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Umbria. Muore a 64 anni l’assessore alla sanità Franco Tomassoni


Malato da tempo, Tomassoni lascia la moglie e due figli. Dal 2010 era alla guida dell’assessorato regionale alla sanità. Il cordoglio della Giunta: “Piangiamo un amico caro, una persona perbene”

21 NOV - È morto mercoledì notte l'assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni. L'assessore, 64 anni è morto alla fine di una malattia che lo aveva logorato nel fisico ma non nello spirito e nell’impegno verso le istituzioni. La famiglia (la moglie Marisa e i due figli Nicolò e Davide) dell'assessore fa sapere che gradirebbe, anziché omaggi floreali, donazioni in sua memoria alle seguenti associazioni: Associazione Daniele Chianelli; AIRC (Associazione italiana per ricerca sul cancro) e Associazione "Con noi" per le cure palliative.
 
La carriera Nato a Perugia il 16 aprile 1949, era sposato con Marisa e padre di Nicolò e Davide. Laureato in economia e commercio all’Università di Perugia, è stato direttore di aziende agrarie, consigliere di Umbria Kentucky di Perugia e della Fondazione per l’istruzione agraria. È stato anche consigliere comunale della Democrazia cristiana nel comune di Paciano, poi presidente del Gruppo Grifo Latte e della Banca di Credito Cooperativo Trasimeno-Orvietano di Città della Pieve. Ha ricoperto inoltre l’incarico di consigliere della Federazione banche di Credito cooperativo della Toscana. Eletto nel 2005 con 7.814 preferenze è stato presidente della commissione Attività economiche. Tre anni fa è stato eletto nella lista provinciale di Perugia del Pd con 5.167 voti ed è stato poi nominato assessore con delega alla Sanità.
 
 
 
Quid di seguito il ricordo della Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e di tutta la Giunta regionale:
  
 
"Franco Tomassoni ieri sera ci ha lasciati, con il segno della dignità che caratterizzava la sua persona. Franco era prima di tutto una bella persona, capace di appassionarsi, leale e coerente con i propri valori. Con me e con i colleghi della Giunta regionale ha condiviso non solo il lavoro, l'impegno politico ed istituzionale,  ma soprattutto la sfida di mettersi al servizio della comunità regionale in una fase difficilissima della vita economica e sociale dell'Italia e dell'Umbria. Per Franco la concretezza del fare, il passo accelerato delle decisioni amministrative, la capacità di azione e quindi di risultati da raggiungere era centrale rispetto alle liturgie politiciste che non tollerava e contro le quali combatteva. Il suo impegno nella Giunta regionale lo ha visto protagonista di due importanti riforme che insieme tenacemente abbiamo voluto approvare ed attuare: la legge sulla semplificazione amministrativa volta a cambiare in modo sostanziale il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione regionale e quella di riforma del sistema sanitario regionale nell'ottica di una innovazione, della sostenibilità finanziaria e del rafforzamento dei servizi e dei livelli di assistenza al cittadino. Ma soprattutto tutte le azioni fatte per ridurre le spese, i costi di funzionamento, razionalizzare le forme di gestione delle politiche, attuare i risparmi".
"Nell'azione politica di Franco vi era sempre al primo posto il rispetto delle persone: i cittadini, i colleghi delle istituzioni, gli amici di partito. Era una persona molto leale nei rapporti umani e politici, in un'epoca nella quale il cinismo degli obiettivi individuali travolge il rispetto delle persone e dei valori sui quali si orienta un impegno politico. Franco soffriva dell'imbarbarimento del confronto interno alle forze politiche ed esterno, non sopportava la denigrazione politica nei colleghi e negli avversari, contrastava con forza culturale e morale le degenerazioni del sistema politico-istituzionale del Paese.
Era da tutti noi molto apprezzato anche per il modo con il quale cercava di affermare le sue ragioni, il proprio punto di vista, la capacità di mediazione e di ascolto: penso al lavoro paziente svolto con le direzioni delle Aziende sanitarie, con le organizzazioni sindacali, con i vertici dell'Università, con le tante associazioni di pazienti e di volontariato nel settore sociosanitario, con i diversi soggetti pubblici e privati con i quali l'organizzazione sanitaria si misura ogni giorno. Franco era tenace, paziente, determinato verso l'obiettivo ma capace di ascoltare e far prevalere sempre il punto di incontro allo scontro.
Era molto apprezzato dai colleghi assessori delle altre Regioni italiane con i quali ha condiviso il lavoro prezioso nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, dove è stato un protagonista nella costruzione delle nostre posizioni a difesa del sistema sanitario pubblico ed universalistico, sostenendo con passione le ragioni, il punto di vista delle Regioni, dei professionisti e degli operatori sanitari e soprattutto dei cittadini.
Franco era soprattutto un uomo perbene, una persona onesta, corretta istituzionalmente e trasparente: imparzialità, rispetto delle regole, trasparenza non erano slogan, ma un modo concreto per svolgere  il suo lavoro di Assessore regionale. Sapeva reagire e resistere alle lobby e a chi tende a vedere nella sanità pubblica  un luogo per fare affari anziché affermare diritti. In questi casi Franco si faceva duro e brusco, reagiva con forza.
Franco affermava sempre le ragioni della buona politica.
Noi perdiamo però non un collega ma un amico leale e sincero al quale ci univa la condivisione di valori e di uno stile al quale improntare il rapporto con i cittadini, interpretando fino in fondo quell'idea dell'impegno pubblico come servizio e non come potere fine a se stesso.
Franco era una persona molto ironica e sapeva sempre trovare una risposta alle avversità, mai pessimista nel trovare soluzioni e nuove prospettive".
"I suoi tre anni nel governo regionale sono stati intensi, concreti e li ha vissuti da vero protagonista politico.
Oggi ci tornano in mente anche i tanti momenti vissuti, frutto della frequentazione quotidiana: emerge un Franco appassionato, ironico, generoso, leale. Questo appartiene al nostro vissuto privato ma nel dolore profondo che proviamo oggi abbiamo la consolazione di averlo avuto nostro amico, di esserci rispettati profondamente come amici, di aver sempre fatto prevalere il rispetto umano anche nei momenti di tensione politica.
Alla moglie Marisa, ai figli Nicolò e Davide che con coraggio e forza hanno vissuto questi mesi difficili della malattia di Franco vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza, il cordoglio della Regione Umbria e di tante persone che Franco ha conosciuto e frequentato. Sappiamo che per voi è molto difficile, se ne va un marito ed un padre ma possiate trovare consolazione nell'orgoglio di averlo avuto con voi.
 Noi piangiamo un amico caro, una persona perbene".

Catiuscia, Carla, Fabio, Fabrizio, Fernanda, Stefano, Silvano, Vincenzo.

21 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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