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Speciale Elezioni/5. Il voto in Liguria. Le proposte di Paita (PD), Pastorino (Sel), Toti (FI) e Salvatore (M5S) per la sanità


Territorio, telemedicina, specializzazione, centralità dei medici di base sono le parole chiave della candidata Pd. Per Pastorino “bisogna investire in pochi ospedali di alto livello” e potenziare il territorio. Per Toti è tutto da riformare. Salvatore propone di conferire l’incarico di Dg di una ASL “a personale medico scelto da una apposita commissione svincolata dal potere regionale”. I programmi dei quattro candidati. Vedi gli Speciali VenetoCampania e Puglia e Toscana.

24 MAG - Manca una settimana alle elezioni regionali. Ecco una rassegna delle proposte per la sanità contenute nei programmi dei quattro candidati in Liguria: Raffaella Paita (Partito democratico), Luca Pastorino (Sinistra ecologia libertà, Rifondazione comunista), Giovanni Toti (Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti, Area popolare, Liberali), Alice Salvatore (Movimento 5 stelle).

RAFFAELLA PAITA (Partito democratico)
Bisogna ridare centralità alle persone ed ai servizi nelle politiche sanitarie.
Le direttrici su cui costruire le politiche sanitarie dei prossimi anni sono: territorio, telemedicina, specializzazione, centralità dei medici di base.
Il problema principale della sanità ligure oggi è la cronicità. Questo problema va aggredito. E’ la vera sfida dei prossimi anni: potenziamento dei servizi territoriali, che significa anche rapporto più stretto con medici di medicina generale, sui quali sviluppare un progetto dedicato; integrazione di sociale e sanitario più spinta; omogeneizzazione dei livelli di risposta tra aziende oggi ancora troppo difformi; telemedicina.
La Liguria, regione più anziana d’Italia, deve diventare un modello nella gestione delle cronicità a livello nazionale e non solo. Per il clima, la qualità della vita, abbiamo tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento a livello internazionale sui temi della cronicità, a partire dalla riabilitazione.
Il progetto simbolo è l’IIT2 a Erzelli, un centro di ricerca di eccellenza sulle human technologies, le tecnologie finalizzate ad aumentare aspettative e qualità di vita dell’uomo nelle diverse fasi del suo ciclo vitale.

Servizi territoriali e telemedicina, la cosiddetta presa in carico globale del paziente, sono inoltre decisivi per l’abbattimento delle liste di attesa. I tempi vanno ridotti. E i medici di famiglia nella gestione delle liste di attesa giocano un ruolo fondamentale, così come una maggiore appropriatezza della domanda che va tenuta maggiormente sotto controllo, l’efficienza delle strutture alle prese con il blocco delle assunzioni e la qualità delle prestazioni stesse.
Sta in questi snodi, anche, una delle principali cause delle cosiddette fughe. Su questo le linee di azione sono: riduzione dei tempi, aumento della qualità e ruolo dei nostri poli di attrazione esterna, a partire da Gaslini e San Martino.
Il problema della mobilità extra-regionale, dovuta in alcuni settori a carenze di posti letto o a situazioni di reale o presunta diversa qualità clinica, è un altro punto al centro dell’agenda dei prossimi anni.
Occorre tendere a creare condizioni, per tempi di risposta, qualità delle prestazioni, di un rientro della mobilità stessa. In ogni caso, specie in alcune situazioni periferiche, accordi di collaborazione tra aziende di diverse regioni devono essere prese in considerazione.

