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La riforma della sanità in Friuli-Venezia Giulia: una grande opportunità per la professione infermieristica

di Flavio Paoletti

Nell'articolato che di recente è diventato legge finalmente l'infermieristica viene valorizzata quale elemento essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Ora la cornice legislativa c’è. Il prossimo passo è la formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l’organizzazione a livello di singole aziende. 

30 OTT - Dopo anni di silenzio a livello regionale in merito allo sviluppo delle professioni sanitarie grazie all’intenso lavoro di Ipasvi, in accordo con le altre rappresentanze professionali, è stata approvata dal Consiglio regionale la legge di riforma sanitaria che contiene molti articoli riguardanti l’infermieristica. Ipasvi nel 2012, durante la campagna elettorale, aveva invitato i tre candidati a presidente della Regione Serracchiani, Tondo e Galluccio, ad un confronto per capire quali impegni avrebbero preso per la riorganizzazione complessiva della sanità regionale e per la valorizzazione dell’infermieristica quale elemento essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Serracchiani e Galluccio avevano accettato il confronto, mentre Tondo non aveva nemmeno risposto all’invito.

A distanza di due anni, possiamo dire che le promesse fatte sono state mantenute e le ritroviamo nell’articolato che è diventato da poco legge regionale. Grazie alla serietà e all’impegno dell’assessore Telesca, del Presidente della Commissione Sanità Rotelli e di molti consiglieri regionali bipartisan, nonostante il grosso pressing da parte medica per rimanere allo status quo, siamo riusciti a far inserire molti degli emendamenti formulati da Ipasvi.

Ora l’art. 46 tratta delle professioni sanitarie, riconoscendo che tale sviluppo è necessario a contribuire alla realizzazione del diritto alla salute, al processo di cambiamento in atto dell’assetto sanitario regionale, all’integrazione e continuità sociosanitaria e al miglioramento dell’organizzazione multiprofessionale del lavoro. Per fare tutto ciò ci vuole una governance a livello centrale e a livello locale attraverso l’istituzione dei servizi delle professioni sanitarie anche presso gli Irccs (anche questo un nostro emendamento).

Ipasvi e le altre professioni hanno voluto definire bene l’organizzazione facendo inserire nel testo di legge (art. 17 e art. 19) che l’attività delle professioni sanitarie è svolta con la finalità di privilegiare la centralità delle persona, nel rispetto dell’autonomia prevista dalla legge 251/2000 (che istituiva la dirigenza a livello nazionale) e dalla legge regionale 10/2007 (che declinava la dirigenza regionale a livello di ospedali, dipartimenti e distretti).

Molto spesso gli ospedali sono ancorati a poteri storici e a modelli organizzativi fatti più nell’interesse di pochi rispetto all’interesse della salute dei cittadini e del contenimento delle spese. Proprio per avere nuovi contributi, l’assessore aveva istituito un gruppo di lavoro regionale sulle professioni sanitarie per declinare un nuovo modello organizzativo in linea con il cambiamento richiesto. Molto del lavoro fatto dal gruppo si trova nella declinazione dell’art. 35, in cui si sancisce che l’attività delle professioni sanitarie è organizzata in aree assistenziali o tecnico-sanitarie con autonomia gestionale, di norma raggruppate in piastre, che hanno anche lo scopo di condividere risorse professionali, posti letto, ambulatori, beni di consumo e tecnologie. Tra le specifiche indicazioni organizzative è stata inserita l’organizzazione dell’assistenza per intensità di cure che per primo Ipasvi ha sostenuto a livello politico.

L’art. 40 riconosce i percorsi formativi delle professioni sanitarie come base dell’innovazione gestionale ed organizzativa e delle competenze cliniche avanzate. A seguire, infine, l’art. 45, che descrive il percorso che Ipasvi sta facendo proprio in questi giorni a livello regionale attraverso il corso di formazione itinerante sullo human caring quale elemento imprescindibile di umanizzazione delle cure per garantire un’adeguata assistenza alle persone affette da patologia cronica con positive ricadute sulla salute, sull’organizzazione e sulla sostenibilità economica del sistema.

L’impegno è stato tanto ma i risultati sono più che buoni. Ora la cornice legislativa c’è. Il prossimo passo è la formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l’organizzazione a livello di singole aziende. Non va assolutamente dimenticato il problema delle risorse e dell’inserimento nel mercato del lavoro dei neolaureati. Proprio su questa tematica chiediamo alle organizzazioni sindacali un lavoro sinergico. Noi cittadini ed infermieri del Friuli Venezia Giulia ce lo meritiamo.
 
Flavio Paoletti (Presidente Coordinamento Regionale Ipasvi-FVG)
 


30 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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