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Piemonte. Impiantato dispositivo di neurostimolazione compatibile con MRI


Per la prima volta in Italia è stato impiantato un sistema di neurostimolazione per la terapia del dolore compatibile con la risonanza magnetica integrale. L’intervento, effettuato presso le Molinette, è stato su un uomo di 39 anni, residente in Piemonte, che da circa 15 anni soffre di sclerodermia.

14 MAR - È avvenuto nei giorni scorsi, presso l’ospedale Molinette dell'Azienda Città della Salute e della Scienza di Torino, il primo impianto in Italia di un dispositivo di neurostimolazione midollare indicato per il trattamento del dolore cronico, compatibile con la Risonanza Magnetica Integrale (Mri). Si tratta del primo sistema impiantabile ad aver ricevuto, a gennaio 2013, il marchio di Conformità Europea (Ce) di compatibilità con la Risonanza Magnetica (Mri) integrale, in specifiche condizioni d’uso.
 
“La disponibilità di questo nuovo dispositivo ci dà un grosso vantaggio nel trattamento di alcune tipologie di pazienti con dolore cronico che ora potranno accedere a tutti i vantaggi della Tecnica di Risonanza Magnetica – ha affermato Anna De Luca, direttore del Centro di Terapia del Dolore della Città della Salute e della Scienza di Torino – Sino a ieri, la Risonanza Magnetica, che, come tutti sanno, è diventata uno standard of care per la diagnosi di  patologie, talora gravi, e per il controllo nel tempo dell'evolvere di patologie pregresse, era preclusa ai portatori di neurostimolatori e per effettuarla occorreva prima disimpiantare chirurgicamente il dispositivo. Per contro, numerosi pazienti che avrebbero potuto alleviare, in questi anni, il loro dolore cronico con la neurostimolazione, non hanno potuto essere sottoposti all'impianto se consapevoli di dover effettuare risonanze magnetiche”.
 
Il primo paziente in Italia ad essere impiantato con neurostimolatore (SureScan Medtronic) compatibile con la Risonanza Magnetica integrale, in specifiche condizioni d’uso, è un uomo di 39 anni, residente in Piemonte, che da circa 15 anni soffre di sclerodermia.
 
“La sclerodermia – ha spiegato ancora Anna De Luca – è una patologia molto invalidante perché, oltre ad interessare diversi organi, determina la comparsa di ulcere molto dolorose alle estremità degli arti, a causa di una scarsa circolazione sanguigna.”
 
“Per questo ultimo motivo, – prosegue la dottoressa De Luca – in associazione alla terapia farmacologica del caso, nel 2009 il paziente è stato sottoposto a impianto di un neurostimolatore midollare, con risultati eccellenti. Nel 2012, però, la necessità di effettuare una Risonanza Magnetica, a seguito della comparsa di sintomi di tipo neurologico, ha reso necessaria la rimozione dell'intero sistema, con la ricomparsa della sintomatologia dolorosa legata alle ulcere. Il dispositivo impiantato nei giorni scorsi non presenta questo tipo di problematica, in quanto compatibile con la Risonanza Magnetica”.
 
La neurostimolazione rappresenta un pilastro nella gestione del dolore cronico.
Fino a oggi i pazienti con impianto di neurostimolazione per la gestione del dolore cronico non hanno potuto sottoporsi a risonanza magnetica per paura che il sistema potesse essere compromesso durante l’esecuzione dell’esame di imaging, per effetto delle onde elettromagnetiche coinvolte.
 
Il ricorso alla risonanza magnetica è notevolmente aumentato negli ultimi anni, grazie ai progressi della tecnologia che ne ha migliorato la precisione, l’efficacia e il comfort per il paziente e si stima che ogni anno vengano effettuate 60 milioni di procedure di risonanza magnetica nel mondo. Solo in Europa occidentale, nel 2010, ne sono state eseguite 29 milioni, numero che raddoppierà ogni cinque anni. Già solo questo dato rende idea del potenziale di applicazione di questi nuovi dispositivi Mri compatibili.
 
Oggi la neurostimolazione midollare viene raccomandata nei pazienti con dolore cronico neuropatico da danno dei nervi periferici, da neuropatia diabetica, da insuccesso della chirurgia vertebrale, da nevralgia posterpetica, da lesioni parziali del midollo spinale, da sindrome dolorosa dell'arto fantasma, da lesioni del plesso brachiale, da dolore ischemico degli arti e da angina pectoris grave e da dolore delle sindromi regionali complesse.

14 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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