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Fiore (Puglia): “Niente scontri ideologici sulle internalizzazioni in sanità”


L’assessore alla sanità ha presentato oggi una relazione sul processo che doveva segnare una marcia indietro sulle esternalizzazioni, che in Puglia riguardano quasi il 20% dei lavoratori della Sanità. Ma i vincoli del Piano di rientro siglato col Governo impongono una marcia indietro che mette a rischio molti posti di lavoro.

18 GEN - Si è tenuta oggi una seduta del Consiglio regionale della Puglia interamente dedicata alle internalizzazioni in sanità, introdotta dalla relazione sul tema dell’assessore Tommaso Fiore.
Fiore ha ricordato come la scelta di avviare un processo di internalizzazione, ovvero di assunzione dei lavoratori attualmente contrattualizzati da ditte appaltatrici esterne da parte del Ssr, nasceva da un dato eclatante: “In occasione del censimento fatto a suo tempo per avere una fotografia delle situazione nella regione è emerso, infatti, che su un totale di circa 38.000 dipendenti del Servizio sanitario regionale, ben 7.300 risultavano esternalizzati con effetti distorsivi nel mercato del lavoro e spesso di mancato rispetto dei contratti”. Inoltre, ha sottolineato l’assessore, “nei processi di esternalizzazione si sono verificate situazioni in ragione delle quali, dopo l’aggiudicazione dell’appalto, si è spesso proceduto al una estensione del numero degli addetti in una logica clientelare finalizzata all’acquisizione del consenso”.
La decisione di procedere alla cosiddetta internalizzazione, attraverso società private a proprietà interamente, mirava ad una razionalizzazione del sistema “introducendo regole certe e puntando ad una maggiore economicità ed efficienza”. E, secondo Fiore, i risultati di questa scelta si sono rivelati positivi: “La prima società in house è stata costituita presso la ASL FG dove il fenomeno degli esternalizzati risultava più accentuato e dove sono stati registrati risparmi significativi, un miglioramento qualitativo dei servizi, una riduzione del part time del 50% e un tasso di assenteismo inferiore all’1%”. 
 Ma, in seguito ai vincoli posti dal Piano di rientro sottoscritto con il Governo, il Consiglio regionale ha varato il 22 settembre scorso una legge regionale che bloccava ulteriori internalizzazioni, salvaguardando però quelle avviate. Una decisione giudicata insufficiente dal Governo che ha chiesto un deciso colpo di spugna su questa partita. L’assessore Fiore chiede ora di poter discutere questa richiesta, nel tentativo di salvaguardare posti di lavoro: “Occorre fare uno sforzo comune per riaprire questa tavolo, salvaguardando le realtà che si sono determinate, partendo dai risultati positivi registrati e nell’auspicio che prevalgano sugli elementi ideologici”.

18 gennaio 2011
© Riproduzione riservata

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