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Piemonte. Influenza. Epidemia in corso, ma trend regionale corrisponde a media nazionale


L'incidenza totale è di 12,6 casi per 1000 assistiti, con una stima di circa 47mila persone ammalate nella quarta settimana del 2015. Nell’età pediatrica (0-14 anni) l’incidenza è di 31 casi per 1000 assistiti, nella fascia 15-64 anni di 22,5 e nelle persone con più di 64 anni di 4,2".

30 GEN - In riferimento alle notizie di agenzia giornalistica sui dati nazionali relativi all’influenza, l’Assessorato regionale alla Sanità interviene per precisare: “L’incidenza delle sindromi influenzali nella quarta settimana del 2015, in Piemonte, continua ad aumentare: l’incidenza totale è di 12,6 casi per 1000 assistiti, con una stima di circa 47mila persone ammalate nella quarta settimana del 2015. Nell’età pediatrica (0-14 anni) l’incidenza è di 31 casi per 1000 assistiti, nella fascia 15-64 anni di 22,5 e nelle persone con più di 64 anni di 4,2".

I dati piemontesi, secondo quanto rilevato dall'assessorato, corrispondono a quelli medi nazionali (11 casi per 1000) e sono indicativi di una epidemia in atto. La curva epidemica mostra ancora tendenza a crescere e dovrebbe raggiungere il suo picco nel corso della prossima settimana. Il sistema di sorveglianza sui servizi di emergenza segnala, nella quarta settimana del 2015, che i passaggi in Pronto Soccorso per sindrome influenzale sono stati pari a circa 11% del totale, mentre i ricoveri dovuti ad influenza sono stati pari al 14% dei ricoveri totali disposti dal
Pronto Soccorso.

I valori sono superiori ai livelli attesi (codice giallo) e mostrano ancora tendenza a crescere. I casi gravi, che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva, sono stati, in tutto, 25 di cui 4 deceduti. Si tratta, per lo più, di soggetti d’età non avanzata con compromissione del sistema di difesa oppure con condizioni cliniche che predisponevano alle complicazioni. "La copertura vaccinale raggiunta in Piemonte - garantisce l'assessorato -  è stata inferiore a quella degli scorsi anni: dato lo scopo protettivo di tale pratica, è molto difficile prevedere l’impatto finale di questo calo sulla salute dei Piemontesi. Finora le caratteristiche generali dell’epidemia in corso non sono indicative di maggior diffusione o gravità rispetto agli anni scorsi. In particolare i casi più gravi sono così rari in numero da non consentire generalizzazioni o previsioni di impatto".
 

30 gennaio 2015
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