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Lombardia: Consiglio regionale approva il nuovo Piano socio sanitario


Con 38 sì, 23 no e 4 astenuti (a scrutinio nominale) il Consiglio regionale lombardo ha approvato il Piano Socio-Sanitario Regionale 2010-2014. Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contrari Pd, Idv e Sel, mentre si sono astenuti Udc e Pensionati. Nuova rete per le cure palliative, per le terapie del dolore e attivazione di strutture i ricovero intermedie sono alcune delle novità.

18 NOV - Il nuovo Piano socio sanitario della Lombardia. Il provvedimento, presentato da Margherita Peroni (PdL), Presidente della Commissione Sanità, introduce nelle politiche regionali il Fattore famiglia (evoluzione del quoziente familiare) che calcola costi dei servizi e sussidi sulla base del reddito, del numero dei figli, dei disabili e degli anziani presenti nel nucleo familiare. Il Piano, il primo a validità quinquennale, afferma il principio della centralità della persona e la sua libertà di scelta nella cura, e contiene alcune novità tra le quali la costituzione di una Rete specifica per le cure palliative e per le terapie del dolore; l’attivazione di strutture di ricovero intermedie tra l'ospedale e il domicilio per accogliere i pazienti nella fase post-ricovero; l’ipotesi di creazione di un’Agenzia regionale per le adozioni internazionali; interventi specifici per le cure odontoiatriche.
Obiettivo del Piano è il rafforzamento dei servizi territoriali per la cura delle cronicità per evitare inutili ricoveri in ospedale e del Terzo Settore “per sostenere l’evoluzione del modello lombardo di welfare”; altri ambiti di intervento: i consultori familiari con funzioni non solo sociosanitarie ma anche sociali-educative; gli interventi sulle dipendenze da alcol e droghe soprattutto per giovani e giovanissimi e verso i fenomeni di violenza sui minori e sulle donne. Verranno sviluppate le tecnologie informatiche di rete per assicurare maggiore facilità di accesso ai servizi per i cittadini tra cui il completamento del servizio di prenotazione (Cup), la gestione elettronica dei certificati sanitari e il Fascicolo Sanitario elettronico.
I commenti. L'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, ha mostrato "grande soddisfazione" per la conclusione dell'iter di questo importante provvedimento - "che prosegue l'azione del precedente introducendo elementi di miglioramento continuo della qualità del sistema" - ha sottolineato i punti cardine del documento. Primo, "portare la medicina, cioè le cure, più vicine al paziente sul territorio, introducendo la funzione territoriale degli ospedali accanto a quella classica". L'ospedale, secondo l'assessore, può essere paragonato a un polipo, con la "testa tecnologica" che permette di eseguire diagnosi e cura di alta complessità e i bracci, che rappresentano la funzione territoriale, nel cui ambito si garantiscono diagnosi e cure di primo e secondo livello di complessità. "Sostanzialmente - ha spiegato Bresciani - abbiamo costruito l'organizzazione su tre livelli, l'ospedale inteso in senso classico, la funzione territoriale degli stessi ospedali e i medici di medicina generale". Secondo, "la rete provinciale degli ospedali". Gli ospedali non sono più "monadi" ma "esprimono funzioni di alto, medio e basso livello: in questo modo abbiamo realizzato la rete per intensità di cure nell'ospedale e tra gli ospedali". Nella rete ci sono i nodi (le stesse funzioni) e i cluster (reti di patologia come quello oncologico, cardio-cerebro-vascolare o altri).Terzo, la "sfida delle cronicità". "Attraverso un sistema di teletrasmissione dei dati o in strutture ospedaliere più agili - ha aggiunto Bresciani - noi vogliamo monitorizzare i pazienti cronici e saremo in grado di verificare quando la cronicità si sta destabilizzando, in modo da intervenire con lo specialista o con il medico per evitare che si vada verso le acuzie e l'ospedalizzazione". "E' necessario quindi - ha sottolineato Bresciani - sviluppare la scienza della teletrasmissione dei dati clinici. Da qui la piattaforma tecnologica della Regione Lombardia che è costituita dal Sistema sanitario, che applica i raggiungimenti scientifici, dal sistema universitario e delle ricerca, dall'industria che presenta i progetti e da Finlombarda per gli aspetti economici e finanziari: i 'quattro moschettieri' creano un sistema nuovo che è quello appunto dello sviluppo tecnologico della Regione Lombardia". "Il Piano Socio Sanitario - è il commento dell'assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli - fa fare dei passi avanti importanti alla complessiva politica regionale nel campo della sanità, del sociale e ovviamente nell'ambito socio sanitario". "Per quanto riguarda il mio assessorato in particolare - ha aggiunto Boscagli - posso dire che è stato fatto un passo avanti nel processo di semplificazione. La famiglia, con le sue problematiche e i suoi bisogni è al centro; la semplificazione dei percorsi che portano ad incrociare le diverse risposte a questi bisogni è quindi fondamentale e il Piano prevede proprio questo". "Particolare attenzione - ha proseguito l'assessore - è stata quindi posta al sostegno della famiglia e alla natalità. Recentemente abbiamo approvato il fondo Nasko; nel Piano trova ampio spazio il sostegno della natalità che rimane una delle nostre priorità. Sono previste anche alcune forme innovative come la mutualità famigliare che prevede che diverse famiglie si possano mettere insieme per affrontare i bisogni". "Noi abbiamo un'eccellenza - ha concluso Boscagli - a livello di strutture, che non ha nessun altro in tutta Italia. Mi riferisco alle diverse RSA, CDI e alla politica di assistenza domiciliare. Con questo provvedimento viene affrontato il tema delle cosiddette cure intermedie: uno spazio nuovo che metteremo a punto nei prossimi mesi per quelle tipologie di bisogno che ancora non sono soddisfatte".
Ma per l’opposizione il piano non va. "Il Piano Socio Sanitario in discussione oggi in Consiglio regionale non risponde alle reali esigenze dei cittadini". Così Francesco Patitucci, consigliere regionale dell'Italia dei Valori commenta il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea lombarda.
"Durante le 80 audizioni della III Commissione - aggiunge il consigliere regionale di IdV - sono state prodotte ben 516 osservazioni. Ciò significa che si tratta di un provvedimento lontano sia dalle esigenze dei lombardi che da quelli degli operatori sanitari". "Da parte nostra - spiega Patitucci - abbiamo cercato di migliorare questo piano attraverso diversi emendamenti. Due soli sono stati accolti all'unanimità nel corso dell'ultima seduta della commissione e riguardano la stabilizzazione dei precari che da anni operano nel Servizio sanitario regionale e il potenziamento della formazione specialistica attraverso un raccordo tra la Regione e le università lombarde".Bocciati invece altri emendamenti proposti dal Gruppo IdV per quantificare la carenza di personale medico nei nosocomi pubblici, garantire maggiore flessibilità sul lavoro per i genitori che si trovano a dover curare figli di età compresa tra gli 8 ai 13 anni e favorire l'inserimento di laureati in Scienze motorie nelle strutture sanitarie per le attività di riabilitazione.

 

18 novembre 2010
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