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Pma. Attiva a Cagliari la prima struttura pubblica che esegue diagnosi preimpianto


Il tribunale di Cagliari a novembre autorizzò una coppia - lei talassemica, lui portatore sano - alla diagnosi preimpianto in una struttura del Ssn in ossequio alla sentenza della Corte UE dei diritti dell’uomo. L’Asl di Cagliari ha pubblicato una delibera che prevede una convenzione con una struttura privata per eseguire il test.

18 LUG - Per la prima volta dall’entrata in vigore della legge 40/2004, a Cagliari, lo scorso novembre, un giudice in materia di fecondazione assistita ha ordinato ad una struttura pubblica, il laboratorio di citogenetica dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, di eseguire una tecnica diagnostica pre-impianto sull’embrione anche tramite il ricorso ad altre strutture sanitarie come avviene per altri tipi di indagini.
 
La storia ha inizio quando il tribunale del capoluogo sardo ha accolto il ricorso presentato da una coppia italiana infertile – lei, 33enne, affetta da talassemia major, lui, 33enne, portatore sano della malattia–  che si era vista negare l’esame che consente di sapere se l`embrione è affetto dalla stessa patologia dei genitori. 
 
La sentenza del Tribunale civile di Cagliari accoglieva una precedente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che accoglieva il ricorso presentato da un’altra coppia italiana (portatrice sana di fibrosi cistica) contro la legge 40. Questa coppia avrebbe potuto rivolgersi ad una struttura privata i cui costi però erano impossibili per il loro reddito.
 
Il ragionamento del giudice di Cagliari è stato che le strutture pubbliche che eseguono interventi di procreazione medicalmente assistita devono necessariamente dotarsi anche delle attrezzature atte a svolgere la diagnosi pre-impianto per le coppie affette da malattie genetiche. Qualora queste non fossero in grado di farlo, la sentenza prevedeva che l’azienda potesse ricorrere ad altre strutture sanitarie.
 
E così l'altro ieri la Asl di Cagliari ha pubblicato la delibera che prevede una convenzione esterna con una struttura privata per eseguire la diagnosi clinica dell’embrione.
 
In tal modo è stato stabilito che non c’è differenza tra struttura pubblica e privata in affermazione del principio di equità nell’accesso alle cure. Ma soprattutto è stato sancito che i centri pubblici di procreazione medicalmente assistita se autorizzati per tecniche in vitro devono lavorare come i privati e quindi se richiesto eseguire PGD.
 
Dichiarano gli avvocati:” Dopo 9 mesi di solleciti per l’esecuzione della decisione affinché si potesse procedere con la diagnosi preimpianto, ieri è stata pubblicata la Delibera 1158, che prevede una convenzione esterna con una struttura privata per eseguire la diagnosi clinica dell’embrione, in tal modo non vi sarà alcun interruzione di servizio.”
 
“Finalmente il principio di equità nell’accesso alle cure e alle diagnosi è rispettato” ha dichiarato soddisfatta Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e legale della coppia insieme ad Angelo Calandrini e Renato Chiesa.
 
 “In Sardegna– hanno aggiunto i tre legali – le coppie che hanno bisogno di diagnosi pre-impianto potranno ottenere l’indagine diagnostica accedendo al trattamento di fecondazione assistita direttamente presso l’Ospedale Microcitemico con invio delle cellule da analizzare presso una struttura privata convenzionata”.
 
“Ad oggi – ha concluso Gallo – abbiamo assistito cinque coppie che potranno finalmente in una struttura pubblica chiedere di conoscere lo stato di salute dell’embrione. Inoltre, stiamo procedendo contro altre strutture pubbliche di fecondazione assistita autorizzate per fecondazione in vitro affinché la diagnosi pre-impianto sia applicata ”. 

18 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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