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Asl TO3. L’ospedale di Susa protagonista del progetto “Salviamo il cibo” per le fasce sociali meno abbienti


Il programma di recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari provenienti dalla mensa ospedaliera nasce dalla collaborazione tra Azienda sanitaria, Città di Susa, Consorzio socio-assistenziale valle di Susa, Caritas San Giusto, Cri, ditta Alessio, IIS Ferrari e Agesci. Per il Dg Boraso “un progetto dalla forte valenza etica e sociale”.

26 AGO - Con apposito atto deliberativo è stata ufficializzata l’intensa sancita tra l’Asl TO3, il Comune di Susa, Caritas, Cri, Ditta Alessio e altri Enti territoriali, con la quale si è esteso il progetto denominato “Salviamo il cibo” anche all’Ospedale di Susa. Il progetto, a forte valenza sociale, si prefigge di garantire alle fasce meno abbienti della popolazione il sostentamento alimentare attraverso il recupero e la distribuzione delle eccedenze alimentari provenienti dalla mensa ospedaliera del presidio di Susa.

“Un accordo – commenta la Asl in una nota - che assume un peso ancora più importante se confrontato con i dati forniti da Regione Piemonte da cui emerge che la percentuale di utenti meno abbienti nel territorio piemontese si attesta al 6%, superiore rispetto alle altre Regioni del Nord Italia ed in crescita rispetto al periodo precedente”.

Tale iniziativa, ricorda la Asl, “trova le sue fondamenta nella legge n. 155 del 2003 dal titolo ‘Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale’, conosciuta anche come ‘Legge del buon samaritano’, che mira ad incoraggiare e facilitare il recupero di cibo e prodotti alimentari ancora pienamente utilizzabili, responsabilizzando le organizzazioni non lucrative in merito all’importanza del mantenimento di corretto stato di conservazione, trasporto e distribuzione a persone bisognose. È doveroso ricordare che nella Città di Susa il progetto ‘salviamo il cibo’ è già presente grazie alla collaborazione con le mense degli istituti scolastici cittadini. Tale esperienza, avviata nell’anno scolastico ormai terminato, ha conseguito importanti risultati sia sociali, aiutando numerose persone in difficoltà, sia etici creando un senso di solidarietà tra studenti, associazioni di volontariato e utenti. Con la conclusione dell’anno scolastico il servizio si è però interrotto determinando così la sospensione di questo importante aiuto”.

La richiesta fatta dal Comune di Susa all’Azienda Sanitaria Locale Torino 3 ha permesso la riattivazione del progetto, attraverso la partecipazione attiva del Presidio Ospedaliero di Susa, a far data dal 1 Agosto 2016. Secondo la procedura concordata tra le parti, la ditta Alessio s.r.l., società per la gestione della ristorazione presso l’Asl TO 3, ha il compito della raccolta del cibo non distribuito in Ospedale prevedendo il recupero di frutta, pane, cibi freddi non facilmente deperibili, nonché di cibi caldi sfusi, secondo specifica procedura. La fase di raccolta viene eseguita nel rispetto di tutte le norme di sicurezza alimentare vigilate dal Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (Sian sempre dell’AslTO3, diretta dalla Dr.ssa Vietti. Collocato negli appositi contenitori dedicati e differenziati, il cibo viene quindi consegnato ai volontari della Croce Rossa entro le ore 13,30 e da quest’ultimi ai volontari della Caritas che provvedono alla distribuzione alle famiglie bisognose presso la casa per ferie “Monsignor Rosaz”, sito in via Madonne della Grazie n. 4 a Susa. “Tutte queste derrate sarebbero state altrimenti destinate a diventare rifiuto con oneri aggiuntivi nonché rappresentando una fonte d’inquinamento per l’ambiente; invece sono state un prezioso ausilio, appunto, per far fronte alla progressiva richiesta di aiuto di cittadini in condizioni di grave disagio economico”, evidenzia la Asl.

Rispetto al progetto, “gli interessi sono molteplici: prevalgono gli aspetti educativo, sociale ed ecologico”. Un programma che “funziona – dunque - su tutti i versanti, ma che va sottolineato, ad oggi, oltre il 90% del recupero delle derrate viene da Enti privati: questo, invece, rappresenta uno tra i primi esempi di ‘buona politica’ a favore dei bisognosi da parte della Pubblica Amministrazione”, commenta la Asl.

Per il Dg Flavio Boraso si tratta di “un progetto dalla forte valenza etica e sociale. Ho infatti immediatamente accolto la proposta del Sindaco di Susa di estendere la collaborazione, già attivata a fine del 2015, anche alla mensa dell’Ospedale di Susa. Questa è la dimostrazione che si sta creando un circolo virtuoso tra la nostra Azienda e gli Enti caritativi e Istituzioni del territorio che garantisca, ai meno abbienti appunto, l’assistenza di cui hanno bisogno. Sono certo, infatti, che la lotta agli sprechi alimentari debba essere una priorità anche a livello delle nostre mense aziendali. ‘La Legge del Buon Samaritano’ è un esempio da perseguire: con una specifica ed articolata procedura, condivisa tra il nostro Servizio di Igiene degli Alimenti ed il Comune di Susa, si è semplificato il processo di recupero delle derrate che ha consentito alle organizzazioni caritative di distribuirle, perfettamente commestibili, agli utenti bisognosi del nostro territorio”.

“Un progetto – ha proseguito Boraso - snello e subito operativo che, a costo zero, elimina burocrazia, attua i principi di solidarietà e sussidiarietà e fa sì che i pasti (caldi e freddi) raggiungano chi ha fame, invece di finire in discarica. Penso che dovremo prendere a modello questo tipo di intervento, perché si possa estendere anche ad altre realtà, cui stiamo già lavorando. Colgo infine l’occasione per ringraziare il Sindaco di Susa, la Ditta Alessio gli Enti Caritatevoli e tutti gli operatori del nostro servizio che si sono adoperati fattivamente per il raggiungimento di questo ulteriore importate progetto”.

26 agosto 2016
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