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Toscana. Solo 2 donne su 10 ricoprono ruoli dirigenziali


La presenza femminile raggiunge quote più alte invece nella professione infiermeristica, dove 3 operatori su 4 sono donne. Si attesta invece, circa allo stesso livello, nelle direzioni sanitarie (46%). Questi i numeri presentati ieri dall’assessore alla Salute, Daniela Scaramuccia, nel corso di un convegno organizzato dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri dal titolo ‘Leadership in Sanità: interpretazione al femminile, innovazioni, opportunità’.

05 APR - Le donne con responsabilità dirigenziali all’interno del sistema sanitario regionale “sono ancora poche”. La presenza femminile prevale soprattutto nell’ambito della professione infermieristica (3 operatori su 4), raggiunge più o meno la parità a livello di direzione sanitaria (46% contro il 54% degli uomini), ma nei ruoli di vertice (dirigenti di struttura complessa e responsabili di macrostruttura) scende vertiginosamente, facendo registrare percentuali tra il 13 ed il 19%. “Ancora troppo basse purtroppo” ha detto l’assessore al diritto alla Salute, Daniela Scaramuccia, presentando alcuni dati al convegno organizzato dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

“Favorire la presenza femminile nelle posizioni di vertice – ha aggiunto l’assessore - significa diffondere un messaggio: sostenere la diversità non vuol dire solo garantire pari opportunità, ma soprattutto ottimizzare il patrimonio di professionalità e di competenze a disposizione per migliorare performance ed efficienza del sistema. Il futuro della sanità dipenderà anche da quanto saremo in grado di sostenere e valorizzare la leadership al femminile”.
Nel corso dei lavori sono stati presentati alcuni risultati del Mes (il laboratorio di Mangement e sanità) frutto di un’indagine sul ‘Clima interno’ nel sistema sanitario toscano. I dati raccolti evidenziano come le complessità e le criticità per le donne crescano con l’aumentare delle responsabilità. Le donne responsabili di struttura sono più contente della formazione, ma percepiscono di essere valutate meno dal contesto esterno rispetto agli uomini, a parità di ruolo, sentendosi meno coinvolte dei colleghi uomini nei processi decisionali e meno sostenute se in difficoltà.

Altre indicazioni interessanti sono poi emerse dai Focus Group realizzati dal “Centro di Riferimento Regionale per le Criticità Relazionali”. Un elemento significativo riguarda le opportunità di crescita professionale nelle Aziende Sanitarie, che le donne evidenziano essere fortemente influenzate dalle difficoltà di conciliare vita professionale e vita familiare. Al tempo stesso emerge una peculiare capacità di relazione delle donne, che si traduce in un’abilità di leadership declinata al femminile.

“Il nostro obiettivo – ha concluso Scaramuccia – è valorizzare il contributo fondamentale che le donne offrono al sistema sanitario, innanzitutto evidenziando i problemi che ne limitano lo sviluppo di carriera e la presenza nelle posizioni di vertice. Vogliamo puntare in alto, verso una progressiva crescita della leadership femminile, fino a un 20% nel 2012, per arrivare ad una rappresentanza del 30% nel 2015, con una logica di comply or explain” .
 

05 aprile 2011
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