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Marche. La Regione assicura: "Tubercolosi cinghiali circoscritta a singola area"


La notizia è arrivata al termine del Tavolo tecnico convocato in seguito al ritrovamento di resti di cinghiale, lungo il fiume Esino. "Le verifiche effettuate non hanno riscontrato criticità significative. Esigenza primaria è contrasto bracconaggio". Il caso riguarda soltanto l'area di Macerata.

06 SET - La situazione riguardante la Tubercolosi (Tbc) dei cinghiali e dei bovini è sotto controllo e circoscritta a un singolo areale della provincia di Macerata: l’AtcMC1. La rassicurazione è arrivata dal Tavolo tecnico e istituzionale convocato dalla Regione Marche per focalizzare la questione, dopo il ritrovamento di resti di cinghiale, lungo il fiume Esino, probabilmente abbandonati da bracconieri.

Dal 1999 tutti i cinghiali cacciati vanno obbligatoriamente sottoposti a visita veterinaria (Asur), per il controllo della sicurezza delle carni. Dal 2008 al 2012 sono stati verificati oltre 47mila capi (una media di 10mila per anno), con 3 sole positività rilevate (3 cinghiali ammalati). Da gennaio 2013 al 29 agosto gli animali controllati sono stati 3.136 e nessuno è risultato infetto.

“Anche le verifiche effettuate dal Corpo Forestale dello Stato – sottolinea una nota - non hanno rilevato criticità significative. L’esigenza vera, emersa dalla riunione, è quella di contrastare l’attività di bracconaggio che sfugge ai controlli veterinari, mettendo a rischio la salute della popolazione. L’allarmismo emerso negli ultimi giorni – è stato ancora sottolineato – contrasta con una realtà regionale che vede due province (Ascoli Piceno e Fermo) esenti da Tbc con certificazione europea. Altre due (Ancona, Pesaro e Urbino) ugualmente esenti, con in corso la procedure di certificazione Ue, mentre il solo Maceratese segnala un focolaio di Tbc in un allevamento bovino di Matelica, nella stesso zona interessata nel passato (2005) da analogo focolaio”.

Sempre al Tavolo odierno è stato riferito che sono state avviate le operazioni di risanamento dell’allevamento coinvolto. È stato emanato anche un decreto, a firma del presidente Spacca, per coordinare l’attività sul territorio di tutti i soggetti interessati al risanamento e alla sorveglianza epidemiologica, mentre uno specifico Tavolo tecnico è operativo dal mese di luglio per contenere il rischio di diffusione della Tbc tra gli animali allevati e la fauna selvatica del comprensorio infetto.

Dal Tavolo tecnico “è emersa l’esigenza di rafforzare i controlli contro il bracconaggio, di potenziare le attività dell’Osservatorio epidemiologico, di rivisitare la normativa di prelievo dei cinghiali, di salvaguardare le esigenze del mondo venatorio e di quello agricolo”.
 

06 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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