Sui servizi ospedalieri: razionalizzazione e specializzazione sono le parole chiave. Alla riorganizzazione della Rete Ospedaliera portata avanti con coraggio e tenacia in questi anni, occorre ora far seguire una più forte integrazione delle strutture, come ci indica la situazione delle Aree Ottimali, in particolare nell’Area genovese.
Per quanto riguarda la prevenzione, il fronte su cui concentrarsi nei prossimi anni è sicuramente tutto il capitolo della prevenzione primaria, per cui sarà necessario un grande piano regionale di educazione sanitaria e prevenzione ambientale, che traguardi il medio periodo.
Anche sull’analisi e la cura è necessario continuare a migliorare. Così come sulla riabilitazione. E’ necessario prevedere un grande progetto riabilitativo che potrebbe servire anche da attrazione di mobilità attiva da utenti provenienti da regioni vicine, anche grazie alla caratteristiche climatiche della Regione Liguria.
Sulle ASL occorre pensare anche a una forte razionalizzazione anche in riferimento ai percorsi legati all’emergenza, sempre tenendo conto della specificità del nostro territorio e valutando anche, ad esempio nel levante, ipotesi di coordinamento interregionale.
Va inoltre affrontato il nodo del finanziamento delle Asl, passando dalla quota storica a quella capitaria che porta a un riequilibrio sul territorio e a una maggiore responsabilizzazione delle aziende, anche e soprattutto sul governo del sistema dei costi.
La prossima Amministrazione dovrà valutare un reale riequilibrio delle quote capitarie, utilizzando i risparmi per finanziare i settori che ad oggi risultano in maggiore sofferenza, a partire da prevenzione e riabilitazione.
Inoltre occorre concludere il processo di spostamento di risorse tra il livello ospedaliero e territoriale con il potenziamento dei servizi territoriali (casa della salute, associazionismo medico, servizi sociosanitari territoriali) e concretizzare gli obiettivi del piano sociale integrato regionale attraverso una organizzazione di distretti forti.
 
IL PROGRAMMA INTEGRALE

LUCA PASTORINO (Sinistra ecologia libertà, Rifondazione comunista)
La salute è un diritto dell’individuo ma anche un interesse della collettività. Per mantenere e migliorare la salute e per curare la malattia è necessario pianificare attentamente dove, su chi e come impiegare le risorse. Queste sono le scelte che spettano alla politica, non la nomina dei dirigenti.
La mia giunta introdurrà un sistema di nomine fondato sul merito, che sia trasparente e che premi competenza e esperienza non la fedeltà politica.
La mia giunta cancellerà la scandalosa legge sui primari approvata solo un mese fa e che determinerà un aumento delle tariffe per gli utenti per favorire un guadagno per pochi.
Bisogna investire in pochi ospedali di alto livello che si facciano carico delle emergenze e delle cronicità che richiedono alta intensità di cure. Intorno a questi deve svilupparsi una rete capillari che garantisca assistenza e servizi sul territorio, collegando “sanità” e servizi sociali.
La mia giunta investirà nelle nuove tecnologie per ridurre i costi e le liste di attesa e dare a tutti i cittadini un servizio di qualità migliore: informatizzare le cartelle cliniche, consentire esami primari direttamente nello studio del medico di famiglia, ricette online per i pazienti cronici.
 
IL PROGRAMMA E’ PUBBLICATO SUL SITO UFFICIALE DEL CANDIDATO. TESTO INTEGRALE IN FORMATO PDF NON DISPONIBILE

GIOVANNI TOTI (Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti, Area popolare, Liberali)
Non c’è traccia del programma sul sito ufficiale del candidato di centrodestra e non è stato possibile contattare il suo staff. Parlando della Liguria, nelle settimane scorse Toti ha comunque citato la sanità affermando che la Liguria “è una regione chiusa, il Pd ha lottizzato tutto, ha cucito l'abito addosso alle cooperative solo per avere il consenso, sanità e trasporti sono da riorganizzare. Dobbiamo far entrare aria nuova, bisogna defiscalizzare il turismo, aprire al privato nella gestione dei beni paesaggistici, attirare i giovani".

ALICE SALVATORE (Movimento 5 stelle)
L’attuale sistema piramidale fa capire come il potere politico controlli tutte le strutture sanitarie fino alle strutture semplici.
In questo tipo di organizzazione, le strutture pubbliche finiscono per essere gestite secondo criteri che risentono più degli equilibri politici del momento piuttosto che della reale situazione sanitaria; ad esse vengono affidati tutti quei servizi e quelle prestazioni che, non essendo profittevoli economicamente, non vengono svolti dalle strutture private: in questo panorama la gestione della salute finisce per essere sottomessa da una parte a logiche di controllo del consenso e dall’altra a criteri meramente finanziari.

Per ovviare a questa situazione sarebbe opportuno conferire l’incarico di Direttore Generale di una ASL a personale medico scelto da una apposita commissione svincolata dal potere regionale attraverso i curricula, esperienze professionali, precedenti incarichi di responsabilità che dimostri nella sostanza di saper dirigere una ASL con criteri umani, medici e manageriali.

