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La bocciatura del Lazio. Aspettando il sub commissario Botti

di Roberto Polillo

Un verdetto che conferma una situazione sanitaria compromessa da troppe scelte mancate. Il 2014 deve essere il vero anno di svolta. Il Presidente Zingaretti lo ha preannunciato e noi lo stiamo aspettando. Serve coraggio, anche perché l’arrivo del Dottor Botti potrebbe rappresentare un problema aggiuntivo

09 GEN - La sonora bocciatura del Piano di rientro e del relativo Piano Operativo 2013-2015 della Regione Lazio da parte del tavolo di verifica del MEF  non giunge inaspettata. Il presidente Nicola Zingaretti avrebbe dovuto fare sua la massima del Medico scozzese J. Brown (inventore dei concetti di stenia ed astenia) che agli inizi dell’800 affermava “Bisogna stimolare o debilitare. Giammai inazione” e invece ha seguito i precetti di  Bordeu  che, confidando nella Vis medicatrix naturae,   propugnava con fermezza  il metodo dell’attesa.
 
Nulla è stato fatto da quando la giunta si è insediata e le cronache degli ultimi giorni (blocco di 30 autoambulanza del 118, la drammatica situazione dl DEA del S. Camillo, il rischio di implosione del San Giovanni) non sono un’eccezione alla regola ma un refrain fin troppe volte udito e solo in parte mitigato dall’annunciato arrivo di 59 nuovi medici nel 2014
 
La politica smiling della Giunta regionale ha anche mostrato il suo lato rude con la esclusione del Sub commissario Gianni Giorgi (che nessuno rimpiange) dai processi decisionali; atti che pure erano dovuti per legge.
Ed infatti il sub commissario Giorgi il 22 ottobre 2013 ha trasmesso una nota ad oggetto: “Grave e reiterata inosservanza della procedura per l’approvazione dei decreti commissariali”denunciando inoltre che i decreti del Commissario nn. 431 e 432 del 2013 relativi alla richiesta di assunzione di personale in deroga al blocco del turn over per la ASL di Frosinone e il Policlinico Umberto I, sono stati registrati ed inviati ai Ministeri affiancanti senza la prevista la sua  espressione del parere favorevole” con successivi strascichi per quanto riguarda eventuali responsabilità contabili
Insomma un vicenda che smentisce il garbo istituzionale di cui il Presidente si è sempre fregiato.
 
Al di là di questo,  l’operatività della Giunta, tradendo le  molte attese che inizialmente aveva sollevato, si è dimostrata nei fatti  quasi nulla. Anzi si potrebbe dire che si è andati avanti seguendo passivamente (e in un certo senso solo grazie a questo) quanto la precedente Giunta aveva definito attraverso la sua decretazione di revisione organizzativa del servizio sanitario regionale (Decreto 80 e successivi) .
Eppure la Giunta aveva già a sua disposizione due piani elaborati sia da Enrico Bondi che da Filippo Palumbo, (avvicendatisi alla carica di commissario regionale alla sanità dopo la crisi della Giunta Polverini) che avrebbero dovuto rappresentare una base di partenza (da rivedere, integrare, modificare) per realizzare una potente azione di riorganizzazione del sistema.  
 
Una situazione compromessa come quella della regione Lazio sia dal punto della garanzia dei LEA che dal punto di vista finanziario (basta vedere il bellissimo lavoro di Salerno pubblicato su QS dove si dimostra come la spesa sia andata fuori controllo del +9% già a partire dagli anni ’90) meritava una azione decisa ed incisiva che finora è purtroppo mancata.
 
Guardiamo per esempio alle Case della salute che potrebbero diventare un vanto della regione e che il Presidente Zingaretti vuole implementare nel 2014. Ebbene qualcuno ha spiegato al presidente che senza il coinvolgimento dei Medici di medicina generale le case della salute sono dei semplici Poliambulatori  con qualche letto di degenza infermieristica in più? Una riedizione aggiornata e riveduta delle vecchie SAUB o dei presidi territoriali della ex INAM che ben poco servirebbero per una efficace promozione della medicina d’iniziativa e del chronic care model.
 
Lo stesso dicasi per la riorganizzazione dei presidi ospedalieri, per la implementazione delle reti assistenziali  dove si registra la drammatica carenza del pur minimo accenno ai servizi di allergologia , nonostante la prevalenza di affezioni allergiche interessi il 25-30% della popolazione. E poi ancora i rapporti con gli erogatori privati e i protocolli con le Università con tutte le perplessità sollevate da quello stilato con il Policlinico Umberto 1°.
 
Insomma il 2014 deve essere il vero anno di svolta. Il Presidente Zingaretti lo ha preannunciato e noi lo stiamo aspettando. Il tempo è galantuomo e ben presto sapremo Serve coraggio,   anche perché l’arrivo del Dottor Renato Botti nel ruolo di sub commissario alla sanità potrebbe rappresentare un problema aggiuntivo se,  in una regione dove il privato gestisce il 50% dei PL, per risanare il bilancio si volessero tagliare le unghie al pubblico.
 
 
Roberto Polillo


09 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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