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Roma. Caso Idi, entro venerdì sarà sbloccata tranche di 1.600 euro a tutti dipendenti


E' quanto comunicato dai vertici dell’Istituto ai sindacati nella riunuione di ieri. Il passo successivo sarà quello di coinvolgere le Istituzioni, a partire dalla Regione, per consentire ai 405 lavoratori interessati di usufruire degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge.

12 MAR - Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro fra le organizzazioni sindacali e i nuovi vertici del Gruppo Idi Sanità. Le parti fisseranno nuovo appuntamento nei prossimi giorni. L'obiettivo dell'Istituto: aprire la seconda fase della procedura di mobilità che prevede il coinvolgimento delle Istituzioni, a partire dalla Regione, per consentire ai 405 lavoratori interessati di usufruire degli ammortizzatori sociali consentiti dalla legge, in attesa di poter verificare la praticabilità di soluzioni alternative. Ma la sfida decisiva per il futuro dei lavoratori e del sistema Idi rimane quella della produttività, crollata negli ultimi mesi da 7 milioni di fatturato mensili a 3.2 milioni. L’obiettivo è invertire la rotta e arrivare a 5 milioni di fatturato a partire dal mese di marzo, per arrivare al tetto di 7 milioni nei mesi successivi.

Come già anticipato nel primo incontro del 2 marzo con primari, caposala e sindacati, la situazione finanziaria attuale del Gruppo Idi Sanità non consente di interrompere la procedura di mobilità avviata dalla precedente gestione. Piuttosto, la chiusura formale di questa prima fase – a 45 giorni dall’avvio, vale a dire entro il 23 marzo – consentirà di aprirne una nuova con il coinvolgimento delle Istituzioni, a partire dalla Regione Lazio, che avrà 30 giorni di tempo per decidere di accordare la cassa integrazione in deroga (grazie alla quale i lavoratori del comparto coinvolti avranno l’80% della retribuzione).

Dal momento in cui la Cigs verrà riconosciuta, la contrattazione si trasferirà di nuovo in sede aziendale: le organizzazioni sindacali e l’azienda, con la Regione, dopo aver individuato e condiviso i criteri con cui assegnare la cassa integrazione in deroga, avranno la possibilità di verificare la praticabilità di soluzioni alternative come i prepensionamenti, la costituzione di part-time, i contratti di solidarietà, esodi incentivati, mobilità regionale.
Nel frattempo, per scongiurare il rischio del fallimento e garantire il futuro di un’eccellenza sanitaria, l’Idi dovrà riuscire a vincere la partita della produttività, riattivando tutti i servizi e tutte le prestazioni. Fondamentale in questo senso è il tema degli stipendi. I vertici dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata hanno rassicurato i sindacati che non appena la Regione emetterà la rimessa delle spettanze di gennaio, sarà pagata entro venerdì come d’accordo a ciascun lavoratore una tranche di 1600 euro per il mese di febbraio.
 

12 marzo 2013
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