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Lombardia. Mantovani: “Stop scandali, nomine trasparenti, meno costi e coesione pubblico privato”


Questi gli asset su cui intendere muoversi il neo assessore alla Sanità lombardo (che è anche vie presidente della Giunta Maroni) per rilanciare la sanità regionale dopo la stagione degli scandali e delle polemiche. L’oncologo Veronesi coinvolto nell’operazione “trasparenza”.

22 MAR - Chiudere in fretta con i recenti scandali, nomine basate su curricula, contenimento dei costi e coesione tra pubblico e privato: sono questi alcuni dei primi punti che il neoassessore lombardo alla Salute, nonché vicepresidente della giunta lombarda, Mario Mantovani, vuole da subito sviluppare con il suo nuovo incarico. Lo ha spiegato durante la sua prima visita da assessore in un ospedale lombardo, il Niguarda di Milano, scelto perché è uno dei più importanti della regione. E il primo di un 'tour' che si appresta a compiere nelle strutture sanitarie della Lombardia.
 
“E' dal Niguarda che voglio partire per questo tour in tutti gli ospedali lombardi – spiega – dapprima in quelli pubblici, e poi in quelli privati, per conoscere e capire gli elementi fondamentali, prima di poter assumere decisioni di governo che potrebbero incidere sulla salute dei cittadini”. Alcuni punti però sono già chiari: “ci sono delle urgenze indifferibili – continua Mantovani – come il contenimento della spesa, la razionalizzazione dei servizi, la coesione tra pubblico e privato a cui voglio anche affiancare l'incentivazione delle eccellenze e della ricerca. Questa è la traccia che mi sento di annunciare nel percorso che faremo”. In particolare, sul contenimento dei costi, ha rilevato come sia “una nota importante, ahimè, non solo per la politica ma anche per le funzioni riguardanti la salute. Con gli ultimi provvedimenti del Governo sono stati tagliati alla nostra regione 260 milioni di euro: un taglio lineare che secondo me non aiuta la buona sanità, ma dobbiamo adeguarci alle decisioni che assumono in sede centrale, anche se ci faremo valere sui tavoli Stato-Regioni per difendere le nostre ragioni”. Sempre in tema di costi e riforme, sul tavolo c'è sempre quella dei ticket, questione “all'esame del comitato economico della Regione – conferma Mantovani – Noi vorremmo ridurli, specialmente per le famiglie in difficoltà, e i redditi più bassi. Non potremo ridurli invece per i redditi più alti, per cui anzi forse sarà necessario un ritocco al rialzo. Chi ha di più deve dare di più”.
 
E per quanto riguarda gli scandali che in quest'ultimo anno hanno investito la sanità lombarda, Mantovani vuole superarli in fretta. “La magistratura ha non solo il diritto, ma anche il dovere – prosegue – di chiarire e far emergere il più presto possibile i fatti, in modo da chiudere questa pagina, purtroppo triste, della salute lombarda. Con oggi tracciamo un solco, dove tutto ciò che è passato non può essere attribuito a responsabilità attuali di governo. Ora preferisco parlare della buona salute lombarda, da esportare nel mondo”.
E proprio nel senso di un nuovo percorso vuole andare l'idea di istituire una commissione sulla trasparenza in sanità guidata da Umberto Veronesi, ex ministro della Sanità e direttore scientifico dell'Istituto europeo oncologico di Milano.
 
“Proporremo a Veronesi di presiedere una commissione che possa aiutarci a fare i passi giusti in tema di trasparenza. Siamo in contatto – rivela – e stiamo valutando con lui che non abbia interessi connessi, perché altrimenti potrebbe assumere decisioni che potrebbero portare danno alla sua persona e attività”. Quanto alle nomine dei direttori generali, Mantovani ha sottolineato come la scelta di Walter Bergamaschi, da sei mesi alla direzione del Niguarda e con un passato al ministero della Salute, “è stata fatta sulla base del curriculum e non privilengiando l'appartenenza di partito.
Non lo conoscevo personalmente quando l'ho proposto alla Giunta”. Per le poltrone che invece rimangono ancora vacanti, come ad esempio quella di direttore sanitario dell'ospedale San Gerardo di Monza, lasciata da Francesco Beretta, e di Giovanni Daverio, dg all'asl di Varese ora chiamato all'assessorato alla Famiglia. “Sto analizzando i curricula – assicura – e proporrò i nomi alla prossima seduta di giunta, in brevissimo tempo, certamente subito dopo Pasqua. Asl e ospedali hanno bisogno di una guida”.
 
Presente alla visita anche Bergamaschi (il 'successore' sulla “poltrona bollente” da direttore generale di Carlo Lucchina), che però non ha voluto dire molto, se non che, forte anche della sua esperienza al Niguarda, in questo nuovo ruolo cercherà di “preservare gli ospedali di riferimento, che sono in grado di dare risposte ai bisogni più acuti della popolazione. Anche in un momento di ricorse limitate, bisogna preservare l'innovazione e la capacità di affrontare le sfide difficili”.

22 marzo 2013
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