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Lazio. Ok a protocollo per attivazione 'Codice rosa' nei Pronto Soccorso


La novità, approvata dalla giunta regionale, prevede che il nuovo codice venga assegnato alle donne vittima di violenza. La procedurà sarà affidata a personale medico sanitario adeguatamente formato per le particolarità di questi casi. IL PROTOCOLLO

15 FEB - Il Lazio introduce una nuova procedura per le donne vittime di violenza che arrivano al Pronto soccorso. Ai tradizionali codici ospedalieri: bianco, verde, giallo e rosso, si aggiungerà un nuovo “Codice Rosa”, assegnato da personale medico sanitario adeguatamente formato per le particolarità di questi casi e per riconoscere i segni non sempre evidenti di una violenza subita. La novità è sancita dall’approvazione, da parte della Giunta Zingaretti, del protocollo d’intesa denominato ‘Percorso Rosa’.

Il documento spiega che “per garantire tali attività la Regione Lazio, le Asl, le prefetture, le questure, tutte le forze dell’ordine regionali e l’Istituto Statale Sordi intendono costruire un gruppo di operatori adeguatamente formati in grado di collaborare in maniera sinergica e di rappresentare un sicuro punto di riferimento per i casi di violenza che accedono alla struttura sanitaria”. Viene quindi creata una “Task Force Interistituzionale” formata dai referenti dei soggetti coinvolti.

Con l’assegnazione del Codice Rosa, le donne vittime di violenza saranno trasferite in apposite sale, dove potranno accedere soltanto il personale medico e gli agenti di polizia delegati a questo tipo d’interventi, garantendo la massima riservatezza e la privacy delle pazienti. Per le donne affette da disabilità sensoriali e per le donne straniere con evidenti difficoltà comunicative, saranno sempre disponibili degli interpreti specializzati.

Una volta dimesse, le vittime di violenza verranno assistite gratuitamente da tutta una serie di figure professionali, come assistenti sociali, psicologi e avvocati. Sarà inoltre attivato un servizio di orientamento calibrato sugli strumenti oggi disponibili, come i Centri antiviolenza e case rifugio per donne maltrattate. Prevista poi l’introduzione di  corsi di formazione con l’obiettivo di promuovere le conoscenze, condividere le procedure operative, sviluppare la collaborazione e la motivazione all'interno dei gruppi operativi.
 
 

15 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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