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Regioni. Medicina dello sport: "Semplificare la certificazione e prevenire il doping"


Questi gli obiettivi contenuti in un documento approvato lo scorso 24 luglio dalla Conferenza delle Regioni ed inviato al ministro Del Rio per potersi concretizzare in un successivo accordo Stato-Regioni. Nel testo si parla di "nuovo ruolo" per la medicina dello sport soffermandosi sulla "sport-terapia".

07 AGO - La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato nel corso della riunione del 24 luglio un documento relativo al “Nuovo ruolo della medicina dello sport”, rivisitando anche i protocolli di idoneità all’attività sportiva, agonistica e non. Il documento è stato inviato dal Presidente, Vasco Errani, al ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio affinché possa concretizzarsi in un successivo accordo Stato-Regioni.

L’obiettivo del documento delle Regioni è quello di semplificare la certificazione medica necessaria per le attività sportive e di favorire la prevenzione del doping.
Per quanto riguarda il ruolo che deve avere la medicina dello sport, il documento fa il punto su: la valutazione clinico-funzionale finalizzata al rilascio del certificato di idoneità sportivo agonistica (sport-specifica); l’attività di monitoraggio delle idoneità e controllo di qualità sulle certificazioni; l’attività di supporto e controllo nei confronti delle Società Sportive, Enti di Promozione sportiva, ecc. Il testo fa poi esplicito riferimento al supporto specialistico che può essere dato proprio dalla medicina dello sport alle attività che utilizzano gli effetti preventivi e terapeutici dell’esercizio fisico e della attività sportiva, soffermandosi sulla “Sport-Terapia”.

Per quanto riguarda invece la prevenzione del doping, la Medicina dello Sport dovrà essere coinvolta, secondo la Conferenza delle Regioni, “in iniziative che affrontino due principali linee di intervento:
- Interventi di tipo comunicativo-informativo/educativo, in collaborazione con il mondo della scuola e dello sport;
- Organizzazione di attività di laboratorio, finalizzate alla valutazione dello stato di salute degli atleti e ad analisi epidemiologiche sulla diffusione dell’uso di sostanze dopanti”.

Quanto invece ai protocolli di idoneità all’attività sportiva il documento suggerisce una tripartizione:
- “Attività sportiva agonistica, definita tenendo conto dei criteri individuati dal CONI e dalle Federazioni sportive nazionali ed anche sulla base dei regolamenti internazionali del CIO e delle Federazioni Sportive Internazionali, comprensiva anche dell’attività agonistica amatoriale. La definizione di attività sportiva agonistica, ivi inclusa l’età di inizio dell’attività sportiva agonistica, dovrà essere concordata in Conferenza Stato-Regioni”, anche perché “per alcune classi di età, la tutela sanitaria di queste attività rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”.
“Dal punto di vista della tutela sanitaria, in questo ambito lo strumento principe è la visita annuale con relativa certificazione di idoneità effettuata dal medico specialista in Medicina dello sport” .

- “Attività sportiva non agonistica, a carattere competitivo (gara) o non competitivo, organizzata dal CONI, da società sportive affiliate alle federazioni sportive nazionali o dagli Enti di promozione sportiva e discipline sportive associate riconosciuti dal CONI, o, infine, da organi scolastici nell’ambito dell’attività scolastica extracurriculare e nell’ambito dei Giochi sportivi studenteschi nelle fasi antecedenti a quelle nazionali. La partecipazione a questo tipo di attività richiede apposito certificato di idoneità allo sport non agonistico, a validità annuale, utilizzabile per tutte le tipologie di attività sportiva, rilasciato dal medico di Medicina Generale, dal Pediatra di libera scelta, o eventualmente dallo specialista in Medicina dello Sport”.

- “Attività ludico-motoria, la quale prevede che tutte le forme di movimento, quali i corsi o le attività in palestra, e quant’altro non rientri nelle caratteristiche sopra descritte in quanto non si esauriscono nell’evento sportivo (ad es. raggiungimento del traguardo finale nella corsa) ma sono finalizzate al raggiungimento/mantenimento del benessere psicofisico della persona, sono da considerare attività ludico-motorie che non richiedono alcun certificato medico. Ciò non esclude la raccomandazione di rivolgersi al Medico curante nei casi in cui si passi dalla sedentarietà a uno stile di vita attivo o qualora si intenda praticare un esercizio fisico particolarmente intenso, soprattutto nei soggetti a rischio o comunque per gli over 40 anni”.

Infine il documento fissa alcuni caposaldi in relazione alle caratteristiche che deve avere la visita di valutazione clinico-funzionale per l’idoneità all’attività sportiva agonistica.
 

07 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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