In un’ottica di ottimizzazione e trasparenza, va valutata con attenzione la gestione delle esternalizzazioni, abolendole laddove si stiano rivelando fallimentari in termini tanto economici quanto di fornitura e continuità dei servizi.
Risparmi su acquisti, su incarichi (e strutture) duplicati, recupero di efficienza, semplificazione avranno come obiettivo lo sblocco del turnover, nuove assunzioni di personale e acquisizione di apparecchiature.

La criticità maggiore della Regione Liguria l’anzianità della popolazione, con 44.1193 ultra-65enni, pari al 27,7% della popolazione(dati Istat); a questo dato va anche aggiunto un drammatico indice di dipendenza strutturale, 239,5 anziani ogni 100 giovani e 64,7 individui a carico ogni 100 abitanti che lavorano.
A una popolazione sempre più anziana, corrisponde una prevalenza di malattie cronico-degenerative e la presenza di numerosi anziani soli ed in condizioni economiche disagiate e/o non autosufficienti.
A questo bisogna aggiungere una scarsa integrazione tra Ospedale e Territorio (Distretto sanitario, medici di famiglia, assistenza domiciliare etc.), che si traduce in una difficilissima situazione per quel che concerne la continuità dell’assistenza.

Occorre quindi organizzare seriamente le strutture territoriali che devono diventare interlocutori sia del medico di base che dell’ospedale; a livello territoriale-distrettuale bisogna organizzare una struttura che monitori costantemente, secondo disciplinari definiti, la realizzazione effettiva dei percorsi di cura.

Si deve favorire inoltre un percorso di deospedalizzazione: in una Regione come la nostra con un alto numero di anziani e cronici è necessario fornire i mezzi economici e professionali per una cura delle post acuzie e della cronicità a casa, rafforzando (invece di smantellare) l’assistenza domiciliare.

La maggiore attenzione al territorio e l’integrazione dell’assistenza ospedaliera porterà ad una progressiva deospedalizzazione (erogazione decentrata dell’assistenza e potenziamento di forme di assistenza alternative rispetto all’ospedalizzazione), realizzando nel tempo una vera continuità e integrazione assistenziale.

Importantissima è la valutazione di soluzioni di telemedicina e di sistemi informativi, anche con costi di gestione decisamente più bassi rispetto agli attuali, che realizzino anche l’integrazione di sistemi informativi tra i diversi presidi, ora in gran parte impossibilitati a comunicare tra loro.

Una delle principali criticità della gestione della sanità in Liguria è costituita dalle condizioni dell’edilizia ospedaliera, dove a edifici spesso molto vecchi (e con manutenzione ridotta a causa della scarsità delle risorse) si affiancano casi di programmazione sbagliata, generalmente attinenti a considerazioni legate al controllo del consenso piuttosto che al bisogno epidemiologico dei cittadini.
Allo stato attuale, si rende necessaria una mappatura esaustiva tanto delle aree ospedaliere quanto dei singoli padiglioni, sia esistenti sia dismessi; per questi ultimi vanno indagati i motivi del mancato funzionamento e valutata la possibilità di una riapertura qualora considerazioni economiche e strategiche lo consentano. La ristrutturazione o la riapertura di strutture esistenti (e magari chiuse) mediante gare d’appalto al rialzo andrebbe privilegiata rispetto alla costruzione ex novo, in modo da rivoluzionare il meno possibile il legame funzionale ospedale-territorio ed evitare il continuo alternarsi di aperture/chiusure che ha caratterizzato il panorama ospedaliero degli ultimi anni, assorbendo un’enorme quantità di risorse che avrebbero potuto essere utilizzate in modo più proficuo.

Tra le altre cose, lo studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione è necessario per poter elaborare le scelte strategiche del Servizio sanitario regionale ed è fondamentale per una buona politica sui servizi territoriali e per la valutazione e la programmazione dell’approccio alla prevenzione.
Va finanziata la ricerca indipendente, in particolare sulle malattie rare, anche attraverso presentazione di progetti alla comunità europea. Va resa obbligatoria l’effettuazione di accurate ricerche epidemiologiche indipendenti di fabbriche e di grandi impianti privati e pubblici.
Infine:
-    Farmaci monodose
-    Promozione dell’Ospedale senza dolore
-    Distribuzione a domicilio di farmaci
 
IL PROGRAMMA E’ PUBBLICATO SUL SITO UFFICIALE DEL CANDIDATO. TESTO INTEGRALE IN FORMATO PDF NON DISPONIBILE
 

24 maggio 2015
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