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Veneto. Orlando: “Commissariamento è inevitabile”


“La Regione Veneto vanta una buona sanità ma in questa situazione, in base alla normativa vigente, sembra inevitabile il commissariamento”. Lo ha affermato il presidente della commissione errori Leoluca Orlando al termine dell’audizione dell’assessore alla salute del Veneto Luca Coletto che ha scongiurato però l’aumento del Irpef. Il debito 2010 ancora da saldare ammonta a più di 72 milioni di euro.

03 MAR - Si è tenuta ieri in Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali l’audizione dell’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto. Due ore intense dove dapprima il presidente Orlando ha introdotto l'audizione rilevando come, grazie al contenimento della spesa messo in atto dalla Regione, a febbraio 2011, restano da coprire 72 milioni 564mila euro di debito accumulato dalle 24 aziende sanitarie venete nel 2010, esclusi ammortamenti. Fino al 2009 tutti i deficit precedentemente accumulati erano stati coperti dalla Regione grazie a risorse proprie e nazionali. Orlando ha poi ricordato i necessari interventi posti in atto dal Veneto per far luce sulla situazione di deficit emersa e per la puntualità delle risposte fornite. “Una delle novità introdotte dall’attuale governo regionale è costituita dalla impossibilità, da parte di ogni azienda sanitaria, di iscrivere a credito la perdita sofferta nell’esercizio. Oltre a questo, si e' deciso il blocco degli investimenti, eccetto quelli in cui non ci sia specifica autorizzazione regionale ed effettive risorse di cassa. Tutto questo – ha aggiunto - per quanto difficile da gestire in una fase di transizione, va nella direzione della responsabilizzare delle aziende come enti di gestione, riservando alla regione soltanto il compito di indirizzo e programmazione”. Oltre all'aspetto finanziario sono diverse le problematiche poste all'attenzione dell'Assessore durante la relazione introduttiva esposta dal Presidente Orlando. “Sono undici le aziende sanitarie con patrimonio netto negativo e molte di esse presentano una pesante esposizione al debito, conseguenza, come notato anche dalla Corte dei Conti, di un aumento notevole di interessi passivi nei confronti dei fornitori a causa dei ritardi dei pagamenti. Ricordiamo – ha proseguito Orlando - la situazione della Ulss 12 di Venezia, che vive particolare condizione di sofferenza, e la ridondanza di strutture ospedaliere, in particolare nella provincia di Verona. Infine i rapporti tra sanità pubblica e privata e l'incidenza di quest'ultima nel welfare, tuttora sotto la lente della Corte dei Conti”. A questo punto della seduta, a seguito della richiesta formulata dall’Assessore Coletto, l’audizione è stata secretata. Il Veneto, insomma, ha una buona sanità ma il sistema non regge più. “Va considerato che a gravare sulla situazione deficitaria contribuiscono i 103 milioni di Extra-Lea. Il Veneto è, infatti, regione guida per integrazione sociosanitaria e la parte sociale viene caricata sulla spesa sanitaria, senza la quale saremmo di fronte a un attivo di circa 30 milioni di euro. Occorre maggiore responsabilizzazione nella condotta gestionale da parte delle singole aziende sanitarie - ha spiegato Orlando a fine seduta - così come ha ricordato puntualmente la Corte dei Conti relativamente alla Regione Veneto”. “Il Veneto da sempre garantisce standard elevati di qualità del servizio offerto e mobilita attiva, ovvero prestazioni a favore di cittadini di altre regioni – ha detto Coletto a commento dell’audizione -  appare però evidente che il sistema non è più compatibile con i fondi messi a disposizione. E' in itinere il nuovo piano socio-sanitario finalizzato a ristrutturare il sistema facendo in modo di alleggerire il tasso di ospedalizzazione. L'orientamento - ha concluso - resta quello di evitare l’aumento dell'addizionale Irpef”.

03 marzo 2011
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