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Legge di Stabilità 2015. Consulta respinge il ricorso del Veneto


Il presidente Zaia ha dichiarato di “prendere atto del pronunciamento” ma, ha evidenziato, “in realtà abbiamo vinto, visto che nel 2016 i fondi per i comuni sono stati aumentati. Quindi, implicitamente, lo Stato ha riconosciuto le ragioni che ci avevano indotto a prendere le difese dei Comuni”. LA SENTENZA

24 GIU - Respinto dalla Corte Costituzionale, con la sentenza pubblicata oggi n. 151/2016, il doppio ricorso di legittimità costituzionale avanzato dalla Regione Veneto sulla legge di stabilità 2015 relativamente al taglio di risorse ai Comuni e ai diversi criteri di attribuzione del fondo di solidarietà.

“I giudici della Consulta hanno bocciato il nostro ricorso puntuale. Ma la sentenza comunque riconosce – dichiara in una nota il presidente del Veneto, Luca Zaia - che la Regione ha la possibilità di impugnare validamente davanti alla Corte Costituzionale anche la violazione delle attribuzioni proprie degli Enti locali, indipendentemente dalla violazione di competenze regionali. Questo permette di ritenere valido dal punto di vista istituzionale il sostegno che la Regione ha dato – attraverso questo ricorso – ai comuni veneti e che si è tradotto, in concreto,  nel 2016 – sottolinea Zaia - in una inversione di rotta da parte del governo nazionale relativamente ai tagli alla finanza locale”.

La Regione Veneto, ricorda la nota regionale, “aveva tentato di aiutare i Comuni, impugnando a marzo 2015 la legge finanziaria nazionale”. Due i punti contestati: la riduzione del fondo di 1200 milioni di euro; e la concomitante modifica dei criteri e delle misure dell’accantonamento (elevato dal 10 al 20 per cento) del fondo di solidarietà da distribuire ai comuni in difficoltà.

Relativamente al primo punto, “i giudici della Consulta – spiega l’ufficio stampa della Regione Veneto - hanno ritenuto che sia comunque competenza dello Stato poter ridurre i trasferimenti a favore degli Enti locali e che la Regione Veneto non abbia fornito prove sufficienti dell’‘inadeguato finanziamento delle funzioni’ e dell’insufficienza dei mezzi finanziari a disposizione dei Comuni. Analogamente la Corte Costituzionale ha ritenuto che l’incremento della quota di riserva destinata ai comuni più in difficoltà e la modifica dei relativi criteri non abbia leso le risorse messe a disposizione dei Comuni; né abbia “depauperato la finanza comunale”.

“Prendo atto del pronunciamento dei giudici costituzionali – afferma il presidente Zaia – ma a nostra conferma e conforto rilevo che il fondo di solidarietà tra i Comuni, con la successiva legge di stabilità, è stato determinato in aumento per il 2016 e per gli anni successivi, come nota la stessa sentenza della Corte. Quindi, implicitamente, lo Stato ha riconosciuto le ragioni che ci avevano indotto a prendere le difese dei Comuni – conclude– chiedendo che non fossero penalizzati i comuni più virtuosi, come quelli amministrati dai bravi sindaci di questa regione”.

24 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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