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Lazio. Aigo: "Sprecati 20 mln all'anno per prescrizioni inappropriate contro bruciore di stomaco"

di Marzia Caposio

E' l'allarme lanciato dall’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri che suggerisce di creare una rete delle emergenze gastroenterologiche sul modello Lombardia, attivando una Unità di Gastroenterologia in ogni Dea.

13 GIU - Sono circa venti i milioni di euro di fondi sanitari sprecati in Lazio per un’inappropriata prescrizione di farmaci contro il bruciore di stomaco e il reflusso gastrico: causa ne è l’indicazione ai pazienti da parte di specialisti di altre discipline, non solo internisti ma persino otorinolaringoiatri, tutti medici non meno preparati ma ovviamente più competenti nei propri ambiti specifici. Per tale ragione la spesa per questi farmaci è superiore del 20% a quanto previsto in fase di programmazione rispetto alla spesa per gli stessi farmaci nelle altre regioni. Il dato è stato presentato e discusso nel corso degli stati generali dell’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) a Marsala, a cui hanno partecipato dall’8 al 10 giugno cinquanta gastroenterologi in rappresentanza di tutte le sezioni italiane.

Oltre all’importante richiesta di indirizzare i pazienti sofferenti patologie digestive sempre allo specialista dedicato, il gastroenterologo, al centro del dibattito vi è stata l’esigenza di una migliore allocazione delle risorse sanitarie e un confronto sull’esperienza di ogni singola regione alla ricerca di un modello di efficienza. In questa ottica Aigo ha deciso di assumere il caso del Lazio come modello su cui sviluppare uno specifico studio sull’appropriatezza delle prescrizioni.
 
All’evento ha partecipato anche il presidente nazionale della Federazione italiana delle società delle malattie digestive (Fismad) Renato Cannizzaro, cui il presidente Aigo, Antonio Balzano, ha espresso la volontà di interagire insieme alle altre società afferente alla Fismad per abbattere i costi, migliorare la qualità delle prestazioni offerte e creare dei percorsi assistenziali guidati per poter risparmiare tempo al paziente per giungere ad una diagnosi certa e risparmiare fondi per le aziende.

Spiega Antonio Balzano, presidente dell’Aigo. “I fondi reperiti in questo modo si utilizzerebbero per creare le strutture e prendere i provvedimenti necessari affinché i pazienti con emorragie digestive possano subito essere condotti a Dipartimenti di emergenza (Dea) di secondo livello piuttosto che a Dea di primo livello: uno studio della nostra associazione sulla mortalità per emorragie digestive dimostra, infatti, che il numero dei pazienti con questa patologia deceduti si riduce del 50% se accedono ai Dea di secondo livello. La mortalità è del 2,6% nei Dea di 2° livello, dove sono presenti le gastroenterologie, a fronte di una del 7,2% nei Dea di primo livello, che ne sono invece privi”.
 
Pertanto tutti i dati convergono sulla necessità di creare una rete delle emergenze gastroenterologiche sul modello Lombardia. Attivare una Unità di Gastroenterologia in ogni Dea aumenterebbe la sopravvivenza della popolazione, ridurrebbe le giornate di degenza migliorando la disponibilità di posti letto e calerebbero drasticamente i costi. I gastroenterologi italiani dell’Aigo si offrono quindi per un confronto aperto con le istituzioni a tutti i livelli periferici e centrali per una collaborazione fattiva finalizzata al miglioramento dell’efficienza economico-gestionale della gastroenterologia italiana. 

Marzia Caposio

13 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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