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Opg. Regioni di nuovo in audizione il 25 marzo. Confermata la richiesta di proroga di 3 anni


Ne danno notizia le regioni stesse che parlano di un prossima probabile audizione in quella data dove riprendere il confronto con il Parlamento dopo l'audizione del 12 marzo. Al centro il documento approvato in Conferenza delle Regioni nel quale si chiede la proroga dei termini per la chiusura degli Opg al 1° aprile 2017. IL DOCUMENTO DELLE REGIONI.

21 MAR - La chiusura degli Opg verrà probabilmente discussa dalle Regioni in una nuova audizione parlamentare il prossimo 25 marzo. A darne notizia le stesse Regioni che, a seguito della precedente audizione del 12 marzo, hanno approvato in Conferenza delle Regioni un documento, ora all'attenzione dei parlamentari, nel quale si chiede uno slittamento dei termini per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari dal 1° aprile 2014 al 1° aprile 2017.
 
Ecco il documento approvato dalle Regioni lo scorso 13 marzo.
 
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 13 marzo, ha approvato un documento sulla Situazione riguardante la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari nelle Regioni. I contenuti del Documento erano stati anticipati alla Commissione Igiene e sanità del Senato dall’Assessore Carlo Lusenti nel corso di un’audizione che si è tenuta il 12 marzo (vedi “Regioni.it “ n. 2457). Probabilmente il prossimo 25 marzo si terrà un’ulteriore audizione parlamentare sull’argomento.
 
Attualmente sono attivi sul territorio nazionale 6 OPG, situati rispettivamente in Lombardia (anche per Valle d'Aosta e Piemonte), Emilia-Romagna (anche per PPAA Trento e Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Marche), Toscana (anche per Sardegna, Liguria, Umbria), Campania (2 strutture, anche per Lazio, Abruzzo, Molise), Sicilia (anche per Puglia, Basilicata, Calabria). La legge 9/2012 sancisce la definitiva chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e la istituzione di residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (di seguito REMS), a totale gestione sanitaria.
Per raggiungere questi obiettivi la stessa legge prevedeva una serie di adempimenti da parte del Governo e delle Regioni.
In particolare, in ottemperanza al mandato legislativo sono stati definiti in accordo tra Stato e Regioni i requisiti strutturali, organizzativi e di personale delle REMS, e sono state ripartite le risorse per la loro realizzazione (spese per investimenti).

Le Regioni erano tenute a presentare al Ministero della salute un programma per la realizzazione delle REMS entro maggio 2013. Il programma è stato presentato da tutte le Regioni. Per alcune Regioni il programma è stato approvato formalmente (le prime hanno ricevuto il decreto di approvazione a fine novembre 2013); per altre sono stati richiesti chiarimenti e l'approvazione è giunta più tardivamente. Per la Regione Veneto è in corso una riformulazione del progetto. Infine, alcune Regioni di piccole dimensioni hanno definito accordi di programma con altre Regioni (Valle d'Aosta-Lombardia; Umbria-Toscana; Molise-Abruzzo).
La stessa legge 9/2012 prevede che in deroga alle disposizioni vigenti relative al contenimento della spesa di personale, le Regioni, previa valutazione e autorizzazione del Ministro della salute, possono assumere personale qualificato da dedicare anche ai percorsi terapeutico riabilitativi finalizzati al recupero e reinserimento sociale dei pazienti internati provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziari.
A fine ottobre 2013 il Ministero della Salute ha trasmesso alle Regioni le specifiche per la presentazione del sopraindicato programma di spesa corrente.
Ad oggi risulta che 10 Regioni (Marche, Emilia-Romagna Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sicilia) hanno presentato il programma. Per due Regioni (Marche ed Emilia-Romagna) è in corso di formalizzazione il decreto di approvazione. Per le altre Regioni che hanno presentato il programma, il Ministero ha richiesto chiarimenti. Risulta comunque che anche le altre Regioni stanno completando il programma da inviare al Ministero.

E' evidente che la chiusura degli Opg diverrà definitiva solo quando tutte le Regioni abbiano pronta la struttura. l tempi vanno quindi calcolati avendo a riferimento l'ultima Regione e non la prima. Va sottolineato che dal 2008, anno del passaggio di competenze della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Ssn, le Regioni assieme ai competenti Ministeri hanno intrapreso un percorso che ha consentito di implementare in modo sostanziale le dimissioni delle persone presenti in Opg. Si è infatti passati da 286 dimissioni nel 2008 a 418 nel 2012 (il dato non comprende Sardegna, Trento e Bolzano, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia). Tale processo potrà essere opportunatamente implementato attraverso il riparto delle risorse di spesa corrente, che prevedono la deroga alle disposizioni di contenimento della spesa del personale.
Va anche ricordato che le previsioni della legge 9/2012 riguardano solamente le persone cui si applica la misura di sicurezza detentiva in Opg. Tale tipologia rappresenta la maggioranza ma non la totalità delle persone oggi presenti in Opg; le altre tipologie (semiinfermi di mente, persone con infermità mentale sopravvenuta in carcere) dovrebbero fin da ora trovare assistenza nel circuito penitenziario ordinario. Molte Regioni hanno già avviato progettualità in questo senso.
Come è noto, le Regioni hanno chiesto al Governo di prorogare i termini per la chiusura degli Opg, oggi prevista per il 1 aprile 2014, al 1 aprile 2017, in ragione dei tempi necessari all'affidamento e all'espletamento dei lavori per la costruzione delle REMS.

La richiesta di proroga va sostenuta con impegni che devono essere assunti da tutti gli attori coinvolti (Regioni, Ministeri della Salute e della Giustizia, Magistratura giudicante e di sorveglianza). Come è noto infatti, l'accesso e le dimissioni dalle future REMS restano in capo a decisioni della Magistratura e a procedure avviate dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. Il percorso va pertanto accompagnato da una cabina di regia politica che effettui un puntuale monitoraggio dei processi messi in atto da tutti questi attori.
Uno strumento particolarmente utile alle Regioni, per completare in tempo la costruzione o la ristrutturazione di edifici da destinare a REMS, sarebbe rappresentato dalla possibilità di deroghe alla normativa sugli appalti. Una possibilità potrebbe essere rappresentata dall'attribuzione ai Presidenti delle Regioni di poteri commissariali in analogia a quanto si verifica in occasione di eventi emergenziali (es. terremoto).

21 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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