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Cyberbullismo. Nasce al Gemelli di Roma l'ambulatorio per curare i danni reali di offese virtuali

di Marzia Caposio

Aperta non solo alle vittime, ma anche ai cyber bulli per curare, ma anche  prevenire, il drammatico fenomeno sempre più in crescita in Italia, ma anche nel Lazio e nella Capitale. Avviate collaborazioni con la Polizia Postale e delle Comunicazioni e con l’ANP Lazio.

25 FEB - Apre i battenti al Policlinico universitario A. Gemelli di Roma un ambulatorio dedicato all’ascolto e alla cura delle vittime del cyber bullismo, un fenomeno in crescita in tutta Italia - con conseguenze purtroppo troppo spesso drammatiche - e frequente anche nel Lazio e nella Capitale.

Coordinato da Federico Tonioni, dell’Istituto di Psichiatra e Psicologia dell’Università Cattolica di Roma, l’ambulatorio sarà dedicato alla prevenzione e alla cura psicologica delle giovani vittime da cyberbullismo, ma l’ambulatorio servirà anche alla riabilitazione di adolescenti aggressivi con disturbi comportamentali e tendenza antisociale.

Questa iniziativa per il Cyberbullismo nasce in collaborazione con la Polizia di Stato ed è in continuità con l’Ambulatorio per la Dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli, di cui è responsabile sempre Tonioni, che dal 2009 – primo nel genere in Italia - ha accolto e curato oltre 600 pazienti.

L’Ambulatorio per il Cyberbullismo, fa riferimento al Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Gemelli (responsabile Pietro Bria) e all’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica di Roma (diretto da Eugenio Mercuri).

Per accedere all’Ambulatorio è necessario prenotare una visita, telefonando da lunedì a venerdì, dalle ore 11 alle ore 13, al numero 06.30154122.

La cura e la riabilitazione saranno svolte attraverso psicoterapia e terapia di gruppo, con uno spazio di ascolto anche per i genitori. L’ambulatorio, come accennato, sarà a disposizione non solo delle vittime, ma anche dei cyberbulli. “Con le vittime – spiega lo psichiatra Tonioni  - il focus di intervento farà riferimento alla capacità del giovane di gestire la propria aggressività, di solito trattenuta, per poter costruire il proprio spazio nel mondo e dotarsi degli strumenti per evitare di rendersi ‘disponibili’ a essere perseguitati. Con i bulli invece il focus dell’intervento farà riferimento alla capacità di diventare empatici, evocando sentimenti di colpa con lo scopo di lavorare sull’affettività”.

Il cyberbullismo (violenze psicologiche, insulti, offese e rivelazione di segreti online), è un fenomeno in crescita ovunque: in una ricerca realizzata da Save the Children, in collaborazione con Ipsos lo scorso anno, si evidenzia come 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo online verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%), per orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%). Una ricerca Eurispes già nel 2008 incoronava Roma capitale del bullismo, con un minore su tre che dichiarava di aver subito traumi fisici o emozionali. Con il cyberbullismo la crescita dei disagi subiti è esponenziale e non tutti gli atti di cyberbullismo vengono denunciati. “Il fenomeno è ancora più pericoloso se pensiamo che il 62% dei bambini ha a disposizione un telefonino proprio, contro il 35,4% che ne è sprovvisto e che il 44,4% dei bambini acquisisce un cellulare tra i 9 e gli 11 anni. Questo può darci un’idea della potenziale espansione del fenomeno”.

“Il bullismo online è ormai riconosciuto come primaria fonte di angoscia e potenziale psicopatologia per gli adolescenti nativi digitali – dichiara Tonioni -. Immagino quindi che qualsiasi struttura che si occupi di psicopatologia adolescenziale debba fare i conti con questo disagio emergente. L’esperienza appresa nella cura della dipendenza da internet ci consente di approcciare ogni forma di psicopatologia web-mediata con un’idea precisa sulla gestione che gli adolescenti fanno delle emozioni, dell’aggressività e delle condotte sessuali, quando sono online. Inoltre la riabilitazione affettiva dei cosiddetti bulli penso possa avere tra i giovani una risonanza particolare, perché configura anche per gli adolescenti eccessivamente aggressivi un’idea di disagio psichico e sofferenza cui va dato uno spazio”.

Fondamentale, affinché il fenomeno venga allo scoperto, sarà il ruolo dei familiari di vittime e di cyberbulli, a cui sarà dedicato uno spazio di ascolto nell’ambulatorio.

L’avvio di collaborazioni con la Polizia Postale e delle Comunicazioni e con l’ANP-Lazio
La struttura potrà potenzialmente mettersi in raccordo con istituti scolastici per cercare di scovare i possibili utenti, anche grazie alla Polizia Postale e delle Comunicazioni.
È stato abcge immaginato un sito web dedicato all’ascolto online a distanza o la creazione di una specifica pagina sui social media, come Facebook, in sinergia con la pagina della Polizia Postale www.facebook.com/unavitadasocial -, e il profilo Twitter  - @unavitadasocial, già attivi dallo scorso 22 gennaio.  
Inoltre il centro sta definendo un accordo con l’ANP- Lazio (Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola) per una collaborazione su un progetto d’informazione e divulgazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sui rischi che da queste possono scaturire se è fatto un uso poco adeguato. L’ANP s’impegna a garantire la più ampia partecipazione degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, in particolare di Roma e del Lazio.
L’accordo prevede infine la partecipazione di esperti di entrambi i soggetti alla creazione di un portale web divulgativo sulla sicurezza informatica, l’utilizzo dei social network e la diffusione di una appropriata coscienza di cittadinanza digitale da parte di tutti.

Marzia Caposio

25 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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