendo il dubbio che la Regione sia governata da una regia non democraticamente eletta e ciò va smantellato”. Poi è intervenuto Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Regina Elena che ha affrontato il tema dei malati oncologici. “Serve uno sforzo in più, bisogna eliminare le disparità tra le regioni sulle strutture per le cure palliative, sulla radioterapia e sull’accesso al servizio di diagnosi, cura e riabilitazione”. Cognetti ha poi anche ricordato come vi sia anche un problema sui tempi per la disponibilità dei farmaci innovativi. “Aifa ci mette troppo tempo rispetto ad altri Paesi europei”.

In seguito è salito sul palco Carlo Gaudio del Policlinico Umberto I che ha specificato come i Policlinici universitari e gli Irccs “svolgono molte funzioni e non sono un lusso. Sì alla razionalizzazione ma no al razionamento”. Infine è stato il turno del senatore Gramazio che prima di dare la parola ai due leader ha specificato come la sanità laziale “ha delle particolarità e bisogna tenerne conto. Abbiamo cinque policlinici universitari ma il 30% di quelli che si formano non sono del Lazio, sei Irccs e otto ospedali religiosi”. Poi Gramazio ha puntato il dito contro il blocco del turnover e la piaga del precariato: “Bisogna stabilizzarli entro la primavera”. E poi ha lanciato la proposta per un nuovo Piano sanitario regionale.

20 febbraio 2013
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